Legge di stabilità 2018, Marguerettaz: “Non bisogna rompere con lo Stato, serve un accordo stabile”

Il deputato questa mattina si è presentato in Consiglio regionale per incontrare la conferenza dei capigruppo. 
Rudy Marguerettaz
Politica

E' stato un weekend di fuoco, quello appena trascorso, per il deputato valdostano Rudi Marguerettaz. Non appena si è venuti a sapere dell'emendamento alla Legge di Stabilità dello Stato proposto dal Governo, che chiede alla Valle d'Aosta 100 milioni circa per il 2018, il telefono del parlamentare ha iniziato a squillare. "Ho dovuto staccarlo". 
Il deputato questa mattina si è presentato in Consiglio regionale per incontrare la conferenza dei capigruppo. 

Quali margini di manovra esistono per modificare il testo dell'emendamento?
Non ce ne sono tantissimi. Stanno ancora lavorando in commissione bilancio dove alcune cose questa notte sono state modificate. Credo, quindi, che un piccolo margine ci sia, non sarà possibile intervenire sull’impianto dell’emendamento, così come è stato formulato, ma magari sulle cifre. Certo che a 48 ore dall’arrivo in aula del testo….

Quali indicazioni  di voto ha ricevuto nell’incontro con i capigruppo di questa mattina?
No, ho spiegato qual è la mia idea e quali sono le mie preoccupazioni. La questione è delicata, da una parte c’è un provvedimento che così com’è non ci soddisfa, dall’altra parte c’è a mio avviso, anche dopo l’esperienza di questi anni, l’opportunità comunque di non rompere i rapporti con il Governo. La Valle d’Aosta non è così decisiva nei numeri né al Senato e tanto meno nella Camera, è sempre, quindi, conveniente tenere un rapporto di positività con il Governo. Bisogna cercare di trovare una soluzione di voto che tenga insieme questi due aspetti.

Presentando l’emendamento in Commissione Bilancio il presidente e relatore Francesco Boccia parla di “accordo già raggiunto tra il Governo e le citate regioni” (Nda Sardegna e Valle d’Aosta)
La realtà è che non c’è alcun accordo siglato. Il Presidente Boccia non è a perfetta conoscenza della situazione, io tra l’altro ero presente, ha riassunto così per evitar che vi fossero dei subemendamenti. Di fatto Boccia non è a conoscenza di questa situazione. Quell’emendamento così come è stato formulato noi l’abbiamo visto un quarto d’ora prima.

Si può parlare di azione unilaterale da parte del Governo?
Sì, le impostazioni che si sono state nei tanti pour parlar erano diverse da come si sono tradotte nell’emendamento. Ho anche la sensazione che questo emendamento sia stato preparato dagli uffici e che forse in questa fase concitata di legge di bilancio, alla parte politica sia sfuggita la formulazione dell’emendamento perché con la parte politica nella fase finale si era discusso di cifre diverse. Le cifre così come sono state formulate sono relativamente importanti e la gravità consiste nel fatto che qui si faccia riferimento ancora una volta alla legge sugli accantonamenti delle regioni a statuto speciale su cui l'Amministrazione regionale aveva già fatto ricorso e che lo si spalmi sul triennio successivo. 

Votare la finanziaria regionale così come formulata è un azzardo?
Su questo non metto la lingua, questo fa parte della strategia del Consiglio regionale.

Nelle trattative con lo Stato ci sono stati degli errori? 
Quando si fa c’è sempre il rischio e la buona possibilità di fare degli errori. Io ho visto un impegno da parte delle  istituzioni regionali, noi abbiamo fatto quello che eravamo chiamati a fare, non credo di avere molto da rimproverarmi.

Se non suoi di qualcun altro?
No, ho un ruolo istituzionale che non mi permette di fare queste valutazioni. 

Il Governo nello stesso giorno in cui ha presentato l’emendamento sulla Valle d’Aosta ha ridefinito con un altro testo anche i rapporti finanziari con il Friuli.
Il Friuli ha un presidente di regione che si chiama Debora Serracchiani che fa parte della segretaria del Pd ed è prossima a candidarsi per le politiche.
Anche noi avremmo dovuto in passato giungere ad un accordo finanziario complessivo con lo Stato come hanno fatto anche da altre regioni. E’ una strada forzatamente da percorrere ma con molta attenzione perché anche altre realtà come l’Alto Adige hanno fatto un accordo, dove io ho la sensazione, che se potessero tornare indietro lo rivedrebbero.
Se l’atteggiamento dello Stato è però questo di prelevare o trattenere ad ogni finanziaria converrebbe pensare di fare un accordo stabile una volta per tutte.

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