La ministra Locatelli alle associazioni valdostane: “Lavorare su principi condivisi per migliorare accessibilità e progetti di vita”

Oggi, martedì 24 ottobre, la ministra per le Disabilità ha incontrato autorità regionali e comunali oltre che gli enti del terzo settore valdostani che operano nel campo della disabilità.
Alessandra Locatelli
Politica

“Dobbiamo lavorare al fianco degli enti del terzo settore e dei privati seguendo principi condivisi che ci permettano di migliorare in termini di accessibilità e progetti di vita delle persone affette da disabilità”. Con queste parole la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha voluto appellarsi alle istituzioni e alle associazioni che ogni giorno in Valle d’Aosta hanno a che fare con la disabilità domandando loro un impegno ulteriore nell’incrementare la qualità esistenziale dei pazienti a trecentosessanta gradi.

Accessibilità universale non significa soltanto assenza di barriere architettoniche bensì anche piena disponibilità di attività ricreative e culturali oltre che di arte e informazione – ha constatato Locatelli durante l’incontro con gli organi di stampa valdostani di oggi, martedì 24 ottobre -. È quantomai necessario riuscire a restare al passo con i tempi, consci che anche i soggetti affetti da disabilità vogliano e abbiano il diritto di vivere una vita piena e soddisfacente”.

Secondo la ministra l’Italia ha il vantaggio di avere all’attivo, contrariamente a molti altri Paesi europei, una apposita legge sull’inclusione educativa e lavorativa delle fragilità.

“Presto verrà attuato il Decreto legge delega per la valutazione multidimensionale e il progetto di vita, un importante strumento che chiedo a ogni regione che visito di condividere e attuare – ha proseguito Locatelli, annunciando prossimamente la creazione di un fondo unico a sostegno dell’iniziativa -. Si tratta per quanto possibile di radunare servizi e istituzioni attorno alla persona, specificando all’interno di un apposito documento tutti i suoi bisogni sanitari, assistenziali, sociali ma anche territoriali”.

La giornata odierna è stata per la ministra particolarmente densa di impegni: dopo aver preso parte in mattinata all’inaugurazione della nuova pala eolica della Fondazione sistema Ollignan, nel pomeriggio la donna ha dapprima incontrato i vertici della Lega Vallée d’Aoste, i consiglieri regionali e comunali e i funzionari del dipartimento disabilità e successivamente le associazioni valdostane che si occupano della tematica.

“Oggi ho davvero apprezzato il lavoro di squadra svolto dagli enti del terzo settore e, nonostante le difficoltà rese note, mi auguro di riuscire a dare dal punto di vista nazionale delle linee guida per riuscire a fare meglio valorizzando le associazioni – ha commentato Locatelli -. Certo, si può e si deve fare di più agendo sempre nella direzione di co-programmare e co-progettare”.

Uno dei nodi emerso a più riprese durante i vari incontri di oggi è stato peraltro quello dei minori affetti da disabilità gravissima, per i quali è stata evidenziata l’urgenza di un supporto scolastico e di un sostegno all’inclusione.

“Attualmente la medicina permette una sopravvivenza più lunga dei casi complessi, che vanno affrontati fornendo ai bambini la capacità di restare il più a lungo possibile in compagnia dei propri coetanei – ha insistito Locatelli -. Mi immagino un futuro in cui riusciremo a dare loro questa risposta oltre che una vita dignitosa nelle dimensioni abitativa, sanitaria, lavorativa, educativa, sportiva, relazionale e affettiva grazie anche all’aiuto delle associazioni”.

Stando alla ministra, nella Penisola è in atto un’autentica rivoluzione sul piano della disabilità, esordita dalla Legge delega 227 del 2021 che, prendendo le mosse dalla correlata convenzione delle Nazioni unite, definisce nel dettaglio il concetto di disabilità e il principio di piena partecipazione.

“Un altro decreto attuativo declina l’Icf (ndr, la revisione della classificazione internazionale del funzionamento), la valutazione di base dell’invalidità civile che sinora è stata effettuata soltanto sulla base di tabelle che classificavano la capacità di lavorare – ha concluso Locatelli -. Oggi essa tiene in conto la definizione di disabilità e introduce una parte qualitativa nell’esaminare la persona in maniera meno rigida”.

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