Un nome storico, una conferenza stampa trilingue – italiano, francese e patois – a la volontà di recuperare le radici storiche della Valle d'Aosta, senza paura di affrontare frontalmente l'Union Valdôtaine.
È stato presentato questa mattina il movimento identitario giovanile Jeune Vallée d'Aoste, che nasce dalla Lega Nord per allargarsi a chiunque abbia a cuore l'appartenenza alla storia e alla cultura locale. A spiegarne la linea Erik Lavy, giovane consigliere comunale del Carroccio a Saint-Nicolas: “Albert Deffeyes spiegava che chi usa nome di Émile Chanoux senza conoscerne il pensiero non è un vero valdostano, una frase che oggi colpisce questa Union che non fa più ciò che Chanoux diceva, rendendolo capro espiatorio per ogni cosa. Noi ci sentiamo gli eredi della cultura di Chanoux e vogliamo lottare per una nuova liberazione, un nuovo 25 aprile”.
L'obiettivo è quello di ispirarsi ai principi del 'groupe d'action régionaliste' fondato dall'abbé Trèves nel 1925, con un taglio alla Valle del presente: “Oggi il nemico è la mentalità – prosegue Lavy – quella degli ultimi trent'anni basati su un sistema di potere clientelare che sta uccidendo il popolo valdostano. Cambiarla sarà difficile, ma vogliamo farlo partendo proprio dai giovani per aprirci a tutti, per spazzare via questi 'leoni' che di 'rampante' non hanno più niente”.
Movimento giovanile fortemente voluto anche dalla Lega Nord Valle d'Aosta: “L'identità – ha spiegato Nicoletta Spelgatti, consigliera ad Aosta per il Carroccio – è un faro che va riacceso nelle coscienze e nelle menti, in momento in cui assistiamo ad una globalizzazione sfrenata dove spogliarsi della propria identità sembra l'unico valore portato avanti in nome dell'accoglienza e della tolleranza. Laddove si voglia accogliere ed andare verso l'altro non si può non avere coscienza di chi si è. Per poter rispettare gli altri bisogna per prima rispettare se stessi, questa è la distruzione della bellezza delle diversità”.
“La volontà di chiamare questo movimento Jeune Vallée d'Aoste – commenta invece Étienne Andrione, anch'egli in Consiglio comunale del Capoluogo nel Gruppo Misto di minoranza – è la scelta giusta perché richiama l'epoca in cui l'Union rappresentava ancora qualcosa a livello culturale. Un partito che ora non ha ancora espresso un parere su un referendum costituzionale importantissimo e che non è neanche più un partito, abbandonando ormai ogni tipo di lotta idealista e di speranza”. Altro 'nume tutelare' della Jeune Vallée d'Aoste è Pietro Antonio Maculotti, consigliere di minoranza a Saint-Nicolas assieme a Lavy: “Vedo sempre bene la nascita di questi movimenti che riportano la cultura al suo giusto posto, perché non deve mai essere soffocata dalla politica ma richiama lo studio ed il rispetto delle tradizioni con grande affetto per questa terra, per i valdostani e la 'valdostanità'”.
Spinta che arriva anche da Diego Lucianaz, indipendentista di lungo corso che, in patois, spiega che: “I giovani valdostani devono prendere in mano il proprio futuro ed è bello che abbiano la voglia di decidere. Abbiamo dato la nostra cultura in mano a degli irresponsabili, a chi pensa solo ai propri interessi e non al bene del proprio popolo. È indispensabile lottare per la nostra cultura e staccarci da quella italiana che ha portato mala amministrazione, irresponsabilità ed un accostamento schifoso e vergognoso con la 'ndrangheta”.
Un movimento giovanile appena nato ma già pronto ad attivarsi: “Tra poco apriremo la pagina Facebook per poterci contattare – chiude Lavy – e nel frattempo ci impegneremo per il 'No' al referendum costituzionale di dicembre. Da lì in poi abbiamo in mente tutta una serie di iniziative molto forti”.