Sarre diventa il primo comune valdostano dotato di regolamento Labsus

Il regolamento, composto da Patti di Collaborazione, permette alle associazioni di recuperare beni, strutture e spazi pubblici in collaborazione con l'amministrazione, per sottrarli al degrado.
Politica, Società

Sarre si conferma uno dei paesi valdostani più attenti all’aspetto sociale e al coinvolgimento delle associazioni che lavorano sul territorio.

Dopo la collaborazione con la piattaforma Time Republik, banca del tempo che permette di mettere a disposizione saperi e savoir faire, è il turno di un nuovo progetto per il paese della media Valle: Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà.

Sarre è infatti il primo comune valdostano dotato del regolamento Labsus, come spiega il vice sindaco Roberto Cunéaz: “Si tratta dii un'opportunità legislativa che consente al comune di dare in utilizzo ed in uso, per il recupero strutturale e funzionale, beni comuni, sia pubblici sia privati, ad associazioni o gruppi di cittadini locali, senza obbligo di appalti o gare pubbliche. I vincitori vengono decisi solo su criteri economici, sulla base di un rapporto paritario tra cittadini e amministrazione”. Labsus nasce in Italia, più precisamente a Bologna, ma diventa fondamentale specialmente Oltralpe, dove prende piede in maniera molto più sistematica. Il patto di collaborazione, così chiamato nel gergo tecnico, è un’idea totalmente italiana per costruire la democrazia del domani e per recuperare aree e strutture abbandonate o trascurate, ma che possono tornare a essere utili per un’intera comunità.

Combattere il degrado che spesso si impossessa delle zone urbane è la grande sfida d Labsus e, da qualche settimana, anche del comune di Sarre. Il progetto si basa sull’articolo 118 della Costituzione Italiana, che incoraggia i cittadini a impegnarsi per il bene comune: “L’applicazione di questo regolamento dovrebbe permettere a qualsiasi associazione o gruppo di cittadini di dialogare direttamente con la macchina comunale, by- passando il politico di turno in quanto gestito in modo trasparente dai dirigenti comunali. Nello spirito del regolamento la politica da delle linee guida, come la scelta dei beni da mettere a bando e il controllo sulla bontà del progetto in un’ottica di utilizzo comunitario dei beni comuni rigenerati, mentre la realizzazione e la gestione passano in mano ai cittadini”.

Sarre si pone così come apri-fila di un progetto potenzialmente rivoluzionario per il futuro delle amministrazioni, sempre più povere economicamente, ma decise a portare avanti progetti e cambiamenti: “Per l'amministrazione è un’opportunità per ridurre i costi di manutenzione dei beni pubblici. Visti i pochi fondi a disposizione il regolamento permette di attingere al mondo del founding privato per finanziare investimenti altrimenti impossibili”.

L’amministrazione è pronta a investire energie nel progetto e chiede alle associazioni sul territorio di informarsi e aderire ai patti di collaborazione per poter lavorare insieme in maniera più efficace: “Mi sento di fare un appello alle associazioni locali perché pensino di investire sul territorio di Sarre. Va inteso che il cittadino non si sostituisce in questo modo all’amministrazione, che deve sempre essere presente, ma porta il suo sapere e lo mette a disposizione della società”.

0 risposte

  1. quanto leggo è particolarmente interessante e merita di attenta valutazione per esportarlo in altre realtà regionali. CHAPEAU

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