Progetto civico progressista prova a strutturarsi, ma il Pd e i consiglieri regionali frenano

L'Assemblea di sabato scorso ha votato a larga maggioranza a favore del percorso di strutturazione, che prevede come primo passo la creazione di un Tavolo di coordinamento. Dice "No" il Pd: "Non vogliamo costituire un nuovo partito". Assenti i cinque consiglieri regionali di Pcp. "Prima si risolva la crisi".
La presentazione del Progetto Civico Progressista, un anno fa
Politica

“Ci teniamo all’alleanza di Progetto civico progressista, ma non vogliamo costituire nessun partito” dice la segretaria del Pd Sara Timpano. “Non si tratta di un nuovo partito, ma di una struttura di coordinamento aperta alla partecipazione” sembra risponderle sulla sua pagina Rete Civica. 

Nel mezzo delle dichiarazioni c’è un’Assemblea, quella di Progetto Civico Progressista, tenutasi sabato scorso, che ha deciso di dar vita ad un tavolo di coordinamento nell’ambito del processo organizzativo. Una sessantina le persone collegate sabato pomeriggio alla piattaforma online: 49 a favore del nuovo organismo, sei gli astenuti, un voto contrario e tre che hanno deciso di non partecipare al voto. Fra queste c’è la segretaria del Pd Sara Timpano: “Il Pd non ci sta perché siamo già un partito”. Assenti anche i cinque consiglieri regionali di Pcp – Malacrinò, Padovani, Cretier, Jean-Pierre Guichardaz e Alberto Bertin – che in una nota inviata hanno, come altri, fatto presente come ci siano altre priorità sul tavolo.  

“La cosa più importante è risolvere la crisi regionale, che in questo momento non era opportuna. – spiega Antonino Malacrinò – I temi vanno affrontati in modo diverso, non con l’obiettivo di andare avanti a tutti costi. Mi dissocio da quanto fatto finora con superficialità e senza l’accordo di tutti quanti. Per noi Progetto civico progressista è un contenitore elettorale, da cui è nato un gruppo regionale e uno comunale, se qualcun altro vuole costruire un partito, questo si dovrà chiamare in modo diverso”.

Diversa la posizione di Erika Guichardaz, capogruppo regionale di Pcp: “Avevamo chiesto con forza già a febbraio di andare avanti con la strutturazione di Pcp, perché in accordo con il capogruppo comunale Protasoni avevamo necessità di dar forma al progetto per essere aiutati. Quanto successo in regione è a mio giudizio anche colpa di una mancanza di organizzazione, di organismi dove si decidono le linee da tenere in aula”.

Difficile pensare che quanto accaduto sabato scorso in Assemblea possa contribuire al percorso di risanamento della frattura apertasi nel gruppo regionale, dopo il voto sull’ampliamento dell’ospedale e l’ultimo scontro in Consiglio regionale, con Chiara Minelli e Erika Guichardaz, escluse dalla riunione di maggioranza. “Una mancanza di rispetto e di volontà di confrontarsi” liquida l’accaduto la capogruppo regionale.

Il “boccino” è ora in mano al Presidente della Regione Erik Lavevaz, che da mercoledì scorso ha assunto le deleghe all’Ambiente e ai Trasporti e si è impegnato a convocare nuovamente le forze politiche per un nuovo confronto. Al momento tutto tace. Un silenzio che potrebbe avere anche lo scopo di far calmare gli animi, per agevolare la risoluzione della crisi. Se qualcuno ha però intenzione di far saltare il banco, l’occasione, anche solo per lanciare un segnale arriverà con il prossimo consiglio regionale, in programma il 12 e 13 giugno.

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