“Completata l'operazione di switch off del segnale analogico in Valle d'Aosta e quindi con l'entrata in funzione del digitale terrestre – scrive il Consigliere regionale nel suo blog – ci ha sorpresi non poco la deliberazione della Giunta regionale sulla quale abbiamo interpellato il Presidente della Regione. Non riusciamo infatti a comprendere le ragioni di una simile decisione, in base alla quale l’ente pubblico – da un lato – mette a disposizione delle emittenti francofone ben 46 siti attrezzati (in prevalenza nelle valli laterali), e – dall’altro – si assume l’impegno di pagare alla RAI una cifra milionaria per la cura di tale servizio. La convenzione tra RAI e Regione è subordinata all’assegnazione di una frequenza aggiuntiva (MUX) da parte del Ministero dello Sviluppo economico”.
“A chi conviene quest’operazione?” Si chiede ancora Tibaldi. Secondo il consigliere regionale non agli utenti “che già ricevono FR2 e TSR tramite il digitale terrestre o, in difetto, con l’antenna parabolica satellitare”. Non alla Regione-istituzione che “con questo ingente e ingiustificato esborso di denaro, crea un precedente pericoloso, ovvero quello di intervenire finanziariamente per garantire la diffusione di segnali tv, già diversamente ricevibili. Lo stesso meccanismo perverso potrebbe essere invocato da Mediaset, da La 7 e da qualsiasi altro network o emittente privata allo scopo di fornire una copertura capillare del territorio valdostano”.
“È sicuramente vantaggiosa per FR2 e TSR, che non sono state nemmeno coinvolte nella partecipazione agli oneri e vedono diffondere gratuitamente (anzi a spese nostre) in Valle d’Aosta i loro contenuti informativi, di spettacolo, culturali e naturalmente anche pubblicitari, in barba ai prodotti e ai servizi di casa nostra”, conclude Tibaldi ed è "sicuramente proficua per la RAI, che incassa altra moneta sonante per un servizio che dovrebbe svolgere d’ufficio o, meglio, per legge".