Il deputato valdostano Franco Manes, in linea col gruppo Misto minoranze linguistiche e i colleghi della Südtiroler Volkspartei ha votato scheda bianca per l’elezione del presidente della Camera, carica della quale è stato insignito – alla quarta votazione, con 222 preferenze – il vicesegretario della Lega Lorenzo Fontana.
Non una chiusura, spiega però Manes: “Non ci sono state, seppur auspicato, interlocuzioni preventive con le forze politiche che hanno proposto i nomi. Il mio voto è un auspicio affinché, malgrado un contesto politico difficile, in questo governo ci possa essere la giusta attenzione alle realtà, come quella valdostana, delle minoranze linguistiche”
Il primo giorno da parlamentari di Nicoletta Spelgatti e Franco Manes
Per un momento, il costituendo governo guidato da Giorgia Meloni – ed il “totoministri” che tiene banco sulle prime pagine dei giornali in queste settimane – ha potuto fermarsi un attimo a guardare. E a valutare, “assaggiando” l’atmosfera del parlamento tornato a riunirsi ieri – giovedì 13 ottobre – per eleggere i presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. Cariche, infine, assunte rispettivamente da Ignazio La Russa – già ministro della Difesa e vicepresidente di Camera e Senato, in quota Fratelli d’Italia – e dal vicesegretario federale della Lega Lorenzo Fontana.
Spelgatti, un ritorno a Roma “molto emozionante”
Il debutto, vista l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato “con delitto” – o meglio senza i voti di Forza Italia – è di quelli che non si dimenticano facilmente. Comunque sia, Nicoletta Spelgatti ha fatto il suo esordio ieri a palazzo Madama, da fresca senatrice della Valle d’Aosta e – spiega – “iscritta orgogliosamente al gruppo Lega”.
Non un esordio in senso assoluto, però: “Dal punto di vista personale è stato molto emozionante – racconta –, anche perché sono tornata a Roma dove avevo iniziato, alla Camera, come avvocato del gruppo Lega undici anni fa. Quindi, molti meccanismi li conoscevo già. Tornare come senatrice è stato davvero molto emozionante”.
Sui lavori in aula, e l’elezione del presidente del Senato, ha aggiunto: “È una giornata delicata, ma in realtà per noi del gruppo Lega è stato tutto molto tranquillo e sereno. Abbiamo votato per La Russa, da parte nostra non c’era nessun tipo di problema”.
Manes: “Ci si rende conto della responsabilità di rappresentare tutta una regione”
Alla Camera dei deputati, invece, le cose sono andate più a rilento. Poco dopo le 17 di ieri ha preso il via il terzo scrutinio per eleggere il presidente, per il quale servivano i due terzi dei voti dell’aula. Fresco di “chiama”, il neodeputato Franco Manes ha raccontato il suo ingresso a Montecitorio.
“Tanta emozione, indubbiamente. Soprattutto perché ci si rende conto del peso dell’elezione e della responsabilità di rappresentare tutta una regione – ha spiegato –. Ci si rende comunque subito conto delle difficoltà che ci saranno nel portare avanti il mandato. E sicuramente un po’ di apprensione per cominciare a comprendere i meccanismi, che credo però sia normale per chiunque e forse maggiormente per il rappresentante della Valle d’Aosta”.
Riguardo l’iscrizione al gruppo parlamentare l’ex presidente Cpel spiega di aver “già preso i contatti con i colleghi del Trentino Alto-Adige per la Componente Minoranze linguistiche del gruppo misto e con alcuni colleghi di altre regioni a Statuto speciale. Per le Minoranze linguistiche dovremmo essere in quattro”.
Meno “nuove” le dinamiche di questa complicata elezione del presidente della Camera: “Sulla votazione possiamo dire che è il solito gioco delle parti. Come gruppo, al momento, non ci sono specifiche indicazioni. Spero che tra questa sera e domani ci possano essere delle interlocuzioni con chi sta proponendo dei nomi. Vedremo”.