Se una legge, approvata solo pochi anni fa funziona, perché cambiarla? E’ il rebus che in questi giorni proverà à sciogliere la quinta commissione consiliare, sul cui tavolo è arrivato il disegno di legge Omnibus (legge di manutenzione dell’ordinamento regionale) varato dalla Giunta regionale e fra le cui pieghe si nasconde una modifica, non di poco conto, alla legge regionale sull’azzardopatia.
Nella nuova formulazione del testo, spariscono gli sportelli bancomat come luoghi sensibili. Inoltre, viene previsto che il divieto di aprire sale gioco nel raggio di 500 metri da “strutture culturali, ricreative o sportive, nonché da strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale e da strutture ricettive per categorie protette” valga solo se queste sono di natura pubblica, mentre ad oggi era in vigore in senso assoluto, cioè anche per quelle gestite da privati. Una modifica che ha tanto il sapore di una norma ad personam, altrimenti non si capisce perché un luogo ricreativo o culturale diventa sensibile se è pubblico e non lo è se privato.
L’articolo della legge ha creato nuove tensioni in maggioranza, tanto che ieri nella consueta riunione settimanale si è deciso di effettuare una serie di audizioni in commissione.
Spiega la Presidente della V Commissione Erika Guichardaz: “La nostra preoccupazione è forte, da quando c’è la legge regionale i casi sono diminuiti del 40%. Non si capisce quale sia la ratio di andare a toccare una legge che funziona. Alla luce delle audizioni speriamo nel ritiro di questo articolo”. Oltre a Progetto civico progressista a mal digerire la modifica sembra esserci anche l’Assessore alla Sanità, Roberto Barmasse, che però al momento non si sbottona: “Questa modifica è ancora in fase di discussione all’interno della maggioranza. I movimenti politici faranno le proprie valutazioni” si limita a dire
A dirsi preoccupato è invece l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Valle di Aosta.
“Come Organi Sussidiari dello Stato vigilati dal Ministero della Salute, – spiega in una nota il Presidente Rosset – non possiamo non esprimere la nostra perplessità su un intervento legislativo che va ad incidere sulla salute dei nostri concittadini. Il Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) non è solo un fenomeno sociale ma è una vera e propria malattia che rende incapaci, alla vista del luogo dove sia possibile esercitare l’azzardo, di resistere all’impulso di giocare o fare scommesse in denaro. Ha in comune con la dipendenza da sostanze il comportamento compulsivo che, oltre che ad incidere in modo invalidante sulla salute e sulle relazioni sociali, produce gravi danni economici alle famiglie” L’invito al Consiglio Regionale è di valutare “attentamente tali problematiche prima di approvare tale articolo perché da noi la problematica è purtroppo molto diffusa fra giovani e pensionati.”
A entrar nel dibattito è anche l’ex consigliera regionale Carmela Fontana, fra i promotori della legge: “Purtroppo il fenomeno dell’azzardopatia è ancora molto presente nella nostra regione e coinvolge anche minorenni. Dopo le audizioni in quinta commissione e aver appreso i dati ci siamo trovati tutti uniti per arginare questo problema. Sarebbe molto grave abbassare la guardia proprio ora”.
Nel dibattito interviene anche l’Ordine degli Psicologi della Valle d’Aosta, che spiega di ritenere “inaccettabile l’apertura legislativa proposta. Le indicazioni previste nella Legge regionale 15 giugno 2015, n. 14 sono da considerarsi quelle minime accettabili, sottolineando come la questione sanitaria non possa essere posta in secondo piano rispetto a motivi adducibili ad istanze di tipo commerciale”. Augurandosi di essere interlocutore con la parte politica, l’Ordine aggiunge: “La pandemia ha innalzato il livello di fragilità nelle persone aumentando le diseguaglianze, la povertà, la depressione, gli stati d’ansia, d’angoscia e generato una rabbia psico-sociale per alcune fasce della popolazione. Il gioco d’azzardo sembra offrire un sollievo immediato estremamente pericoloso per la salute psicologica”.