Patto di stabilità: salvi i piccoli Comuni, detrazioni per tutti gli altri

Le Comunità montane e i 41 Comuni con popolazione sotto i mille abitanti sono salvi e saranno liberi di utilizzare gli avanzi di bilancio. Per i restanti saranno sottratte le spese sostenute dagli enti in ambito socio-assistenziale.
Giusto Perron, Speranza Girod, Elso Gerandin
Politica

Lo aveva anticipato il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, venerdì scorso dopo la riunione della Giunta e oggi lo ha ribadito il Presidente del Cpel, Elso Gerandin, presentando il testo della delibera che disciplina il patto di stabilità degli enti locali per il 2013: "Le Comunità montane e i 41 Comuni con popolazione sotto i mille abitanti sono salvi e saranno liberi di utilizzare gli avanzi di bilancio".

“Per i restanti 33 Comuni che al 31 dicembre 2011 superano la soglia (Aosta compresa, ndr) – ha spiegato Speranza Girod, sindaco di Fontainemore, durante la conferenza stampa convocata nel pomeriggio – si determina la media della spesa corrente del quadriennio 2006-2008 da cui va detratta la spesa sostenuta dagli enti in ambito socio-assistenziale (che quindi sarà a carico della Regione, ndr), moltiplicando la cifra per il coefficiente, dettato dalla legge, del 15,4%”.

Il calcolo, complicato, serve a definire il “saldo obiettivo” che dovrà essere verificato mediante un “saldo finanziario di competenza mista”, costituito dalla differenza tra entrate e spese finali.

Per l’anno finanziario 2011 sono quattro i comuni valdostani che non hanno rispettato il Patto di stabilità: Antey-Saint-André, Gaby, Nus e Verrayes. “In realtà il nuovo meccanismo sarà molto diverso e costringerà a redigere i bilanci in modo completamente differente – ha continuato Gerandin – perché si passa dal principio di competenza a quello di cassa. Non basterà avere un pareggio ma servirà un bilancio attivo: quindi non è detto che chi ha rispettato il Patto fino ad oggi riesca ancora a farlo e viceversa”.

Nel frattempo, in serata è arrivato il commento dell’Anci rispetto alle modifiche alla legge di stabilità approvate dalla Commissione bilancio del Senato. “Le legge che crea una vera e propria emergenza bilanci 2013”, sottolinea l’Anci in una nota, in vitando poi i Comuni a “non approvare i bilanci di previsione 2013 in attesa che il nuovo Governo si faccia carico della grave situazione della finanza locale, perché i Sindaci non sono in grado di poter spiegare ai cittadini quali servizi si intendono tagliare". 

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