Il tema non dovrebbe essere divisivo, ma lo è. Ed il Consiglio regionale, e nella fattispecie la maggioranza, infatti, si divide.
La mozione (quasi) trasversale – firmata da Albert Chatrian (Av), Marco Carrel (Pla), Aurelio Marguerettaz, Giulio Grosjacques e Renzo Testolin (Uv), assieme agli esponenti di VdA Unie Corrado Jordan e Claudio Restano e da Stefano Aggravi (Lega) – mette al centro il sistema del soccorso valdostano nel suo complesso.
O, per meglio dire, chiede un “Impegno a garantire la collaborazione tra i servizi di emergenza della Centrale unica del Soccorso per una migliore e più efficiente gestione degli interventi di soccorso”.
Parole che non hanno l’aria della classica “polpetta avvelenata”, ma che si addentrano in un ginepraio, nonostante i continui richiami in aula ad un servizio di eccellenza che può però essere migliorato fuor di “fazioni” o – un mantra della discussione – “tifoserie”.
L’impegnativa chiede alla Giunta tre cose: proseguire, attraverso il tavolo di lavoro coordinato dalla Presidenza della Regione, la verifica delle procedure in atto presso la Centrale Unica di Risposta e la Centrale Unica di Soccorso; garantire la fattiva collaborazione tra i Servizi di emergenza che partecipano alla Cus e provvedere affinché i Vigili del Fuoco assicurino la presenza fisica di loro Operatori presso la Centrale Unica del Soccorso.
Questo, per “garantire immediatezza nello scambio di comunicazioni e sinergia con gli Operatori degli altri Enti, nell’ottica di una migliore e più efficiente gestione degli interventi”.
I presentatori cercano di convincere il Consiglio della bontà della loro mozione, ma il risultato – nonostante l’atto venga approvato con 26 voti a favore su 27 votanti, con l’astensione dell’Assessore Guichardaz – è stato meno sereno rispetto al previsto. O forse esattamente quello messo in preventivo.
“L’integrazione e la circolazione di informazioni tra i vari enti di soccorso nella Centrale unica di soccorso sono due aspetti assolutamente imprescindibili; al momento però nella Cus mancano la presenza costante del Soccorso Alpino Valdostano e dei Vigili del fuoco: una lacuna da colmare, proprio per garantire la massima condivisione di équipe e l’efficacia delle operazioni di soccorso”, spiegava Chatrian.
In chiaro, serve la condivisione delle schede di chiamata, e a tutti i cinque attori del soccorso: Protezione Civile regionale, Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino, 118 e Corpo Forestale.
Dai banchi della Giunta scende l’Assessore all’Agricoltura Davide Sapinet, Vigile del fuoco professionista da vent’anni: “Il terzo punto dell’impegnativa è materia che conosco e che ho potuto vivere su mia pelle. Perché oggi i Vigili del fuoco non sono presenti in Cus? L’iniziale ubicazione della Cus doveva essere la centrale dei Vigili per evitare uno sdoppiamento, ed è una questione di catena di comando. Credo che oggi sia stato fatto un bel dibattito, in cui abbiamo ricordato tutti gli enti presenti nella Cus e che operano nel soccorso, ma che forse non valorizziamo in questa inziativa. Provo un po’ di rammarico per non aver dato la giusta dignità a tutti. Non parteciperò alla votazione, i colleghi capiranno, ma oggi la coscienza mi suggerisce questa decisione verso tutti enti che operano nel soccorso in Valle”.
Il Presidente della Regione Erik Lavévaz prova a parare il colpo: “Al di là delle impegnative, in parte già attuate come per il tavolo di coordinamento, il lavoro che la Presidenza sta cercando di fare va molto più indietro. Sin da primi mesi della legislatura ho sentito la necessità di fare un lavoro di armonizzazione per il sistema del soccorso e in quello generale di Protezione civile”.
“Una revisione va avanti da diverse settimane – ha aggiunto Lavévaz -, con la fase dell’ascolto delle diverse componenti e prima di mettere tutti intorno ad un tavolo. Ora stiamo facendo delle analisi puntuali delle procedure per capire dove sono i punti di attrito che richiedono maggior chiarezza per un’armonizzazione completa delle procedure”.
Il Presidente, poi, cerca di tirare una volata: “La mancanza di alcune parti del sistema di emergenza all’interno della Cus così come la necessità di maggior confronto sono aspetti che vanno affrontati. Il sistema delle emergenze ha tutte le possibilità per essere un orologio svizzero: come tutti gli orologi ogni tanto dobbiamo fare degli aggiustamenti, ma sono convinto che con le professionalità che abbiamo possiamo continuare ad essere un’eccellenza”.
Tutto bene? In realtà “ni”. Tra i firmatari mancava la “quota” Progetto civico progressista, che motiva il suo non voto.
Una non sottoscrizione, spiegava Erika Guichardaz, “dovuta alla non condivisione della fase di stesura della mozione e in particolare delle sue premesse. Mozione, che persegue un importante obiettivo, ma manca di diversi elementi importanti, a partire da riferimenti normativi sul Corpo forestale, sull’Usl, sulla Protezione Civile, sulla Centrale unica di risposta, che attraverso il disciplinare tecnico del numero unico europeo 112 fornisce una risposta immediata su tutto il territorio. Tutti noi riconosciamo la professionalità del Soccorso Alpino Valdostano e, proprio per evitare tifoserie, riteniamo importante citare anche gli altri corpi e reparti delle rispettive amministrazioni pubbliche che affrontano situazioni complesse ogni giorno con grande competenza”.
Tutto questo, “pur condividendo l’importanza di mettere in piedi il tavolo di lavoro e continuare a operare per migliorare il servizio”, aggiungeva Guichardaz, che specificava però come “anche nel dibattito è emersa la volontà trasversale per porre rimedio a questa criticità, non ci sarebbe nemmeno bisogno di un’iniziativa del genere”.
Prima del voto c’è ancora spazio per Aurelio Marguerettaz, Uv, che – cosa non semplice – pare piuttosto stranito dalla piega presa dalla questione: “È evidente che contano l’impegno, i tre punti finali. Questa mozione è la celebrazione del soccorso alpino? No, è stato messo in evidenza perché è una specificità della regione. Trovo certe posizioni un po’ pretestuose. Per noi tutti i corpi impegnati nel soccorso sono necessari, questo è il ragionamento di fondo”.
L’impressione, per l’ennesima volta, è che se la “condivisione delle schede di chiamata” tra gli operatori del soccorso andrebbe – e vista l’approvazione andrà – fatta maggiormente, anche la comunicazione in maggioranza avrebbe bisogno di alcune viti girate. A meno che il “disegno” non sia un altro, e ogni votazione uno sgambetto.