Politica per la montagna: imprese, istituzioni ed europarlamentari si confrontano

Il ciclo di appuntamenti “L’Europa incontra le Regioni”, organizzato dal Gruppo Netweek, ha fatto tappa in Valle d’Aosta il 26 maggio con un confronto tra europarlamentari e stakeholder valdostani su “Politica regionale e sviluppo della montagna”.
I saluti istituzionali
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“Proviamo l’esercizio di tenere i tempi, cosa che accade spesso in Parlamento europeo, quando ci si trova ad avere anche solo quaranta secondi di tempo per parlare”, ha esordito l’Assessore regionale agli Affari europei, Innovazione, PNRR e Politiche nazionali per la montagna Luciano Caveri. È stato infatti un programma ricco di interventi e di tematiche quello dell’appuntamento “L’Europa incontra la Valle d’Aosta”, terza tappa del ciclo organizzato dal Gruppo editoriale Netweek e promosso dall’Ufficio di Rappresentanza di Milano del Parlamento europeo, in collaborazione con la Presidenza della Regione e l’Assessorato Affari europei, Innovazione, PNRR, e Politiche nazionali per la montagna – Europe Direct Vallée d’Aoste. 

I saluti istituzionali: Raimondi, Ferrario e Testolin

Caveri, che ha ringraziato in particolare l’Università della Valle d’Aosta per l’ospitalità presso l’Aula Magna Sant’Anselmo, ricordando il “percorso profondamente europeista” del santo originario di Aosta, ha dato la parola al ‘padrone di casa’, il Prorettore Gianmario Raimondi, per i saluti istituzionali. Tra questi anche quelli di Giancarlo Ferrario, Direttore editoriale del Gruppo Netweek, che ha menzionato i due precedenti appuntamenti del ciclo “L’Europa incontra le Regioni”, organizzati nei mesi passati a Milano e a Torino, in presenza di stakeholder lombardi e piemontesi. 

I saluti istituzionali
I saluti istituzionali

Con l’intervento di Maurizio Molinari, Direttore dell’Ufficio di Rappresentanza di Milano del Parlamento EU, si è entrati nel vivo delle questioni sul tavolo, a partire dal profondo legame che unisce la Valle d’Aosta all’Unione Europea: “Per citare Benedetto Croce, la Valle d’Aosta è una regione che non può non essere europea, perché è un territorio di frontiera, in cui l’economia di montagna è linfa vitale”. Riferendosi all’Emilia Romagna colpita dall’alluvione, Molinari ha ricordato che “il cambiamento climatico forse si sente di più in montagna, perciò bisogna far quadrare il cerchio affrontando il cambiamento climatico e salvaguardando al tempo stesso l’economia di una regione che dipende così tanto dalla montagna”. A fargli da eco è stato il Presidente della Regione Renzo Testolin, che ha sollevato due grandi questioni riprese nel dibattito successivo: “Le vie di comunicazione e l’acqua hanno portato la Valle d’Aosta al centro dell’Unione Europea. Pensiamo al futuro dei nostri ragazzi partendo da queste cose essenziali”. 

La tavola rotonda degli stakeholder valdostani: gli appelli lanciati da Fosson, Argirò e Sapia

A rappresentare i vari settori e le categorie che operano in Valle d’Aosta sono stati tre stakeholder di spicco. Luigi Fosson, Presidente dell’Adava (Associazione degli Albergatori Valle d’Aosta), ha rappresentato il mondo dell’imprenditoria di montagna, a nome del quale ha lanciato un appello ai parlamentari europei: “La prima cosa da fare è semplificare il quadro normativo. Quando c’è occasione di investimenti e c’è qualcuno che ha voglia di fare, bisogna semplificare le tante piccole norme che impediscono di agire”.

La tavola rotonda degli stakeholder valdostani
La tavola rotonda degli stakeholder valdostani

Dell’importanza dell’idroelettrico e delle rinnovabili nell’economia valdostana ha parlato l’amministratore delegato di Cva Giuseppe Argirò, che ha sottolineato i due problemi sul cui sfondo si trova ad agire il Gruppo. “Sul cambiamento climatico purtroppo vedo un spesso un atteggiamento ideologico da entrambe le parti, mentre dovrebbe implicare la capacità di assumere delle decisioni pragmatiche. Lo shock energetico, amplificato dalla guerra in Ucraina, è l’altro grande elemento di sfondo che rende tanto più centrale l’unicum sul panorama italiano rappresentato da Cva, azienda totalmente green e totalmente pubblica”. Sul tema delle concessioni idroelettriche, Argirò ha chiesto ai parlamentari europei “di supportarci in una battaglia che spero diventi del governo italiano, per renderla compatibile con il quadro normativo comunitario e con i vincoli che noi, rispetto ad altri paesi, ci siamo autoimposti”. 

Ha quindi preso la parola Roberto Sapia, Presidente della Camera Valdostana delle imprese e delle professioni/Chambre Valdôtaine des entreprises et des activités libérales, che ha affrontato criticità come l’abbandono dei territori di montagna da parte di abitanti e imprese. “La montagna non è solo un posto dove poter riposare e riavvicinarsi alla natura, ma è un posto dove le persone devono poter vivere. Bisogna creare le condizioni perché possano vivere allo stesso livello delle aree metropolitane. Bisogna mantenere i servizi sui territori perché possano essere abitati”. Sulla chiusura del Traforo del Monte Bianco, Sapia ha ribadito l’appello affinché la politica nazionale si faccia carico delle questioni in ballo: “Probabilmente il Tunnel sarà chiuso per tre mesi da settembre a dicembre e per il sistema economico non solo valdostano sarà un danno enorme”. 

La parola agli europarlamentari a fianco dei valdostani nella tutela dell’economia di montagna

Alla tavola rotonda degli stakeholder è seguita quella degli europarlamentari che, in parte in presenza in parte collegati online, hanno commentato e ripreso alcuni spunti emersi negli interventi precedenti. 

Per l’on. Lara Comi (PPE-FI) la parola chiave è il lavoro di squadra, “fondamentale per sostenere quelle realtà che hanno bisogno di un supporto europeo che va oltre qualsiasi tipo di colore politico”. Così, toccando il tasto dolente del Traforo, Comi ha assicurato che “mi vedrà insieme ad altri colleghi nel sostenervi, contando sul vantaggio dato dalla sinergia con le associazioni di categoria. Confindustria ha già deciso di affrontare la tematica creando un gioco di squadra tra Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria”. Sulle concessioni, Comi ha ricordato che “è da anni che lottiamo sui balneari: è un tema legato alle direttive europee, ma l’applicazione nazionale deve condividere nei vari territori le individualità che se ne conseguono”. Digitalizzazione e valorizzazione dei prodotti di montagna sono fondamentali secondo Comi, mentre “la tendenza green in Europa è importante, ma il messaggio è che deve essere sostenibile sia a livello di fattibilità sia economico”. 

La tavola rotonda degli europarlamentari
La tavola rotonda degli europarlamentari

Su questo tema si è soffermata l’on. Mercedes Bresso (S&D-PD), secondo la quale “riuscire a decarbonizzare l’Europa è un’idea affascinante ma anche traumatizzante: dobbiamo poter contare su di voi che dal territorio sapete comunicarci quali azioni sono fattibili e quali sono complesse o non realizzabili. Purtroppo la risposta non è la semplificazione, siamo in un momento di grande rush legislativo che non deve produrre risultati difficili. Non c’è dubbio che al momento della Bolkestein avremmo dovuto introdurre allora delle normative più differenziabili per i diversi paesi, a seconda delle diverse caratteristiche delle loro economie”. 

Avere a cuore la dimensione del piccolo: questo l’invito dell’on. Carlo Fidanza (ECR-FdI), secondo il quale “la dimensione dei territori deve prevalere sulla logica che porta a privilegiare le grandi dimensioni nel lavoro legislativo europeo”. Un mandato, quello del Parlamento europeo in chiusura nel 2024, che sarebbe stato caratterizzato da un approccio eccessivamente ideologico: “Per troppi provvedimenti un approccio talebano in termini di difesa dell’ambiente ha avuto il sopravvento sulla necessaria produttività economica e sociale. Le tre sostenibilità devono viaggiare di pari passo, mentre in questi anni c’è stato uno sbilanciamento a favore del lato ambientale che ha prevaricato sulla dimensione produttiva e umana”. Sul turismo, Fidanza ha sottolineato la necessità di rilanciare il brand dell’Italia: “Non ci rendiamo conto di quanta fame ci sia di Italia in tutto il mondo, ma spesso si incorre in un frazionamento dell’offerta turistica”. Infine, sulle concessioni idroelettriche Fidanza si è augurato la stessa prospettiva, come maggioranza di governo, a “ritenere il bene acqua come fattore strategico di difesa della sicurezza energetica nazionale”.

L’on. Alessandro Panza (ID-Lega) ha voluto porre l’accento sull’esigenza di diversificare i progetti che interessano la montagna: “Bisogna tenere conto delle varie diversità locali, perché le montagne dell’Austria sono diverse da quelle italiane o dai Pirenei. Problemi simili chiedono soluzioni diverse, ma purtroppo l’Europa spesso se ne dimentica”. Panza ha lamentato anche la mancanza di un approccio specifico sulla montagna a livello europeo: “EUSALP è una macroregione che riunisce i territori che si affacciano sulle Alpi, ma abbraccia temi più ampi e non solo la montagna. Non facciamo l’errore di credere che sia una strategia delle Alpi, che sono invece solo la cerniera che riunisce i vari territori”. Al pari di Fosson, l’invito di Panza è a semplificare la burocrazia (“di tempo ce n’è già da perdere per i collegamenti, meglio evitare di spendere altro tempo davanti a computer e scartoffie”) e a preservare la filiera strategica e totalmente italiana della produzione idroelettrica. 

L’on. Maria Angela Danzì (NI-M5S) ha voluto “portare un altro punto di vista nella discussione, perché mi sembra che stiamo dimenticando il problema centrale del cambiamento climatico, che non è una questione ideologica, come alcuni di noi hanno sottolineato, e che colpisce in maniera drammatica soprattutto i territori come la Valle d’Aosta. Con quali tempi e con quali strumenti se ne può discutere, ma negare la necessità di affrontarlo è negare l’evidenza”. Danzì ha ricordato le molte risorse che l’UE mette a disposizione dei territori di montagna, a partire dal programma Interreg ALCOTRA 2021-2027.

L'on. Danzi
L’on. Danzi

Oltre alla necessità di investire sulla formazione, Danzì ha incoraggiato alla diversificazione dell’offerta turistica, prendendo di mira il progetto di collegamento intervallivo Cime Bianche: “Il vallone di Cime Bianche è una delle poche aree ancora integre che si potrebbero attrezzare e dedicare a una forma di turismo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente”. Riferendosi alla legge che vieta la realizzazione di nuovi impianti di risalita nella zona protetta del Vallone, Danzì ha ammonito che “a volte la burocrazia diventa nemica quando cerchiamo di aggirarla”. A replicare è stato l’Assessore Caveri: “il tema è l’economia di montagna, non un comizio sulle Cime Bianche”. Danzì si è difesa invitando a non essere interrotta, “dal momento che non l’ha fatto con nessuno: sto esprimendo il mio punto di vista con assoluta serenità, incoraggiando semplicemente ad esplorare tutte le alternative e a non spendere soldi pubblici per progetti di cui il quadro legislativo ha imposto l’inammissibilità“. 

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