Rimpasto di Giunta, l’Uv pronta a rinunciare alla Sanità

In piazza Deffeyes e in Avenue des Maquisards si lavora per portare il rimpasto di Giunta al prossimo consiglio regionale, che arriverà nel giorno della commemorazione dei defunti. 
Consiglio Regionale
Politica

Nel giorno in cui in molti piangono per l’ultimo saluto ai propri cari, il “Lavevaz bis” potrebbe “piangere” per il primo vagito alla vita. In piazza Deffeyes e in Avenue des Maquisards si lavora per portare il rimpasto di Giunta al prossimo consiglio regionale, che arriverà nel giorno della commemorazione dei defunti.

Accantonata l’idea di aumentare il numero degli assessorati, in casa dell’Union Valdôtaine si è arrivati nei giorni scorsi ad un’altra decisione: rinunciare al dicastero alla Sanità e Politiche sociali. L’attuale inquilino sembra, infatti, esser disponibile a traslocare fra i banchi dei semplici consiglieri regionali, affaticato dalla gestione dell’emergenza pandemica e dal ramo delle politiche sociali.
Per sostituire Alessandro Barmasse si guarda all’attuale Assessore alle Finanze Carlo Marzi.  L’obiettivo del Presidente è di smembrare le corpose deleghe in capo all’unico rappresentante in Consiglio regionale del movimento Stella Alpina. Le Finanze, assieme alle Partecipate, ora in mano a Luciano Caveri, potrebbero così ritornare a Renzo Testolin. L’ex presidente della Regione, il più votato alle elezioni regionali del 2020, sembra al momento essere più gradito a Erik Lavevaz del suo sfidante alla poltrona Giulio Grosjacques.

L’Assessorato Opere Pubbliche con una parte di Ambiente sarebbe invece destinato a Claudio Restano di Evolvendo, unica componente della maggioranza attuale a non sedere in Giunta regionale.
L’altra parte dell’Ambiente, quella legata alle risorse naturali, dovrebbe tornare sotto l’Agricoltura, in mano oggi all’unionista Davide Sapinet, mentre per la delega ai trasporti si fa avanti Luigi Bertschy, attuale assessore allo sviluppo economico, formazione e lavoro.

Con la Finanziaria regionale all’orizzonte l’obiettivo del Presidente è di arrivare quanto prima a chiudere il cerchio.
Il passaggio, per quanto condiviso fra movimenti e consiglieri, rischia di lasciare l’amaro in bocca a qualcuno. Senza contare che sull’inchiesta Egomnia, che vede fra gli indagati Renzo Testolin, la Dda di Torino non si è ancora pronunciata sull’eventuale richiesta di giudizio.

Malumori e incognite che aspettano la nuova Giunta in aula, avendo al momento un’unica certezza: i voti a disposizione del presidente Lavevaz restano sempre 18.

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