Passa la proposta di legge della maggioranza, e si conta sulla ‘buona fede’ dei sindaci

Approvate le modifiche alla legge regionale in materia di elezioni comunali: si passa a tre preferenze sulla scheda. L’ordine del giorno della maggioranza che invita i sindaci uscenti a non candidarsi come Vice, fa discutere la minoranza.
Politica
E’ passata in serata la proposta di legge presentata dalle forze di maggioranza (Union Valdotiane, Stella Alpina e Fédération Autonomiste) che modifica la precedente normativa del 1995 relativa alle modalità per le elezioni comunali, in vista delle consultazioni che si terranno in 68 comuni della Valle d’Aosta il 23 maggio 2010.
La proposta di legge fa perno sull’impianto precedente, al quale sono stati apportati dei correttivi e “modifiche di buon senso” come ha evidenziato il presidente della Regione Augusto Rollandin.
Il "placet" alla legge, dopo una lunga discussione, ha registrato 22 voti favorevoli, 4 contrari (VdAV/R), 5 astensioni (PD e PdL). A presentare il testo di legge composto da 21 articoli è stato Diego Empereur (UV). La legge, elaborata in prima Commissione, ha visto l’accordo del CPEL cui è stata sottoposta, e prevede tra le modifiche principali la possibilità di indicare sulla scheda tre preferenze, invece delle due precedenti, oltre al numero corrispondente del candidato consigliere. Sono state inserite, inoltre, alcune facilitazioni per le modalità di voto, prevedendo simboli più grandi sulle schede e la possibilità per gli invalidi di votare in casa.

Il testo ha trovato l’accordo del Pdl con la maggioranza nelle ultime ore. Il PdL ha così ritirato la propria proposta di legge in materia. “Oggi – ha spiegato il consigliere Alberto Zucchi, Presidente della I Commissione – anche sulla base di una discussione a livello nazionale in continua evoluzione, in particolare riguardo al Codice delle Autonomie, abbiamo trovato un accordo con la maggioranza sulla necessità di non arroccarsi su di una situazione di chiusura e trovato la disponibilità ad affrontare la materia fin dai prossimi giorni nella Commissione competente. Crediamo che le regole del gioco debbano essere scritte tutti insieme al fine di addivenire ad una vera riforma.”

Bocciata invece la proposta di VdA Vive/Renouveau. Il consigliere del gruppo Alberto Bertin ha parlato di "deficit di democrazia" definendo “minimalista, inadeguata e per certi aspetti peggiorativa” la proposta avanzata dalla maggioranza. “Avremmo auspicato un confronto aperto fra tutte le forze politiche – ha detto Bertin – ma dobbiamo purtroppo constatare che l'atteggiamento della maggioranza vanifica il lavoro svolto dalla Commissione e impedisce di fatto un confronto, aprendo un accordo con il PdL con risvolti non soltanto nell’ambito istituzionale ma anche politico.”

A far discutere è stata, oltre alla proposta di legge, anche l’ordine del giorno proposto dai Capigruppo di maggioranza e del PdL. Il documento, approvato con 25 voti a favore e 7 contrari (PD e VdAV/R) invita i “Sindaci, che si trovano nelle condizioni di ineleggibilità previste dall'articolo 30 bis della legge regionale 7 dicembre 1998, n. 54, a valutare attentamente l’opportunità della loro candidatura alla carica di Vice Sindaco, in modo tale che i principi fondamentali insiti nella legge elettorale e nella legge sul sistema delle autonomie in Valle d'Aosta, possano orientare le scelte individuali garantendo, altresì, l’elevato profilo etico che caratterizza il sistema degli Enti locali”. Un invito esplicito rivolto ai sindaci uscenti e non più candidabili alla carica di primo cittadino, a non candidarsi alla carica di Vice Sindaco, poiché qualora il primo cittadino decada per vari motivi, proprio questi tornerebbero a ricoprire quel ruolo, aggirando così, in un secondo tempo, la legge appena approvata. Per questo motivo la formulazione del documento è stata definita “infelice” da Raimondo Donzel (Pd) perché ”viene meno alla garbatezza di due anni di lavoro della Commissione”.
Le critiche non sono state risparmiate nemmeno nei confronti del proseguo del documento. Il Consiglio dà infatti mandato “alla prima Commissione consiliare permanente ad approfondire ed eventualmente definire ulteriori novità legislative, tenendo conto del nuovo quadro nazionale in materia, nel rispetto della nostra piena autonomia, a beneficio delle elezioni generali comunali del 2015.

“Se a livello nazionale non si andrà avanti in materia vuol dire che anche in Valle si resta ai blocchi?” ha commentato in proposito Donzel “Se il Codice delle Autonomie non sarà approvato, noi non faremo mai la nostra legge?”.
Per Bertin infine “Il Consiglio regionale non deve fare auspici ma norme e leggi. Gli auspici non hanno valore soprattutto se vengono da forze politiche che in caso di ineleggibilità hanno dei precedenti. Il riferimento al Codice delle autonomie in approvazione dimostra invece una subalternità allo Stato. Capisco che si tratta di un accordo tra maggioranza e PdL, ma non tiene”.

A ribattere lo stesso Presidente della Regione “il fatto di invitare e raccomandare è stato oggetto di molti ordini del giorno passatio in questo Consiglio – ha detto – riteniamo che l’invito ai sindaci uscenti abbia una sua validità. Sulle eventuali modifiche da apportare alla legge, alla luce dell’approvazione da parte del Governo del Codice delle Autonomie, specifichiamo che ne terremo conto e non vuol dire che non ci muoveremo. La discussione a livello nazionale del Codice delle Autonomie, aprirà nuovamente il dibattito a livello locale. Non è soltanto una questione di numeri, ma bisogna affrontare il tema della riorganizzazione delle amministrazioni comunali nel suo insieme. Questo è un discorso da rinviare a tempi meno sospetti".

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