Aperture massime di 50 settimane l’anno, costo ottimale di 1020 euro per gli asili nido e di 550 euro per le garderie, tariffa minima di 160 euro e massima di 650 euro. Annunciata nei giorni scorsi è arrivata in Consiglio regionale questa mattina, sotto forma di una risoluzione, la controproposta di Alpe e Uvp sulla riorganizzazione del servizio di prima infanzia.
I due gruppi di opposizione nel ricordare "la preoccupazione generale sulle ricadute sulla qualità del servizio e sui lavoratori" e "la difficoltà a produrre un’analisi organica dei costi totali del servizio a causa della disomogeneità dei dati" invitano la Giunta a sospendere le delibere adottate prevedendo, dal 1° gennaio 2016 e per un solo anno, l’adozione in via sperimentale di una serie di proposte.
Tra queste figurano la revisione delle tariffe: se nell’ultima proposta dell’Assessore, la minima diventa di 200 euro e la massima di 750 euro, la minoranza rilancia a 160 e 650 euro.
La richiesta è poi di stabilire per il 2016, l’applicazione del criterio per posto effettivamente occupato e che all’ente gestore venga versato per ogni bimbo inserito una quota pari alla differenza tra il costo unitario ottimale e quanto dovuto dalla famiglia sulla base Isee. Infine sui dati l’opposizione chiede di rendere omogenei i dati introducendo un nuovo modello di rendicontazione.