L’Union Valdôtaine dice 86 “sì” al matrimonio con il Popolo della Libertà

L’Uv da il benvenuto al Pdl. Cento unionisti si sono riuniti a Quart: 86 sono favorevoli all’allargamento della maggioranza regionale al Pdl, 10 sono contrari e 4 si astengono. Passa a larga maggioranza la linea Perron.
Augusto Rollandin ed Ego Perron
Politica

 Il voto: 86 sì, 10 no e 4 astenuti

Il teatrino della politica non ha riservato grandi sorprese. Puntuale alle 20,30 nell’auditorium di Quart di ieri è iniziato il Conseil fédéral dell’Union Valdôtaine. Un appuntamento atteso dagli iscritti e dal Partito delle Libertà che da tempo aspettava una risposta. Il tema è noto: l’allargamento della maggioranza regionale al partito di Berlusconi. La risposta era ormai stata annunciata nei vari incontri con “la base” e dalle sezioni del “Mouvement”. Il “sì” atteso è arrivato: dei 100 presenti solo 10 i voti contrari, 4 gli astenuti e 86 i favorevoli. L’Union ha scelto, “il matrimonio s’ha da fare”.

Aspettando Stella alpina

E adesso? “E adesso aspettiamo Stella Alpina”. Non nasconde un po’ di fastidio Ego Perron quando parla dell’alleato che il suo vicepresidente, David Follien, ha bollato come “non indispensabile”. “Credo solo che sarebbe stato più opportuno che le loro consultazioni fossero partite prima, in modo da arrivare insieme ad una decisione. Partono ora, quando noi è da mesi che parliamo di questo. Quello di Stella Alpina mi sembra un atteggiamento studiatamente attendista. Detto questo confermiamo l’asse e la collaborazione sia con SA sia con la Fédération”.

Dalle Europee alla Regione, il lungo cammino della “svolta a destra”

Nel discorso introduttivo Perron ha ricordato il lungo percorso che ha portato alla decisione di allargare la maggioranza. “Il Pdl lo scorso ottobre ci ha offerto ufficialmente la sua collaborazione per la Regione”, ma il corteggiamento era iniziato già prima, “con l’importante esperienza delle Europee e delle Comunali di Aosta. Abbiamo poi apprezzato l’atteggiamento del Pdl, con la sua propensione al dialogo”. Con il documento che Perron ha proposto al Mouvement gli unionisti hanno deciso di “accogliere e accettare l’offerta di disponibilità di condivisione di responsabilità avanzata dal Pdl”. L’altro vicepresidente dell’Uv, Ugo Voyat, sintetizza così: “Senza perdere nulla otteniamo vantaggi per la Valle”. Poi aggiunge: “Alcuni ci accusano di vendere l’autonomia, ma non è così. Lo dimostra il senatore Antonio Fosson che se è il caso a Roma vota a favore alle proposte del governo mentre quando è il caso vota contro senza fare gli interessi del Pdl ma quelli della nostra Regione”. Sintetico Augusto Rollandin, il presidente della Regione: “Ricordo che quando è stata fatta l’alleanza con la sinistra nessuno si è scandalizzato, eppure nessuno ha chiesto nulla a nessuno, lo si è deciso dalla sera alla mattino. E’ quindi chiaro che il ni droite ni gauche non vuol dire che non si possano fare alleanze e questa volta noi abbiamo voluto sentire la base prima di procedere”.

I “soliti noti” confermano il loro “no”

Le voci discordanti dei “dissidenti” o, per dirla con il vicepresidente dell’Uv David Follien, “i soliti noti”, non sono mancate. Il primo a prendere la parola dopo il presidente Ego Perron è stato l’ex consigliere regionale Aldo Cottino, chiara la sua posizione: “Non c’è nessuna necessità di allargare la maggioranza: è coesa, lavora e ha lavorato bene e tanto. Per questo il mio parere è contrario”. La palla è poi passata a Daniela Piassot, ex consigliera comunale di Aosta che ha portato il punto di vista della sezione di Excenet. Anche in questo caso “parere contrario”, “perché non ci sembra opportuno cambiare maggioranza a metà legislatura”. Stefano Aggravi, in rappresentanza della Jeunesse si è astenuto. Tra gli interventi più attesi c’era quello di Dino Viérin, uno dei “dissidenti” eccellenti. “Nel 2008 – ha ricordato l’ex presidente della Regione motivando il suo voto contrario – abbiamo vinto con un’alleanza e con un programma chiari. Io e la mia sezione crediamo sia opportuno mantenere la stessa maggioranza e lo stesso programma”. Sulla linea del padre anche l’assessore all’Istruzione, Laurent Viérin, che ha espresso “perplessità sulle necessità di questo allargamento”.  Contrario anche Luciano Caveri che ha ricordato come nella sua sezione non si sia giunti a un documento condiviso per la poca partecipazione.

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