Tra “niveaux différents” e “divide et impera”: le fratture dopo il governo regionale con Forza Italia

Dopo l'accordo con Forza Italia, quella di Testolin sembra una mossa da "divide et impera". L'effetto è triplice: spaccare gli Autonomisti di centro, l’unità del centrodestra e lasciare la sinistra, in Consiglio, spaccata e all’opposizione. E ad Aosta?
Consiglio Regionale Union Valdotaine Testolin Ph Nicole Jocollé
Politica

Una volta si chiamavano niveaux différents. E dopo cinque anni di maggioranze (quasi) speculari tra piazza Deffeyes e piazza Chanoux il concetto torna prepotentemente a dividere i due palazzi.

La nuova Giunta regionale è pronta. Il presidente incaricato Renzo Testolin ha scelto il nuovo governo, il terzo guidato da lui, che sarà composto dalla “sua” Union Valdôtaine – della quale è stato campione di preferenze alle ultime elezioni –, dagli Autonomisti di centro decurtati dalla quota Pour l’Autonomie rappresentata da Marco Carrel e da Forza Italia.

Mossa da divide et impera, dopo i cinque anni in alleanza con i Federalisti progressisti – Partito democratico, che cambia l’asse politico recente e che, soprattutto, ha un effetto triplo: spaccare AdC, spaccare l’unità del centrodestra e lasciare la sinistra in Consiglio Valle, spaccata e all’opposizione.

Effetto quadruplo, volendo: dopo l’accordo siglato proprio con gli Autonomisti di centro e – con molta fatica – con il Pd per le liste delle elezioni comunali di Aosta, lasciare ora la nuova Amministrazione cittadina guidata dal sindaco Raffaele Rocco, a dialogare con una maggioranza di colore diverso, politicamente, in Regione.

I dolori del giovane centrodestra. Fratelli d’Italia: “Errore politico e strategico grave”

Il deputato Enzo Amich ed il presidente di Fratelli d'Italia Valle d'Aosta Alberto Zucchi alla presentazione delle liste per le Regionali
Il deputato Enzo Amich ed il presidente di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta Alberto Zucchi alla presentazione delle liste per le Regionali

Se Pour l’Autonomie – nonostante l’exploit elettorale di Carrel, con le sue 1.869 preferenze – viene confinata in opposizione e ad Aosta resta senza incarichi di governo con il suo unico eletto, Giorgio Giovinazzo, è nel centrodestra ex unito che affiorano tutti i malumori del caso.

Vincenzo Amich, deputato e commissario per la Valle d’Aosta di Fratelli d’Italia, in una nota spiega come sia “un errore strategico escludere il principale partito di governo nazionale”. Ma non solo: “La chiusura dell’accordo per la nuova Giunta regionale rappresenta, a nostro avviso, l’errore politico e strategico più grave che potesse essere commesso per il futuro della Valle d’Aosta in questo momento cruciale”.

Infatti, ribadisce Amich, “escludere Fratelli d’Italia significa rinunciare a una collaborazione che avrebbe potuto portare benefici concreti ai valdostani e avviare una fase completamente nuova per la Vallée, all’insegna di un rafforzamento dei rapporti tra la Regione e il Governo nazionale.

Fratelli d’Italia rappresenta la prova tangibile di una discontinuità vera, concreta e credibile rispetto a un passato recente, perché capace di offrire serietà, competenza e un approccio diverso al governo dell’autonomia, nell’esclusivo interesse dei cittadini valdostani”.

In chiaro, “una prospettiva resa evidente anche dal profilo e dall’impegno dei nostri eletti in Consiglio regionale, Massimo Lattanzi, Alberto Zucchi, Massimiliano Tuccari e Aldo Domanico, a testimonianza di una presenza radicata e costruttiva sul territorio. Il Governo nazionale e la sua maggioranza rappresentano oggi la garanzia più solida per la tutela e il rafforzamento dell’autonomia valdostana. Ignorare questa realtà, come ha fatto la classe dirigente dell’Union Valdôtaine, non solo è un errore di valutazione, ma anche un segnale di chiusura che rischia di isolare ulteriormente la Valle d’Aosta in un momento in cui sarebbe invece fondamentale consolidare i rapporti istituzionali con Roma”.

“Fratelli d’Italia continuerà a lavorare con responsabilità e coerenza, valutando ogni decisione e ogni voto in piena libertà, insieme agli alleati della Lega Vallée d’Aoste e del centrodestra, ma senza vincoli rispetto a scelte che non condividiamo né nel metodo, né nel merito”, dice ancora il deputato.

Che, però, lancia anche un segnale dritto per dritto a Forza Italia: “È bene ricordare che nessuna forza politica della coalizione può parlare o agire in rappresentanza esclusiva del Governo nazionale, che trova la sua sintesi politica e istituzionale unicamente nell’azione congiunta dei partiti che lo compongono”.

“Riteniamo che la politica valdostana abbia perso un’occasione importante per aprire una fase nuova, fatta di serietà, visione e rapporti costruttivi con il Governo della Nazione, guidato da Fratelli d’Italia, il partito che esprime il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni”, chiude Amich.

L’amarezza della Lega: “La fine assoluta del centrodestra”

Lega Valle dAosta Marialice Boldi
Lega Valle dAosta Marialice Boldi

Dalle parti della Lega Vallée d’Aoste l’umore è tetro. La segretaria Marialice Boldi lo dice chiaramente: “Fino a pochissimi giorni prima, l’unità del centrodestra era stata definita incrollabile dietro specifica richiesta. Non era in discussione. Ma sospettavo sin dall’inizio una manovra di questo tipo. Quindi, non provo neanche troppa delusione”.

Ma la questione è comunque più larga: “Visti i ‘balletti’ plurimi fatti da una parte e dall’altra, ne prendo atto – aggiunge Boldi –. Prendo atto della fine assoluta del centrodestra. E del fatto che una delle persone che più ci ha creduto, come me, ci ha rimesso un sacco di consiglieri”.

Non solo: “Ho pagato la mia idea di centrodestra. Ho capito che la coerenza assolutamente non paga. Lo fanno di più le prospettive di poltrone ed il volersi accomodare, dicendo oltretutto delle verità parziali o delle falsità”.

La segretaria della Lega mette ancora in fila un paio di questioni. Anzitutto, rivolgendosi all’Union: “Auguro loro che sia riaffermata la coerenza e la lealtà che pare oggi sia stata dimostrata loro – dice ancora –. O, almeno, queste prospettive di lealtà. Auguro loro di non subire la delusione cocente cui siamo stati sottoposti noi e le altre forze del centrodestra”.

Poi, la questione dei legami con il Governo Meloni: “Riguardo il millantato credito con le forze di governo – chiude Boldi –, ricordo non esiste solo Forza Italia ma anche la Lega e Fratelli d’Italia. E abbiamo tanti ministri, penso potremmo anche dire la nostra. E se sarà per il bene dei valdostani assicuriamo il nostro appoggio e la nostra intercessione.

Forza Italia: “Una svolta storica”

Antonio Tajani ad Aosta Forza Italia
Antonio Tajani ad Aosta Forza Italia

L’aria, dalle parti di Forza Italia, è completamente diversa. In una nota, questa mattina, gli azzurri parlano di “una svolta storica di cui la Valle d’Aosta aveva bisogno, in un’ottica di un più stretto raccordo e di una più proficua interlocuzione con il Governo al fine di portare risultati concreti e soluzioni a vantaggio dell’intera comunità valdostana”.

Nota che arriva dopo che, nella serata di ieri, si è riunita la segreteria di Forza Italia Valle d’Aosta che “ha ratificato all’unanimità con un lungo applauso l’ingresso nella nuova maggioranza regionale con l’Union Valdôtaine e gli Autonomisti di Centro, suggellata sempre nella giornata di ieri dall’accordo politico-programmatico con il partito di maggioranza relativa all’interno del Consiglio Valle sottoscritto dal Presidente del Gruppo Parlamentare di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella sua qualità di responsabile nazionale enti locali, e da Joël Farcoz per l’Union Valdôtaine”.

“La maggioranza di cui abbiamo deciso di fare parte poggia su basi solide sia a livello valoriale sia a livello programmatico – dice FI –, con l’individuazione di tematiche di interesse regionale e di dossier prioritari sui quali abbiamo garantito la massima attenzione affinché si possano trovare soluzioni e ricercare sostegno nella prosecuzione dei relativi iter”.

E, si legge ancora, “in un simile contesto, preme sottolineare come il programma di legislatura su cui si è costruita la nuova maggioranza regionale ricalchi in gran parte il programma elettorale comune di centrodestra, che ci impegniamo fin da subito a promuovere e a portare avanti, in accordo con i nostri referenti nazionali, peraltro dopo esserci dimostrati nei fatti alternativi al Partito Democratico. La nostra serietà, la nostra coerenza ai principi e agli ideali del centrodestra e la nostra linearità nei comportamenti sono dimostrate dai fatti e dalla volontà di portare proposte e idee liberali e riformiste direttamente all’interno della giunta regionale, laddove le decisioni verranno prese a beneficio delle valdostane e dei valdostani”.

Non solo, perché il partito guidato da Emily Rini cerca di guardare comunque ad un centrodestra unito, nonostante il qui e ora: “D’altra parte, la Valle d’Aosta ha di fronte a sé sfide talmente grandi e talmente importanti da affrontare la cui definizione non può che passare attraverso rapporti stabili e di leale collaborazione con lo Stato e noi, come Forza Italia, ci poniamo come garanti di questa collaborazione politica, nell’ottica di un’auspicabile prospettiva di apertura all’intera area di centrodestra”, chiude la segreteria regionale di Forza Italia.

Rocco senza i suoi “fratelli”?

Il sindaco di Aosta Raffaele Rocco e la vicesindaca Valeria Fadda
Il sindaco di Aosta Raffaele Rocco e la vicesindaca Valeria Fadda

Anche se i niveaux sono différents, la decisione di Testolin ha comunque un riflesso su piazza Chanoux. E se i rapporti non sono stati semplici tra maggioranze speculari, difficilmente lo saranno ora, soprattutto tra Forza Italia e Pd tra i quali non corre certo buon sangue.

Nonostante i numeri “bulgari” di chi governo in Comune – su 29 eletti la legge maggioritaria consegna solo nove consiglieri all’opposizione e 20 alla maggioranza –, la cacciata di Pour l’Autonomie potrebbe vedere Giovinazzo accasarsi in minoranza. O, comunque, irrigidire i rapporti tra l’Union Valdôtaine – che ha sette eletti, tre dei quali assessori – e la quota di maggioranza dei Federalisti progressisti – Partito democratico, con i loro sei eletti, due dei quali assessori.

Di suo, Raffaele Rocco ridimensiona la questione. “In Comune si è votato con una legge maggioritaria e la coalizione è costruita su un programma ben specifico – ha spiegato –. I rapporti con la Regione sono istituzionali, prescindono dagli equilibri di governo. Non penso ci possano essere problemi, dal momento che gestiamo la cosa pubblica insieme. Non vedo nessun problema, ciò su cui Comune e Regione lavorano assieme è lo stesso, indipendentemente dalle maggioranze”.

Il cambio di asse può “indebolire” l’Esecutivo di Aosta? Secondo il Primo cittadino del capoluogo no: “La nascita della nostra Giunta è stata meditata e accettata da tutti i movimenti, non vedo grossi problemi e non vedo perché le dinamiche in Regione dovrebbero influire – chiude Rocco –. Per costruire la Giunta abbiamo parlato della città. Poi, i movimenti politici sono seri. Nella nostra coalizione abbiamo l’Union Valdôtaine, che ne è il pilastro. Mentre il Pd è una partito che sa benissimo cosa significa governare”.

Una risposta

  1. campione di preferenze semplicemente perchè c’erano le tre preferenze…. e si sa che nell’uv le cordate vanno per la maggiore

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