Referendum popolari: domenica e lunedì centomila valdostani chiamati alle urne

I tre quesiti chiedono se abrogare alcune disposizioni dei testi unici per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. In Valle d’Aosta gli aventi diritto al voto sono 100.618 di cui 49184 uomini e 51434 donne.
Politica

Sono tre i quesiti referendari popolari sui quali saranno chiamati ad esprimersi gli elettori italiani, tra cui 100mila valdostani, domenica 21 giugno, dalle ore 8 alle 22, e lunedì 22 giugno, dalle ore 7 alle 15.  I tre quesiti chiedono se abrogare alcune disposizioni dei testi unici per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
 
Referendum n. 1. Scheda di colore viola. Elezione della Camera dei Deputati. Il quesito propone di abrogare la possibilità di collegamento tra liste e l'attribuzione alla coalizione di liste più votata del premio di maggioranza nazionale.Alla Camera dei Deputati, in caso di vittoria del SI, il premio di maggioranza verrebbe attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che ottiene il maggior numero di voti validi nelle circoscrizioni del territorio nazionale. 

Referendum n. 2. Scheda di colore beige scuro. Elezione del Senato della Repubblica. Il quesito propone di abrogare la possibilità di collegamento tra liste e l'attribuzione del premio di maggioranza su base  regionale alle coalizioni di liste più votate in ciascuna regione.Al Senato della Repubblica, in caso di vittoria del SI, il premio di maggioranza verrebbe attribuito alle liste singole (e non più alle coalizioni di liste) che ottengono il maggior numero di voti validi in ciascuna regione.

Referendum n. 3. Scheda di colore verde chiaro. Disciplina delle candidature. Il quesito propone di abrogare la possibilità, per la stessa persona, di candidarsi contemporaneamente in più di una circoscrizione. In caso di vittoria del SI, verrebbe abrogata la facoltà di candidarsi contemporaneamente in più circoscrizioni alla Camera dei Deputati o in più regioni al Senato della Repubblica.

Come in tutti i referendum sono due gli schieramenti che entrano in gioco, quelli del SI e quelli del NO. Per una volta tanto in Valle d’Aosta i movimenti autonomisti che compongono la maggioranza (Union valdotaine, Fédération autonomiste, Stella Alpina) e l’Alleanza del Galletto (VdA Vive, Renouveau valdotain) si trovano d’accordo: entrambi gli schieramenti infatti inviatano gli elettori valdostani a recarsi alle urne per votare NO ai primi due quesiti e SI al terzo. Il PdL lascia invece massima libertà ai proprio elettori, il Partito democratico invita a votare SI a tutti e tre i quesiti così come fa l’Italia dei Valori. Lega Nord invita invece a restare a casa e non andare alle urne.

In Valle d’Aosta gli aventi diritto al voto sono 100.618  di cui 49184 uomini e 51434 donne. La macchina elettorale è composta poi da 750 persone tra scrutatori, segretari e presidenti che si occuperanno delle operazioni di voto.
Per votare è necessario presentare un documento d’identità e la tessera elettorale personale. Chi l’avesse smarrita o mai ricevuta, potrà richiederla al Comune di residenza, i cui uffici restano aperti nei cinque giorni antecedenti l’elezione, almeno dalle ore 9 alle 19, e nei giorni della consultazione per tutta la durata delle operazioni di voto.
Per i disabili sono previsti percorsi privi di barriere architettoniche. Vi è comunque la possibilità di recarsi in un seggio facilmente raggiungibile, indipendentemente dalla sezione in cui si è iscritti. I ciechi e gli invalidi impossibilitati a esprimere il proprio voto autonomamente possono essere accompagnati in cabina da un elettore di loro fiducia.
Modalità di voto. All’elettore saranno consegnate tre schede di colore diverso. Su ogni scheda vengono riportati il numero del referendum e la rispettiva denominazione nonché il quesito posto. Ciascun elettore ha diritto di esprimere il voto tracciando un segno sul riquadro corrispondente alla risposta prescelta (“sì” o “no”). Le operazioni di scrutinio avranno inizio lunedì 22 giugno, subito dopo la chiusura della votazione e l’accertamento dei votanti per ciascun referendum.
 

 

 

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