Nuova Università, per terminare il I lotto servono ancora 2/3 milioni di euro

Arrivata sul tavolo della Giunta regionale la bozza della settima perizia di variante della Nuova università. Dei 2/3 milioni chiesti da Nuv, la Regione dovrebbe trovarne 1 milione e 500mila euro circa di nuovi finanziamenti, i restanti derivano invece da risparmi.
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Per terminare il primo lotto della Nuova Università Valdostana serviranno altri 2/3 milioni di euro. E’ quanto ha spiegato l’Amministratore unico Bruno Milanesio audito questa mattina in II Commissione. Nei giorni scorsi la società ha consegnato sul tavolo della Giunta regionale la bozza della settima perizia di variante della Nuova università, che quantifica gli ultimi interventi necessari per consegnare l’opera ultimata e per risolvere la questione delle riserve iscritte dalla ditta.

“Aspettiamo che la Regione ci dia delle indicazioni e si interfacci con noi per definire gli ultimi aspetti” spiega all’uscita Milanesio. Dei 2/3 milioni chiesti da Nuv, la Regione dovrebbe trovarne 1 milione e 500mila euro circa di nuovi finanziamenti, i restanti derivano invece da risparmi. “Rispetto ad un’opera costata 70 milioni, 27 la parte militare e 40 la parte di ateneo, un milione in più o in meno sono fisiologici”. Con l’approvazione da parte della Giunta della settima perizia di variante, l’Amministratore unico delinea 15 mesi di lavori per concludere l’opera.

Il primo lotto della Nuova Università potrà ospitare fino a 1200 studenti. Qui però non troveranno spazio tutti gli uffici amministrativi, ma solo la didattica (aule e laboratori) e l’aula magna, ipogea, da 200 posti. Sulla carta, per completare gli altri due lotti serviranno almeno altri 20 milioni di euro. “Qui però nessuno parla di altri lotti  – chiosa ancora Milanesio – perché ho l’impressione che non vi sia la sufficiente serenità politica per poter fare dei discorsi sull’avvenire”.

0 risposte

  1. Un altro luminoso esempio del modello Kim Jong Un che ha partorito esempi notevolissimi di architettura funzionale quali il mega museo di Saint Martin de Corleans, l’aeroporto intercontinentale di Aosta, e l’affollatissimo parcheggio dell’ospedale.
    Una (orrenda) colata di cemento che ha distrutto un luogo importante per molti aostani. Un disastro per costruire una “Università” in una realtà dove i piu’ sognano di fare l’usciere alla regione o l’autista dell’assessore.

  2. “…un milione in più o in meno sono fisiologici”… potrebbe dunque sborsarli l’A.U. magari dai suoi risparmi…un’opera che, con la durata e solidità del governo attuale non sarà disponibile nemmeno per l’a.a. 2020…si profila un’altra cattedrale nel deserto.

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