Il progetto di ristrutturazione dell’attuale ospedale Parini consentirà di avere 38 posti letto in più. Il dato è emerso in Consiglio Valle.
Rispondendo all’interpellanza presentata dalla Consigliera Erika Guichardaz Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, ha ricordato come ad oggi i posti letto esclusivamente per acuti al Parini è pari a 425, di cui 341 di degenza ordinaria, 39 diurni in day hospital e 45 tecnici (dialisi, Osservazione breve intensiva in pronto soccorso, reveil di blocco operatorio e terapie indifferibili).
“Nel progetto di ampliamento e ristrutturazione la dotazione per acuti sarà di 445, di cui 300 in degenza ordinaria, 84 diurni in day hospital e 61 tecnici. Ulteriori 18 posti potranno essere aggiunti alla luce di una revisione del progetto, legata anche ai ritrovamenti archeologici. Questo computo riguarda esclusivamente i posti per acuti, mentre i posti per i cronici (lungodegenti, riabilitazione geriatrica) sono circa 30, ma ricordo che, in base alla prossima riforma sanitaria, questo genere di pazienti non dovranno rimanere in ambito ospedaliero, sul territorio saranno infatti previsti circa 100 posti letto per i cronici.”
La Giunta regionale ha approvato nel maggio scorso una delibera che dà mandato alla società Siv srl di rivedere la fase 3 di ampliamento ospedaliero e, “quindi un eventuale aggiornamento generale dei posti letto ordinari, diurni e tecnici, anche in ottemperanza alle nuove prescrizioni Covid-19; di rivedere il progetto preliminare della fasi 4 e 5 di ristrutturazione dell’ex Mauriziano e, quindi, un eventuale aggiornamento del numero posti letto di ostetricia, ginecologia, nido, pediatria, neonatologia e psichiatria. Su questo ultimo aspetto, sono in corso le valutazioni, di concerto con i progettisti, l’azienda USL e il Comune di Aosta.”
Chiedendo di poter audire in Commissione il Commissario Usl, la consigliera Erika Guichardaz ha evidenziato come: “la riforma sanitaria prevede il superamento del modello ospedalo-centrico: non dobbiamo ridurre le prestazioni ospedaliere, ma aumentare quelle del territorio. Questo non corrisponde automaticamente a un calo drastico degli ingressi ospedalieri, così come non ha nessuna dimostrazione il postulato per cui al momento siano ricoverati soggetti che non hanno bisogno di cure per acuti. I servizi territoriali non riducono i ricoveri, devono curare per mantenere lo stato di salute, non filtrare i ricoveri. Il sogno degli ospedali di comunità – tappa intermedia tra ospedale per acuti e domicilio – è ancora un’incognita.”