Il "placet" alla legge, dopo una lunga discussione, ha registrato 22 voti favorevoli, 4 contrari (VdAV/R), 5 astensioni (PD e PdL). A presentare il testo di legge composto da 21 articoli è stato Diego Empereur (UV). La legge, elaborata in prima Commissione, ha visto l’accordo del CPEL cui è stata sottoposta, e prevede tra le modifiche principali la possibilità di indicare sulla scheda tre preferenze, invece delle due precedenti, oltre al numero corrispondente del candidato consigliere. Sono state inserite, inoltre, alcune facilitazioni per le modalità di voto, prevedendo simboli più grandi sulle schede e la possibilità per gli invalidi di votare in casa.
Il testo ha trovato l’accordo del Pdl con la maggioranza nelle ultime ore. Il PdL ha così ritirato la propria proposta di legge in materia. “Oggi – ha spiegato il consigliere Alberto Zucchi, Presidente della I Commissione – anche sulla base di una discussione a livello nazionale in continua evoluzione, in particolare riguardo al Codice delle Autonomie, abbiamo trovato un accordo con la maggioranza sulla necessità di non arroccarsi su di una situazione di chiusura e trovato la disponibilità ad affrontare la materia fin dai prossimi giorni nella Commissione competente. Crediamo che le regole del gioco debbano essere scritte tutti insieme al fine di addivenire ad una vera riforma.”
Bocciata invece la proposta di VdA Vive/Renouveau. Il consigliere del gruppo Alberto Bertin ha parlato di "deficit di democrazia" definendo “minimalista, inadeguata e per certi aspetti peggiorativa” la proposta avanzata dalla maggioranza. “Avremmo auspicato un confronto aperto fra tutte le forze politiche – ha detto Bertin – ma dobbiamo purtroppo constatare che l'atteggiamento della maggioranza vanifica il lavoro svolto dalla Commissione e impedisce di fatto un confronto, aprendo un accordo con il PdL con risvolti non soltanto nell’ambito istituzionale ma anche politico.”
“Se a livello nazionale non si andrà avanti in materia vuol dire che anche in Valle si resta ai blocchi?” ha commentato in proposito Donzel “Se il Codice delle Autonomie non sarà approvato, noi non faremo mai la nostra legge?”.
Per Bertin infine “Il Consiglio regionale non deve fare auspici ma norme e leggi. Gli auspici non hanno valore soprattutto se vengono da forze politiche che in caso di ineleggibilità hanno dei precedenti. Il riferimento al Codice delle autonomie in approvazione dimostra invece una subalternità allo Stato. Capisco che si tratta di un accordo tra maggioranza e PdL, ma non tiene”.