Obbligo vaccinale e Green pass, il Savt scrive al Premier Draghi

24 Agosto 2021

“Se chi è chiamato a gestire l’emergenza sanitaria ritiene, e i dati che vengono diffusi dalle massime istituzioni sanitarie sembrano fino ad oggi confermare questa tesi, che il vaccino sia l’unico strumento a disposizione per combattere la pandemia da Covid-19, deve avere il coraggio di sancire l’obbligo vaccinale, visto che la Costituzione italiana prevede questa possibilità in situazioni come quella che stiamo vivendo”. E’ uno dei passaggi di una lettera scritta dal Savt al Presidente Draghi e ai Ministri Speranza e Orlando in merito all’obbligo vaccinale e all’utilizzo del Green pass.

Il sindacato evidenzia nella missiva le “divisioni che si stanno creando in ogni ambito in merito all’utilizzo del Green Pass, uno strumento che sicuramente è stato immaginato per cercare di dare un nuovo impulso alla campagna vaccinale stessa, ma che rischia al contrario di diventare un vero e proprio boomerang, considerate le innegabili difficoltà che il suo utilizzo comportano”. Il Savt si domanda, quindi, se queste polemiche “siano utili nella lotta alla pandemia, visto che tutti quanti siamo sicuramente uniti almeno da un pensiero comune: bisogna fare di tutto per evitare un nuovo lockdown. L’eventuale chiusura delle attività sarebbe devastante a livello socio-economico e non ce lo potremmo assolutamente permettere.”
Secondo il Savt se non si vuole approvare l’obbligo vaccinale “bisogna allora evitare di approvare norme che possano alimentare divisioni e discussioni e che a volte rischiano di creare assurde contraddizioni. Soprattutto bisogna evitare di demandare le responsabilità ai cittadini e prevedere che siano le Istituzioni a farsi carico della corretta applicazione delle norme stesse. Non è infatti immaginabile, ad esempio, che si chieda agli esercenti, ai datori di lavoro e/o ai lavoratori stessi, di vigilare sul fatto che le persone siano in possesso del Green Pass. Così come ci si deve organizzare affinché le persone che scelgono per qualsiasi motivo legittimamente di non vaccinarsi, qualora non si decidesse di andare verso l’obbligo, possano praticare l’alternativa di fare il tampone ogni 48 ore. Devono essere appunto le Istituzioni a mettere i cittadini nelle condizioni di rispettare le norme e a vigilare sul fatto che tutto ciò accada. Non il contrario”.

 

Exit mobile version