Lupo, indennizzi più rapidi per gli allevatori ma anche prevenzione e formazione

Nel 2018 in base ai dati forniti dall'Assessore all'Ambiente sono stati censiti in Valle d'Aosta 4/5 branchi di lupi, mentre non sono stati rilevati ibridi. 
Lupi foto di Giovanni Carnemolla
Politica

Indennizzi più celeri nell’immediato, mentre sul lungo periodo l’adesione al progetto europeo Life 2019-2024. Sono queste le prime iniziative messe in campo dalla Giunta regionale sulla questione lupo.

“Il governo regionale ha deciso di aderire al progetto che prevede uno stanziamento di 500mila euro, in parte coperti dall’Unione europea – spiega durante la conferenza stampa di Giunta, l’Assessore all’Ambiente Albert Chatrian –  Ci si muove su quattro binari: delle squadre di pronto intervento per dar subito agli allevatori delle risposte puntuali, ad esempio sulle recinzioni da adottare, assistenza tecnica, formazione, anche per il nostro personale tecnico, e comunicazione.”

Martedì prossimo tornerà poi a riunirsi il tavolo tecnico, istituito un anno fa. “Incontreremo assieme all’Assessore Viérin l’Arer per dirimere una serie di criticità che oggi ci sono legate alla questione del “de minimis”, cercando di dar risposte ad un settore in grande difficoltà”.

Gli indennizzi per i danni subiti dagli allevatori per parte del 2017 e per tutto il 2018 (36mila euro totali) verranno erogati entro fine mese, ha quindi annunciato l’Assessore. La Regione inoltre mette a disposizione 100mila euro di contributi per il 2019 per misure di prevenzione contro le predazioni.

“Nel 2018 abbiamo condotto un monitoraggio sistematico sulla presenza del lupo in Valle d’Aosta, con delle analisi genetiche, i cui risultati verranno a breve diffusi – aggiunge Paolo Oreiller, dirigente dell’Assessorato all’Ambiente – Al momento abbiamo censito la presenza in Valle d’Aosta di 4/5 branchi di lupi, mentre non sono stati rilevati dai dati genetici in nostro possesso ibridi”.

La volontà della Giunta regionale è infine di “far fronte comune con le altre regioni alpine, per risolvere le criticità, ma anche per sfruttare le potenzialità a livello di biodiversità”.

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