La situazione dei conti di Saint-Vincent non era rosea, ma è migliorata. Il comune aveva sforato il patto di stabilità nel 2014 di 3 milioni di euro, che vuol dire 300 mila euro in meno di trasferimenti regionali nell’anno successivo. Assieme a Châtillon e Aosta, è stato poi uno dei Comuni più svantaggiati dalla riduzione complessiva dei trasferimenti regionali agli Enti locali.
A questo si aggiungeva poi un problema caratteristico del paese, evidenziato nello scorso autunno dallo stesso sindaco Mario Borgio: «Dal 2013 non riceviamo nessun contributo dal Casinò, ma le strutture realizzate a suo tempo su richiesta della Casa da Gioco, come la piscina, il campo sportivo e il Palais, rimangono a costare al Comune circa mezzo milione di euro l’anno».
«Abbiamo fatto un lavoro di fino – ha spiegato il sindaco ieri, mentre si approvava il rendiconto finanziaro per l’anno 2015 – risparmiando su tante piccole cose, mentre su altre siamo al 50 per cento del lavoro».
Uno degli accorgimenti che ha permesso più risparmi è stato quello di continuare sulla razionalizzazione energetica: «Abbiamo continuato a sostituire le vecchie lampade in strade ed edifici comunali, come aveva cominciato a fare l’amministrazione precedente – racconta Borgio – in più negli immobili dove c’erano due contatori ne abbiamo messo uno, risparmiando per ogni sostituzione 700 euro l’anno di costi fissi con l’Enel».
Un’altra idea messa in campo è stata quella di accorciare i tempi di accensione dell’illuminazione delle strade: «Abbiamo spento mezz’ora prima la mattina e acceso mezz’ora dopo la sera – spiega Borgio – non abbiamo ricevuto nessuna lamentela e abbiamo risparmiato circa 70 mila euro». Il saldo negativo dello sforamento del Patto è così sceso dai tre milioni del 2014 a circa 150 mila euro nel 2015.
In aula Borgio ha ringraziato il lavoro degli uffici, anche se ha fatto notare come il numero dei dipendenti di Saint-Vincent sia eccessivo: «Ne abbiamo dieci in più di Châtillon, che vuol dire spendere 350 mila euro in più l’anno». Poi non ha risparmiato critiche all’amministrazione precedente, riguardo la gestione dell’ufficio tributi: «Era in una situazione disastrosa perché lì servivano tre dipendenti e invece ce n’era uno».
Con la vendita della ex scuola di Feilley il Comune è riuscito a mettere da parte 120 mila euro, che ha utilizzato per risolvere con una transazione una vecchia causa persa – era il 2009 – con l’azienda Mattioda, che era incaricata di compiere i lavori di ristrutturazione alle scuole elementari di Saint-Vincent: «È stato un colpo di fortuna – commenta Borgio – perché avevamo chiesto un mutuo alla cassa depositi e crediti e non ci era stato concesso».