Matteo Renzi: “Se perdo prometto che non accetterò poltrone”

E' disposto ad "autorottamarsi" in caso di sconfitta il candidato alle primarie del Pd. La tappa di Arnad è l'occasione per parlare di regioni a statuto speciale ed Olivett-Jet, ma anche di Vendola e del dopo Monti.
Matteo Renzi arriva ad Arnad
Politica

Il camper del “rottamatore” arriva in tarda mattinata ad Arnad, alla Maison Bertolin. I tempi sono strettissimi, la maratona delle primarie del Pd prevede tante tappe affiancate, c’è giusto il tempo di salutare il comitato promotore valdostano, lanciare un breve intervento, rispondere alle domande, fare fronte all’assalto dei microfoni, gustare un po’ di lardo e vino e ripartire alla volta del Piemonte.
La collaudata macchina elettorale fa il suo dovere, le domande incalzano e tutti i temi principali, quelli nazionali e quelli locali, vengono toccati. “Si parla tanto di rottamazione, ma si tratta di cambiare stile e facce, la politica non deve essere fatta sempre dalle stesse persone”. Per questo motivo Matteo Renzi mette le mani avanti: “ se perderemo non verrò riciclato, siamo contrari ai premi di consolazione, in caso di sconfitta farò un passo indietro, a differenza dell’abitudine invalsa finora anche nel centrosinistra. E meno male che mi dipingono come un arrivista alla ricerca di poltrone”.

La tappa da Bertolin è l’occasione per lodare le piccole e medie imprese come il noto salumificio, “che hanno costituito e costituiscono il tessuto imprenditoriale italiano, più dei grandi colossi che vivono di sussidi dallo Stato”. Ma Arnad non è solo la capitale del lardo. Dal pubblico, una lavoratrice dell’Olivetti-Jet di Arnad fa presente la situazione dell’azienda, specializzata in ricerca e tecnologia, messa in liquidazione da Telecom Italia, con 162 dipendenti a rischio. “Siamo alla ricerca di finanziatori” spiega il sindaco Pierre Bonel. “Mi impegno a seguire la faccenda, telefonando alla Telecom e cercando di spendere la mia visibilità per avere delle risposte” ribatte Renzi, dopo avere posto qualche domanda a riguardo.

Sul tavolo c’è anche la questione delle regioni a statuto speciale, evocata verso la fine del discorso. Il parere è abbastanza sfumato: dichiarandosi federalista convinto, Renzi dichiara di difendere le ragioni delle regioni autonome, “nate per ragioni storiche e di confine”, se ben amministrate. A fornire un esempio in negativo è la regione Sicilia, dove “gli sprechi sono all’ordine del giorno, e i privilegi insensati degli onorevoli consiglieri ricadono sulla collettività”. Altri esempi in negativo, tra le regioni a statuto ordinario, sono la Lombardia e il Lazio, recentemente travolte dagli scandali politici. La Valle d’Aosta non viene né promossa né bocciata, sul piano dell’amministrazione. Il tema del pirogassificatore e in generale del trattamento a caldo dei rifiuti, emerso dalle domande dei giornalisti, suggerisce una risposta prudente: “non posso in buona fede dichiararmi né pro né contro, dipende dal parere degli scienziati, dalla posizione, dalle problematiche ambientali ed economiche locali, da valutare caso per caso”. E le alleanze del Pd valdostano in vista delle elezioni regionali? “Non entro nelle questioni locali, ogni realtà ha le sue logiche. Ma credo che i risultati di queste primarie avranno delle conseguenze anche qui”.

Al di là delle questioni squisitamente valdostane, tiene banco anche il controverso rapporto con Vendola. “Esistono due Sel: la prima governa a livello locale, come Pisapia a Milano, o Zedda a Cagliari, persone che lavorano davvero bene, e che mi piacciono. L’altra Sel è quella che sostiene punti di vista che non condividiamo, rimette in questione i parametri europei, con il rischio di ritornare a spendere troppo non appena Monti sarà fuori gioco. Noi proponiamo un programma, se vinceremo Sel potrà decidere come adeguarsi. Se ci batteranno saremo noi a stabilire in che termini adattarci”.

Il dopo-Monti, intanto, resta difficile da immaginare. “Monti ha ridato credibilità al nostro Paese, e auspico che continui a dare una mano, spendendo la propria autorevolezza per la ripresa dell’Italia e dell’Europa” riassume Renzi. “Non tutto il suo Governo è all’altezza, purtroppo. Monti va bene per una situazione di emergenza, come quella a cui hanno portato il fallimento del Governo di Berlusconi e il fallimento del centrosinistra, che non è stato, nel momento cruciale, un’alternativa solida e credibile. Il presidente del Consiglio devono sceglierlo gli italiani, un Monti Bis rappresenterebbe un fallimento della politica e delle idee”.
 

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte