Si appesantisce il dossier dedicato al parcheggio dell’ex Residence Mont Blanc che il Movimento valdostano 5 Stelle hanno inviato alla Direzione Antimafia di Torino (a cui spetta il caso per competenza). Come in una saga a puntate, ogni volta si aggiungono nuovi particolari, evidenziati ieri sera da Stefano Ferrero in un incontro pubblico all’Hostellerie du Cheval Blanc. All’inizio è stato necessario riepilogare le puntate precedenti, ovvero, riassumendo all’osso, l’acquisizione della struttura, a un prezzo superiore di due milioni di euro rispetto a quello valutato dalla perizia, da parte della Saint-Bernard s.r.l., la Società proprietaria dell’ex Residence, di cui è socia di maggioranza l’Edilsud di Giuseppe Tropiano, rinviato a giudizio per favoreggiamento alla ‘ndrangheta. Ferrero non ha mancato di ricordare il ruolo, da finanziatore della Saint-Bernard, di “un importante istituto di credito del capoluogo” di cui ha preferito non fare direttamente il nome, ha accennato al mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte degli operai, e ha menzionato l’incendio di un box subito dalla società che si occupa, nel cantiere, dei tiranti, “ennesimo caso di autocombustione in salsa valdostana”.
Proprio i tiranti sono stati i protagonisti, in un certo senso, della serata. Varie fotografie mostrano un’inquietante degenerazione dello stato dei palazzi e delle strade che circondano gli scavi. L’edificio più vicino al cantiere, in particolare, mostra crepe negli appartamenti (pavimenti e soffitti) tali da scalzare le piastrelle e aprire squarci nella boiserie. Crepe anche maggiori solcano i balconi e le pareti esterne. Lo stesso discorso vale per il manto stradale, in due punti, in viale Gran San Bernardo e in Via Roma (sopra il punto dove si sta scavando il cunicolo di collegamento tra parcheggio e ospedale). I problemi sono iniziati con i lavori. “E’ come se una forza incredibile spingesse una parte degli immobili vicini e delle porzioni di strada circostante in una direzione precisa, ovvero il cantiere” ha sottolineato Ferrero. “Uno scavo, soprattutto di queste dimensioni, richiede un attento controbilanciamento per evitare che l’enorme pressione faccia collassare le pareti”. Per questo si usano i tiranti, grossi tubi con elementi di metallo infilati nel terreno. All’inizio i tiranti dovevano essere lunghi 14 metri, e rientrare quindi esattamente nel perimetro su cui insistono i lavori. Però è stata approvata una variante per portarli a 17,20 m. “Abbiamo due teorie: o sono stati usati i tiranti più corti, e non sono sufficienti, o sono stati usati quelli lunghi, e passano sotto la proprietà privata circostante. Senza permesso: i condomini hanno votato contro questa ipotesi. In ogni caso qualcosa non va, bisogna intervenire subito, non sappiamo altrimenti cosa potrebbe succedere, soprattutto se, come è possibile, il cantiere insiste su un terreno con frana quiescente”.
Secondo 5Stelle anche l’uso disinvolto dei tiranti non è giustificato. “I cantieri così grandi andrebbero scavati a porzioni, e tenuti su mano a mano con micropali, molto più costosi dei tiranti. Qui ne hanno usati alcuni, ma hanno scavato tutto subito, per risparmiare. Tutte queste sono pratiche diffuse, di fatto costa meno pagare i danni che provvedere ad evitarli”. Intanto gli abitanti dei condomini vicini protestano, anche contro polvere e rumori, ma finora inutilmente. L’opacità dell’intera operazione denunciata dai grillini chiama in causa anche la Coup Srl (socio unico Finaosta) costituita dalla Regione proprio per gestire il complesso dei lavori relativi all’ospedale con annessi e connessi, parcheggio compreso.
Tutto questo non è che la punta dell’iceberg, assicurano i grillini. “Non possiamo rendere pubbliche molte nostre scoperte, ma le abbiamo segnalate alla Dia”. Appuntamento quindi alla prossima puntata.