Chi si aspettava un Augusto Rollandin arrembante, all’attacco, si è dovuto ricredere.
Il discorso del Presidente della Regione, infatti, punta in un’altra direzione: “Abbiamo avuto l’idea che la ‘Valle d’Aosta isola felice’ fosse vera – ha spiegato stamattina al Congrès dell’Union Valdôtaine – ma non ho amato molto l’idea di ‘isola’, e questa idea non è più quella di oggi e neanche il modo di far passare l’idea di Valle d’Aosta. Vogliamo una Valle che lavora con gli altri, con le altre regioni a statuto speciale, con volontà di confrontarsi e perché sia mantenuto il dovuto rispetto ai nostri rispettivi statuti”.
La disamina di Rollandin si sposta e si divide. Da un lato spiega le difficoltà dell’oggi, dell’amministrare in periodo di crisi, dall’altro difende le proprie scelte e punta dritto verso una speranza futura, senza lesinare qualche critica alla stessa Union: “Non abbiamo un eletto europeo, fatto dovuto all’impossibilità di trovare un accordo con le altre forze politiche nonostante la nostra richiesta. Risultato: la parola ‘montagna’ è sparita dall’Europa. Abbiamo cercato di fare capire cosa succede in Valle, con tutte le competenze che abbiamo, ed è difficile per noi averne di nuove, dal momento che le esercitiamo tutte interamente. Sono stati fatti interventi di eccellenza sui servizi, e basta vedere i risultati. In un momento di difficoltà dobbiamo far capire che le regole di una volta non sono più valide. Con la crisi ci sono stati cambiamenti capitali, ed è indispensabile ragionare su come mantenere servizi adeguati, sapendo che bisognerà ridurre i costi degli interventi. Abbiamo problemi seri di comunicazione ed informazione, e a volte non comunichiamo in maniera giusta ciò che stiamo facendo, non lo sappiamo gestire al meglio, dovremo farlo”.
Poi, il Président, lancia la ‘volata’ prettamente politica: “La nostra autonomia è da salvaguardare, anche attraverso una macroregione alpina che metta assieme il contesto della montagna nell’anima, non come l’identità delle macroregioni che teorizza la Lega. Siamo decisi a lavorare assieme e creare alleanze, e vogliamo lavorare con tutti quelli disponibili ad andare in queste direzioni. L’idea del progresso è quella di premiare la qualità dell’autonomia, e questo sarà il vero successo per il nostro futuro. Dobbiamo lavorare per dare servizi, non per questioni private, e su questo punto dobbiamo essere sempre più rigidi e più attenti. L’Union Valdôtaine deve ripartire da questo congresso con la convinzione e la forza di chi è nel giusto, ma deve anche lavorare con uno slancio ancora maggiore, e siamo obbligati a farlo dalla nostra storia e da chi ha lottato per noi”.