Non sono solo le bollette dell’acquedotto non pagate a pesare sulle casse del Comune di Aosta.
A chiedere conto – in senso letterale – della situazione di riscossione crediti, nel Consiglio comunale odierno, è stato il forzista Renato Favre, basandosi su una relazione della Sezione controllo Corte dei Conti datata 2018 che in chiusura rilevava come “deve rilevarsi la presenza di criticità in ordine alla gestione dei residui, sia attivi che passivi. Per i primi, la Sezione reitera la preoccupazione per l’elevata massa creditoria (euro 34.257.038,78, di cui euro 22.130.617,37 derivante da esercizi precedenti a quello di competenza)”.
Non solo: “Il campionamento eseguito su alcuni residui attivi derivanti da esercizi precedenti all’anno 2014 ha mostrato una limitata capacità di riscossione e, in taluni casi, l’assenza di alcuna movimentazione contabile da un esercizio all’altro”.
Parole che fanno “saltare la mosca al naso” al consigliere in quota Forza Italia: “Avete scritto una delibera che più recuperare predispone indirizzi per contenere il livello di morosità. Si fanno anche proposte di elevare il plafond a 5mila euro prima di stoppare i servizi, ma mi sembra un palliativo. Serve una riscossione coattiva e metodi di recupero crediti molto più persuasivi, tra i quali un Ufficio unico delle entrate”.
Questione che, replica la Vicesindaca Josette Borre, è in atto: “Oltre alla delibera sul Servizio idrico il Comune, da qualche anno, si è dotato di una Banca dati unica delle riscossioni, strumento nato per efficientare il lato riscossioni. È ancora da migliorare molto, ma la strada è tracciata. Tutte le suggestioni riportate fanno parte anche del nostro Dup, dove c’è l’Ufficio unico delle riscossioni. Il problema di fondo era l’organizzazione del personale. La nostra volontà era quella di definire l’area dirigenziale dei Servizi finanziari lasciandola ‘pura’”.
Il dibattito in aula
L’opposizione mostra tutte le sue perplessità riguardo le parole di Borre.
“Sono numeri che fanno spavento – spiega Roberta Balbis, Rinascimento VdA –, che non sarebbero concessi ad un’azienda privata. Non si può pensare che questa massa di morosità di sia accumulata in oltre un decennio senza mettere in atto delle azioni. Non è un tema di attualità ma che denuncia lacune precedenti, un’eredità pesante, ma ho sentito in risposta solo delle dichiarazioni di intenti”.
Sulla stessa linea Paolo Laurencet, anch’egli in Forza Italia: “Serve un piglio diverso, non servono i computer della Nasa ma applicazione e un certo metodo che non ci sono stati, altrimenti i numeri sarebbero diversi. Continuate a dire che state facendo tante cose e mi auguro che questo avvenga, perché è il risultato che conta”.
La Vicesindaca non ci sta: “Sinceramente, quando ho visto l’elenco dei condomìni morosi non ho dormito per qualche notte. Lo trovo vergognoso e inaccettabile. Qualcosa si sta muovendo, ma purtroppo servono dei passaggi. La gestione di un Comune con migliaia di utenti su ogni servizio non si fa dall’oggi al domani. L’impegno è quello di far chiarezza sui debiti. È nostro intento procedere, e lo stiamo già facendo, a sanare il più possibile”.
Per questo, aggiunge telegrafica, la ricetta per cominciare è sul tavolo: “C’è la Banca dati unificata e l’Ufficio unico di riscossione in programma, assieme alla riorganizzazione della macchina amministrativa che è in piedi solo da 15 giorni, assieme al Piano assunzioni”.
Un elemento in più lo aggiunge Corrado Cometto, Assessore ai Lavori pubblici in quota Alliance Valdôtaine: “Ricordo che è stata questa Amministrazione ad avviare le iniziative di recupero di questi crediti insoluti. Intanto, sono partite le prime 100 lettere inviate ai debitori più grandi”.