Pista Indren-Gabiet, parla Munari: “Con il riscaldamento globale servono piste a 3000 metri”

Il presidente della Monterosa Ski risponde alle critiche, affermando che il nuovo progetto, ora sottoposto alla verifica di impatto ambientale dagli uffici regionali, è necessario per la sopravvivenza dell'impianto: "Così lavoreremo anche in autunno".
Funivor - Monterosa Ski
Politica

"Con questo innalzamento delle temperature dovuto al cambiamento climatico, tra 30 anni il 60 per cento degli impianti da sci chiuderà e noi abbiamo bisogno di avere delle piste oltre i 3000 metri per garantire la sopravvivenza del nostro". Il presidente di Monterosa Ski Giorgio Munari giustifica così la scelta di elaborare un progetto per costruire una pista battuta tra l'Indren e Gabiet. Quest'area ha visto sorgere nel 2006 una funivia che arriva dal passo dei Salati, l'intento era costruire un paradiso del free-ride, con un tracciato non battuto che passa ad est, sopra un salto di roccia, e scende dal canalino dell'Aquila, segnalato soltanto da paline.

Ora la società di impianti vuole "spostare il percorso", costruendo una pista battuta che scende direttamente verso Gabiet, ad ovest di quello del canalino, con interventi ben più cospicui e una spesa di circa un milione e 250 mila euro. Si parla di 41 mila metri cubi di materiale da sbancare e reimpiegare all'interno del cantiere, per modellare il terreno e consentire l'intervento dei mezzi battipista, oltre che di scogliere di sostegno di malta e pietra, lunghi fino a 250 metri e alti fino a 5.

Legambiente, Cai della Valle d'Aosta, la onlus Montain wilderness Italia e i gestori del rifugio Horestes Hütte hanno formulato una serie di osservazioni critiche, quando lo scorso febbraio il progetto è stato depositato agli uffici regionali. "Al contrario di quello che molti hanno detto noi abbiamo seguito l'iter corretto – specifica Munari – depositando gli elaborati in Regione dove sarebbe stato deciso se ci fosse necessità o meno di sottoporre il tutto ad una verifica di impatto ambientale".

Questa evenienza si è poi verificata e il progetto, elaborato dal dottore forestale Enrico Ceriani e dall'ingegnere Marco Fiou, sarà oggetto di ulteriori approfondimenti: "Dovremo ricominciare ad incontrarci con i progettisti e gli addetti regionali – spiega Munari – un percorso che durerà qualche mese".

Tornando alle critiche, le tre associazioni e i gestori contestano l'opportunità di chiamare "miglioramento del tracciato" la costruzione di una pista ex novo. Munari replica che "anche se fino ad oggi si è pensato fosse solo free ride, urbanisticamente il tracciato non battuto esistente è classificato come pista e quindi, secondo noi, spostare il progetto dal vecchio percorso a questo darà un impatto inferiore".

Se Legambiente già nel 2006 aveva sollevato dubbi sulla sostenibilità economica della funivia che portava ai tracciati free ride, il presidente di Monterosa Ski replica che "quelli che scrivono da seduti non conoscendo la realtà territoriale li prendo con le pinze, i sindaci di Gressoney-Saint-Jean e La Trinité sono d'accordo con il progetto, così come il presidente dei maestri di sci, le guide e il consorzio turistico: noi ora abbiamo una funivia sensa piste che ci dà poca fruibilità".

I passaggi sull'impianto sono 35 mila in stagione invernale, più lunga, e 20 mila in quella estiva ma, secondo Munari, "il problema non è aumentare i passaggi, ma gli incassi, oggi c'è il cambiamento climatico e con questo progetto noi possiamo spingere una pista che parte oltre i 3000 metri, con la possibilità di avere entrate anche in autunno".

Sposando la linea dei soggetti che contestano l'opera, è lecito chiedersi se di fronte ad un contesto relativamente recente come quello del riscaldamento globale, sia sensato rispondere con questo tipo di soluzioni. A questo risponde il sindaco di Gressoney-La-Trinité e presidente dell'Unité Walser Alessandro Girod: "Bisogna però anche chiedersi se, in mancanza di impianti, ci sarebbe lo stesso indotto per le attività economico-alberghiere e di conseguenza se le nostre valli sarebbero ancora così popolate. Si guardi, ad esempio, la situazione di quelle piemontesi".

"Ora il progetto della pista battuta è balzato alla cronaca, ma qui se ne parla da prima che io cominciassi a fare l'amministratore, sette anni fa e ci hanno ragionato su molte teste – racconta Girod – sul piano regolatore comunale era già prevista una pista sull'attuale percorso non battuto e Monterosa Ski ha proposto di farla su un tracciato che considera meno impattante, quindi noi approviamo questa scelta".

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