Sui nomi dei morosi pubblicati dal Comune di Pont-St-Martin interviene il Garante della privacy

In una lettera inviata al Comune di Pont-Saint-Martin si "ricorda che più volte il Garante ha dichiarato illecita la diffusione di dati personali mediante la pubblicazione di avvisi di mora o di sollecitazioni di pagamento".
Guido Yeuillaz
Politica

Non sembrano placersi le polemiche sulla pubblicazione dell’elenco dei cittadini che non avevano pagato le rette per il servizio mensa dei figli da parte del Comune di Pont-Saint-Martin. Sulla vicenda è intervenuto anche il Garante della Privacy che – in una nota inviata alla stampa – dichiara di aver aperto un’apposita istruttoria sulla diffusione dei nomi di chi non è in regola con il pagamento della retta dell’asilo. L’autorità preposta a proteggere i dati personali ha anche inviato una lettera al Comune di Pont-Saint-Martin dove “si ricorda che più volte il Garante ha dichiarato illecita la diffusione di dati personali mediante la pubblicazione di avvisi di mora o di sollecitazioni di pagamento. La diffusione di simili informazioni può contenere solo avvisi di carattere generale, mentre alle singole persone ci si deve rivolgere con comunicazioni di carattere individuale”.

Nel frattempo il Comune di Pont-Saint-Martin ha fatto, almeno un parziale passo indietro. La bufera mediatica e le proteste che si sono levate, anche a livello nazionale, hanno indotto questa mattina l’amministrazione a togliere dalla delibera n.299 del 3 settembre 2010, contenente le ingiunzioni di pagamento con le generalità di chi non aveva versato il canone dovuto, i nomi dei minori che hanno usufruito del servizio di mensa.

La decisione di pubblicare i nominativi ha, infatti, sollevato lamentele e preoccupazione per il venire meno della privacy. Ai nomi dei genitori erano stati aggiunti anche quelli dei figli che hanno usufruito del servizio, oltre alle cifre e ai periodi di mancato pagamento. Le ingiunzioni variano da un minimo di 144,13 ad un massimo di 1.624,35 euro.

Per il sindaco Guido Yeuillaz dell’Union Valdôtaine si tratta di un polverone sollevato dai media, “anche se sono il primo a riconoscere che, seppur legittima, la pubblicazione dei nomi dei bambini è stata una mancanza di sensibilità. Voglio però sottolineare però che questa è stata una procedura d’ufficio che, come tutte queste pratiche , è stata portata avanti dagli uffici senza che la parte politica venisse direttamente coinvolta”. In parole povere il sindaco vuole dire che non vi è stata alcuna intenzione politica di discriminare le 8 famiglie, 5 delle quali immigrate, non in regola con il pagamento della mensa. “Ora abbiamo dato agli uffici delle direttive chiare affinché fatti come questi non si ripetano in futuro” sottolinea ancora Yeuillaz.

Il sindaco se dispiace del fatto che la vicenda sia stata paragonata a quella avvenuta qualche mese fa nel paese di Adro: “ci tengo a precisare che non abbiamo mai interrotto la somministrazione dei pasti ad alcun bambino anche se la retta non era stata pagata”. 

Preoccupazione invece è stata espressa dalla minoranza di centro-sinistra che ha sollevato la vicenda  in Consiglio comunale. “Qui c’e’ un’evidente violazione della privacy –  afferma la consigliere Cleta Yeuillaz  – e le persone che non hanno pagato, tra cui alcuni immigrati stranieri, sono state messe alla berlina, con il rischio di discriminazione all’interno di un piccolo paese come il nostro’‘.

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