Archiviate le ferie estive, la politica si rimette al lavoro sui dossier lasciati in sospeso. Fra questi c’è la legge elettorale, uno dei punti intorno ai quali è nata la nuova maggioranza che sostiene il Governo Fosson.
Nei giorni scorsi Rete Civica con una nota ha ricordato agli alleati gli impegni presi e il timing, entro novembre, per approvare la riforma. “Termine che Rete Civica considera inderogabile.” La nuova legge elettorale, in base agli impegni sottoscritti fra il movimento e il Governo Fosson, prevede l’elezione diretta del Presidente della Regione o in alternativa dell’intera Giunta, ma anche l’abbassamento dell’attuale soglia di sbarramento.
Per riaprire il dibattito Rete Civica ha diffuso un Dossier , elaborato da Elio Riccarand e Piero Lucat, che descrive l’evoluzione dei sistemi elettorali ed istituzionali nelle Regioni italiane.
“Un quadro complessivo – scrive il Movimento – da cui emerge l’anomalia valdostana rispetto alle altre Regioni italiane. Una anomalia che non dà buoni frutti visto che nella penultima legislatura regionale si sono avvicendate ben sei Giunte e che nel primo anno della nuova legislatura ci si trova ad avere già due Giunte e una domanda di scioglimento del Consiglio ad appena un anno dalla sua elezione. In queste condizioni non si può amministrare bene e avere una visione lungimirante come richiesto dall’interesse per il bene pubblico.”
Tesi che non trova però d’accordo Adu Vda. “Accecata dal mito della governabilità, Rete Civica “dimentica” che il sistema elettorale proposto pregiudicherebbe la rappresentanza” sottolinea in una nota la consigliera Daria Pulz.
“È la solita, vecchia ricetta – aggiunge la consigliera -: di fronte alla difficoltà di dare rappresentanza effettiva agli interessi variegati e contrapposti della società, si punta a semplificare il sistema intorno all’idea che devono esserci una maggioranza decidente e un’opposizione ininfluente”. Secondo Pulz in Valle d’Aosta “la logica del voto utile premierebbe, da un lato, una forza eversiva come la Lega e, dall’altro, non si sa bene quale accozzaglia di forze, naturalmente autonomiste, apparecchiata per resistere al nemico (cui peraltro un po’ assomigliano)”.
La consigliera ricorda, quindi, come la proposta di Rete Civica arriva nel momento in cui “a livello nazionale si torna giustamente a parlare di una legge proporzionale, per mettere in sicurezza la nostra democrazia, qui c’è chi, ricattando la stessa maggioranza di cui fa parte, lavora per darglieli. Di fronte a una proposta di legge che andrebbe, addirittura, a cambiare la forma di governo della nostra Regione, inaugurando una nuova stagione di uomini-forti (come se quelli che, in passato, hanno garantito anni di sostanziale governabilità non ci avessero insegnato abbastanza sull’illusorietà delle scorciatoie che umiliano la rappresentanza) non potremo fare altro che opporci con tutte le nostre forze.”