“Apprendo che l’inchiesta della Procura di Aosta che ha riguardato anche il mio operato di amministratore pubblico non ha sortito alcuna ipotesi di reato a me addebitabile. Ciò conferma la mia convinzione di aver sempre agito nel rispetto delle regole e per il bene della collettività, anche e soprattutto nel rapporto tra Assessorato regionale della Sanità e Azienda Usl improntato al rispetto dell’autonomia, ma anche all’esercizio della gravosa responsabilità di indirizzo che è in capo alla Regione”. A dirlo è l’Assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse in relazione alle vicende giudiziaria sulla sanità valdostana.
Dichiarandosi sereno “malgrado le quotidiane difficoltà che dobbiamo affrontare per consentire alla nostra regione di uscire dall’emergenza pandemica”, l’Assessore si dice però “stupito dagli argomenti e dai toni di alcune frasi, riportate dai giornalisti e da loro attribuite agli inquirenti, contenute in quella che – lo ribadisco – è una richiesta di archiviazione. In particolare, ritengo che alcune informazioni emerse non rappresentino la realtà”.
In particolare Barmasse evidenzia di non aver “raccomandato nessuno e tanto meno un mio familiare. Le persone coinvolte incidentalmente nell’inchiesta e risultate estranee a ipotesi di reato hanno capacità e formazione tali da non aver bisogno di alcuna raccomandazione ed hanno dimostrato di avere talenti riconosciuti loro anche da soggetti estranei alla pubblica amministrazione”.
Sulla nomina del Direttore del Dipartimento delle discipline chirurgiche tengo, Barmasse ribadisce che “l’Assessorato da me diretto ha semplicemente vigilato, specie nel rispetto dei tempi, affinché le regole definite per tale nomina venissero rispettate, a garanzia della trasparenza e del riconoscimento del merito”. E sulla vicenda di presunti favoritismi al familiare di un consigliere regionale: “in quella circostanza, l’Assessorato che mi onoro di dirigere, venuto a conoscenza di una criticità relativa al trattamento di pazienti con patologie gravi” – spiega ancora Barmasse – si è semplicemente attivato affinché tale problematica potesse essere gestita nel nostro presidio ospedaliero, evitando ritardi terapeutici che avrebbero comportato gravi ripercussioni in termini di salute e il trasferimento dei pazienti fuori Valle”.