Tunnel del Gran San Bernardo: lavori ancora fermi, sofferenza tra gli esercenti della zona

Si avvicina la scadenza del 30 novembre e, a parte la demolizione della soletta di ventilazione, i lavori di ristrutturazione non sono ancora incominciati. Soffrono gli esercizi della zona: difficoltà per distributori di benzina, ristoranti e alberghi.
Chiusura del tunnel del Gran San Bernardo
Politica

È stato chiuso lo scorso 21 settembre per dei problemi alla soletta di ventilazione, ma, a parte la demolizione di questa, i lavori al tunnel del Gran San Bernardo non sarebbero ancora incominciati. Lo afferma Le Nouvelliste, giornale della Svizzera francese, mentre la società Sitrasb, la parte italiana dell'azienda che gestisce il tunnel, conferma lo stesso la fine delle operazioni entro il 30 novembre.

Lo sostengono anche i sindaci dei tre Comuni valdostani prima della frontiera: “Per quanto ne so io non credo che siano partiti i lavori – afferma ad esempio Marco Calchera, sindaco di Etroubles – ma non conoscendone l'entità non posso dire se si tratta di un ritardo e mi auguro che stiano lo stesso nei tempi”.

Il tunnel registra quasi 740 mila passaggi all'anno, di cui 40 mila è rappresentato da traffico commerciale, perlopiù mezzi pesanti. “C'è stato sicuramente un impatto su distributori di benzina e sui ristoranti dalla chiusura perché i tir non passano più e probabilmente ci sarà stata una diminuzione anche dei mezzi leggeri”, sostiene Corrado Jordan, sindaco di Saint-Rhémy-en-Bosses.

Questa diminuzione sta dunque portando conseguenze sulle attività della zona. Le Relais du Pèlerin, nel paese, ha chiuso il ristorante, tenendo per ora aperto solo il bar. Anche a Saint-Oyen ci sono state conseguenze: “Abbiamo l'albergo Mont-Velan che ha anticipato la chiusura di 20 giorni”, fa sapere il sindaco del paese, Natalino Proment.

Etroubles per ora regge: “Qui non ci sono ancora state chiusure non programmate – racconta Calchera – chiaro che tutto cambierebbe nel momento in cui il collegamento internazionale smettesse di esistere, nel caso di chiusura anche del Colle”. Finora, complice le belle giornate, non ci sono stati problemi sulla strada alternativa al tunnel. Per passare usando il colle dall'Italia alla Svizzera, in condizioni di bel tempo, ci si mette circa un quarto d'ora in più, magari venti minuti.

Il problema sta coinvolgendo anche i frontalieri, quei valdostani che in numero crescente si spostano in Svizzera per lavorare: “Chiaramente c'è preoccupazione”, conferma Jordan. Ci sono poi i frontalieri della spesa, ovvero quegli svizzeri che passano la frontiera per fare il pieno nei carrelli: “Per ora l'andamento sembra abbastanza in linea con l'anno scorso – spiega Chiara Celesia, direttore commerciale della Cidac – il tempo finora è stato molto bello, ovvio che se il colle diventa non transitabile la situazione cambia”.

Per questa settimana le condizioni meteo non dovrebbero dare grossi problemi, ma l'inverno resta alle porte e il tempo stringe. Domani, in seguito ad un'iniziativa del consigliere dell'Altra Valle d'Aosta Andrea Padovani, si parlerà del tema in Consiglio regionale.

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