Regionalizzata la legge ‘Brunetta’, passa il disegno di legge che modifica la normativa nazionale

La nuova legge non potrà essere applicata ai lavoratori dei comparti pubblici Sanità e Scuola, ancora soggetti a normativa nazionale. Tra le novità la non obbligatorietà della visita fiscale dal primo giorno e cambiano i tagli del trattamento economico.
Politica
Ha assorbito i lavori di gran parte del pomeriggio di mercoledì 28 gennaio la “rivisitazione” della legge “Brunetta” contenuta nel disegno di legge n. 13 “Disposizioni in materia di pubblico impiego regionale” approvata in Consiglio regionale con 23 voti favorevoli, 8 astenuti (Pd e Vallée d’Aoste Vive/ Renouveau) e 4 contrari( PdL).

La questione ha aperto molteplici fronti e approfondimenti soprattutto sul tema della “regionalizzazione”. Di fatto la nuova legge non potrà essere applicata ai lavoratori dei comparti pubblici Sanità e Scuola, ancora soggetti a normativa nazionale. Un divario più volte evidenziato durante il dibattito consiliare e che vedrà, per forza di cose, l’applicazione di misure diverse tra il comparto unico regionale, composto da circa 3000 lavoratori, e i dipendenti della Scuola e della Sanità.

 
Il documento legislativo, presentato in aula dal consigliere regionale Luciano Caveri, si compone di soli 6 articoli che modificano alcuni contenuti di quello ormai noto come decreto “Brunetta” convertito in legge n.133 il 6 agosto 2008.
“Di fronte ad alcuni aspetti – ha spiegato Caveri – la Giunta regionale ha ritenuto di esercitare le competenze statutarie della nostra regione autonoma in materia di ordinamento degli uffici e di stato giuridico ed economico del personale, pur in assenza di una linea unanime delle autonomie differenziate”. Sulla materia infatti le Province autonome di Trento e Bolzano hanno scelto di non applicare la normativa nazionale, così come ha fatto la Sicilia e la Sardegna, mentre il Friuli Venezia Giulia è l’unico ad essersi messo in linea con le scelte nazionali, pur rivendicando nelle norme di recepimento l’esercizio futuro delle proprie prerogative statutarie.

Tra le novità inserite nel disegno di legge n. 13 l’articolo 2 “Disciplina delle assenze per malattia” evita, rispetto alla normativa nazionale, che vi sia l’obbligatorietà della visita fiscale sin dal primo giorno, che rimane facoltativa per l’ente, mentre il controllo è sempre disposto quando l’assenza sia continuativa per almeno 10 giorni. Vengono anche modificate le fasce orarie in cui il dipendente deve restare a casa: dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 17 alle 20 di tutti i giorni compresi i non lavorativi e festivi. Cambiano anche i tagli del trattamento economico che a livello nazionale investono i primi 10 giorni mentre a livello regionale si limitano ai primi 5 giorni. Dai dati emerge infatti che le assenze si concentrano nei primi 5 giorni mentre dal sesto giorno in poi queste si riducono del 60%.
L’ammontare delle riduzioni andrà negoziato in sede di contrattazione sindacale, ulteriore elemento di differenziazione dalla disciplina nazionale.

L’articolo 3 “Esonero dal servizio” prevede tra l’altro che per il triennio 2009-2010 e 2011 il personale in servizio presso la Regione può richiedere di essere esonerato dal servizio nel corso del triennio  antecedente la data di maturazione dell’anzianità contributiva massima di 40 anni. La richiesta di esonero dal servizio deve essere presentata dai dipendenti interessati entro il 1° marzo di ciascun anno, a condizione che entro l’anno solare raggiungano il requisito minimo di anzianità contributiva richiesto.Gli articoli 4 e 5 si occupano infine del “Collocamento a riposo d’ufficio” e del “Trattenimento in servizio oltre i limiti di età o di servizio”.

I comparti Sanità e Scuola non godranno dell’applicazione della nuova legge
Il disegno di legge approvato toccherà in Valle solo il comparto unico del pubblico impiego. Restano infatti fuori dall’applicazione del testo i comparti Sanità e Scuola che, benché finanziati dalla Regione, sono soggetti al trattamento giuridico ed economico nazionale, che allo stato attuale non prevede interventi di adattamento.
Per questo motivo la II commissione ha sottoposto all’aula un ordine del giorno, approvato con la sola astensione del PdL, che impegna la Giunta regionale a proporre e concertare con le parti sociali soluzioni che facciano superare l’attuale situazione dei due comparti, per giungere alla realizzazione piena del principio di regionalizzazione degli stessi, in particolare attraverso norme di attuazione dello Statuto speciale della Valle d’Aosta. Il testo impegna inoltre la Giunta a “definire appositi indirizzi agli enti partecipati o finanziati dalla Regione affinché le relative discipline contrattuali tengano conto dei principi fissati dalla legge regionale; a stabilire forme di collaborazione con l’Ordine dei medici per segnalare anomalie nella certificazione delle assenze per malattia”.  

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