Senato e Camera: da posizioni divergenti il bilancio di Fosson e Nicco sull’attività di Governo

La conferenza stampa di fine anno dei parlamentari ha tenuto fede ai toni pacati e costruttivi pur sedendo a Roma su poltrone opposte. Crisi economica e politica hanno influenzato l’attività sia in Senato che alla Camera.
Da sx il Senatore Fosson e il deputato Nicco
Politica

Dalle divergenti posizioni due cose uniscono i parlamentari valdostani a Roma: la maggior percentuale di presenze in aula e un dialogo sempre aperto con la maggioranza, per il senatore Antonio Fosson, e con l’opposizione, per il deputato Roberto Nicco. A questo si aggiunge il comune intervento per il caso “Engineering” e un più generale lavoro per difendere gli interessi della Valle d’Aosta, con una buona collaborazione e sinergia con i rappresentanti del Governo regionale, pur con le diverse vedute.

L’ANALISI TRA COSE FATTE E RIFLESSIONI POLITICHE

La conferenza stampa di fine anno dei due parlamentari valdostani ha tenuto fede ai toni pacati e costruttivi che i due rappresentanti valdostani a Roma hanno avuto nel corso dell’anno, pur militando su fronti opposti, e i giudizi che in queste settimane le forze politiche valdostane hanno espresso nei loro confronti in merito alla fiducia o sfiducia accordata al Governo Berlusconi “hanno un senso se legate a errori politici, non se toccano le singole persone” ha evidenziato Fosson. L’analisi è stata incentrata sulle cose fatte per la Valle d’Aosta anche se l’inervento di Nicco si è soffermato più su un’analisi politica, che ha trascinato nel commento politico anche Fosson.

DAL SENATO

Per Fosson l’attività parlamentare è stata condizionata dalla crisi economica, tutt’ora in corso e con riflessi preoccupanti soprattutto sulla cellula “famiglia” che assorbe  maggiormente le conseguenze della crisi “si calcola che ogni figlio pesi per un 10% sulla tenuta economica della famiglia” e su questo fronte “l’agenda del Governo è carente”, ha aggiunto. L’altro condizionamento, come è facile immaginare, arriva dalla crisi politica “pensavamo che la maggioranza, forte dei propri numeri, potesse governare bene dando forza alle riforme, ma per ambizioni personali le disponibilità e le risorse sono andate perse”. Su questo punto e sulla nuova fiducia raccolta dal Governo Berlusconi la divergenza di posizioni tra Nicco e Fosson è testimoniata da riflessioni divergenti. “Con il crollo della maggioranza si sono aperte possibilità di dialogo prima inesistenti – ha detto Fosson – ora c’è un’attenzione verso le Autonomie, tanto da essere citate nei cinque punti di Berlusconi: tuttavia non abbiamo siglato nessun accordo, tanto che sulla Riforma Gelmini ci siamo astenuti”. Per Fosson invece sul tavolo rimane ancora la discussione per l’acquisizione della Deval e l’apporto personale dato in questo anno di legislatura si è speso, tra le altre direzioni, per il decreto Mille proroghe,  in particolare per garantire il 5 per mille al terzo settore; sugli interventi sul territorio inseriti nel Piano sanitario nazionale; nella Commissione per gli infortuni sul lavoro, di cui fa parte da un anno.

DALLA CAMERA

Nicco è stato più diretto “con un Governo che si regge sulla compravendita di voti non ci voglio, per principio, avere nulla a che fare” descrivendo poi attraverso le dichiarazioni degli stessi “personaggi politici” che hanno determinato il voto di fiducia al Governo Berlusconi, “dopo una transfuga notturna di notte verso Arcore“,  il quadro di quanto si stia muovendo a Roma. Tra gli altri temi portati all’attenzione dei giornalisti ci sono state le questioni su cui il Governo ha fatto orecchie da mercante: la Camera delle Regioni, l’intesa per la modifica degli Statuti, il parlamentare europeo e le infrastrutture, tra cui la Ferrovia “Temi che rimangono aperti”. Sulla questione Ferrovia nuovi spiragli si potrebbero aprire con il decreto di norma di attuazione “è il punto di svolta – ha commentato Nicco in risposta ai giornalisti – si apre uno scenario in cui l’interlocutore non è detto che debba per forza essere Trenitalia, la Valle ora ha un nuovo peso”. Nicco ha puntato l’attenzione sulla pressione fiscale, che mette l’Italia sul podio, al 3° posto, con il 43,5% a fronte di una media Ocse del 33,7%, oltre che sulla diseguaglianza sociale che vede le ricchezze del paese in mano al 10% delle famiglie.

Unanime, seppur con sfumature diverse, è il giudizio sul prossimo futuro politico del Governo: poco sereno, con nuvoloni a pesare sull’andamento alla Camera e al Senato.

 

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