Lo Stato chiede un contributo aggiuntivo ai comuni, la Regione ricorre alla Consulta

I soldi, pari a 573mila per il 2024 e il 2025, a titolo di concorso al risanamento della finanza pubblica. La previsione, contenuta in un decreto legge del settembre scorso, viola, secondo l'Amministrazione regionale, "l'autonomia finanziaria".
Il Palazzo della Corte Costituzionale
Politica

Lo Stato chiede ai comuni valdostani un contributo aggiuntivo al risanamento della finanza pubblica di 573mila euro per il 2024 e il 2025, ma la Regione dice “no”, presentando ricorso alla Corte costituzionale.

La previsione, contenuta nel decreto legge 29 settembre 2023 n. 132,  viola, secondo l’Amministrazione regionale, “la particolare autonomia finanziaria attribuita alla Regione autonoma Valle d’Aosta “. In particolare “la violazione si appalesa laddove il contributo aggiuntivo al risanamento della finanza pubblica è stato disposto unilateralmente, mediante una previsione legislativa che accomuna i Comuni valdostani ai restanti Comuni della Repubblica, nonostante il contributo alla finanza pubblica sia stato determinato per la Regione Valle d’Aosta e per i suoi enti locali con un Accordo bilaterale” sottoscritto nel  2018. Lo stesso prevede sì la “possibilità di un incremento di una percentuale non superiore al 10 per cento” per un tempo stabilito e soprattutto giustificato da “eventuali eccezionali esigenze di finanza pubblica”, che però, spiega la Regione “non paiono in assoluto quelle poste alla base della previsione normativa di cui trattasi, e che, comunque, graverebbero esclusivamente sulla Regione autonoma Valle d’Aosta, e non anche sulla altre Regioni a statuto speciale, titolari di autonomia finanziaria, anche in materia di enti locali”. L’incremento, inoltre, avrebbe dovuto essere “determinato con il previo coinvolgimento della Regione”, mentre la norma impugnata stabilisce che l’importo, “già quantificato dalla legge in complessivi euro 100 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025, sia ripartito tra i Comuni con un dPCM da adottare previa intesa con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, e, dunque, senza alcuno coinvolgimento della Regione, nonostante la stessa, nella previsione della disposizione di cui trattasi, dovrebbe farsi carico del versamento allo Stato del contributo determinato per i propri Comuni, vedendosi trattenuto tale importo, in caso di mancato versamento, dalle somme a essa spettanti a qualsiasi titolo”.

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