Dopo mesi di discussione intorno a due testi di legge, uno della maggioranza e uno del Pd, il Consiglio Valle ha approvato ieri pomeriggio la legge contro la violenza di genere. Tredici articoli con cui la Regione riconosce in ogni forma di violenza di genere una violazione dei diritti umani e assicura alle vittime e ai loro figli tutela e sostegno per consentire loro di riconquistare la propria autonomia personale, sociale ed economica. E’ prevista l’istituzione di un Forum permanente contro le molestie e la violenza e di un Osservatorio regionale oltre che la predisposizione di un Piano triennale di interventi, approvato dal Consiglio Valle. La Regione riconosce inoltre la valenza sociale del Centro antiviolenza, già previsto dal programma di attività della Consulta per le pari opportunità, e promuove la formazione degli operatori socio-sanitari coinvolti nella prevenzione e nella lotta al fenomeno. Le risorse complessive per l’applicazione della legge a decorrere dal 2013 sono pari a 304.500 euro, di cui 284.500 a carico del bilancio di previsione della Regione e 20.000 a carico del bilancio del Consiglio regionale.
"La speranza – ha sottolineato Hélène Impérial, illustrando il provvedimento – è che, anche grazie a questo nuovo strumento normativo, si giunga al superamento del sentimento di vergogna che caratterizza le vittime, visto che il 93% delle violenze resta sommerso, e che si riesca, attraverso percorsi mirati, a intervenire alla fonte della violenza, ovvero la patologia che colpisce i maltrattatori.
Il testo di legge è nato dall’accordo fra le proposte del Pd e della maggioranza. "Il prossimo Consiglio – ha auspicato Carmela Fontana – mantenga alta l’attenzione sulla questione, stanziando somme più elevate di quanto non sia possibile fare oggi, perché occorre lavorare ancora molto sull’argomento: non è infatti ammissibile che sia necessaria una legge per stabilire che la vita e la dignità delle donne sono da rispettare e tutelare."
Sul Centro donne antiviolenza, la Presidente del Consiglio Valle Emily Rini ha spiegato come le competenze, ora in capo alla Consulta per le pari opportunità, passeranno dal 2014 all’Assessorato regionale alla sanità, "al fine di creare maggiore rete tra i servizi e rendere omogenee le linee guida in materia, per fare sì che tutti gli atti e le azioni siano concertati e coordinati." Inoltre la Presidenza del Consiglio stanzierà 20.000 euro per coprire le attività di formazione.
Per Gianni Rigo del Pd "forse si poteva fare di più". Rigo inoltre ha denunciato l’assenza nel dibattito sul provvimento della Consulta per le pari opportunità, "che non ha espresso parere né è intervenuta in Commissione: un’eccezione in un clima di generale collaborazione, a livello tanto di forze politiche quanto di associazioni".