Stop all’obbligo di convenzioni per i comuni, ma la riforma slitta alla prossima legislatura

Approvata la proposta di legge presentata dai capigruppo di maggioranza. Critiche dalla minoranza.
Consiglio regionale febbraio
Politica

Dopo la promessa mancata sulla riforma elettorale, anche quella sugli enti locali dovrà attendere un’altra legislatura. Il Consiglio Valle ha approvato oggi – con 19 voti favorevoli e 15 astensioni – una proposta di legge presentata dai capigruppo di maggioranza, intitolata “Esercizio delle funzioni e dei servizi comunali a livello sovracomunale”. Una norma da 21 articoli che di fatto rappresenta un passo indietro rispetto alla riforma del 2014 varata durante la presidenza Rollandin.

Il testo abolisce, infatti, l’obbligo di convenzioni tra Comuni per funzioni fondamentali (gestione finanziaria e contabile, edilizia pubblica e privata, polizia locale e biblioteche). Parallelamente, viene rafforzato il ruolo delle Unités des Communes che assumeranno la gestione strutturale di numerosi servizi condivisi, come la selezione del personale e la gestione economica degli uffici. Per i Comuni con meno di 1.000 abitanti, le convenzioni sul segretario comunale restano obbligatorie, senza vincoli geografici. Per il Comune di Aosta è stato approvato un emendamento che consente di nominare come segretario anche un dirigente interno con almeno tre anni di esperienza in quel ruolo.

La gestione dei rifiuti viene affidata stabilmente alle Unités. Sarà istituita un’“assemblea delle giunte delle Unités” per la gestione integrata in ambiti territoriali ottimali (subATO). Le nuove norme entreranno in vigore dalla prossima tornata elettorale comunale, mentre per i rifiuti la data è fissata al 1° gennaio 2027, con una fase transitoria per il riordino delle convenzioni e l’adeguamento degli statuti.

“La stabilità delle risorse finanziarie resta un pilastro fondamentale per consentire una pianificazione efficace e una razionalizzazione dei servizi”, ha affermato Erik Lavevaz, presidente della I Commissione e relatore del provvedimento, che ha auspicato una futura revisione della legge 48/1995, considerata ormai superata.

Erika Guichardaz  di Pcp ha definito la norma “anacronistica” e “un disastro” per la questione dei segretari comunali. Stefano Aggravi di Rassemblement ha parlato di “compromesso normativo in zona Cesarini”, giudicando il modello delle Unités come “esausto, poco funzionale alla cooperazione tra Comuni”. Per Raffaella Foudraz della Lega: “Il Governo avesse promesso una riforma completa a inizio legislatura, mentre oggi si approva “un provvedimento minimale”. Pierluigi Marquis di Forza Italia ha sottolineato come la riforma “avrebbe richiesto una visione a lungo termine, oltre i cinque anni canonici”.

A concludere il dibattito, il Presidente della Regione Renzo Testolin, che ha parlato di “buon punto di partenza” e di un testo che recepisce “le esigenze dei Comuni”. “Semplificazione e rapporto fiduciario con i Sindaci – ha detto – sono la base per un funzionamento efficace degli enti”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le norme sulla privacy e i termini di servizio di Google. e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte