“Al momento la Regione Valle d’Aosta non ha ricevuto comunicazioni ufficiali sull’ipotesi di insediamento di un Cpr (Nda centro permanente per il rimpatrio) sul territorio regionale. Una opzione questa, difficilmente attuabile, che comunque potremo analizzare solo nel momento in cui ci saranno, se ci saranno, elementi e proposte sui quali confrontarsi, e, comunque sempre, nell’ambito di una interlocuzione tra Governo e Regioni”. Così il Presidente della Regione Renzo Testolin sulle ultime notizie emerse in queste ore che danno la nostra regione fra le 12 in cui saranno realizzati nei prossimi mesi dei nuovi Cpr.
I centri permanenti per il rimpatrio, istituiti nel 1998 dalla legge sull’immigrazione Turco-Napolitano, sono strutture dove vengono accompagnati gli stranieri irregolari considerati una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica, quelli condannati, anche con sentenza non definitiva, per gravi reati e i cittadini che provengono da Paesi terzi con i quali risultino vigenti accordi in materia di cooperazione o altre intese in materia di rimpatri.
Nell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri è stata annunciata l’approvazione, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della difesa, di un piano per la costruzione, da parte del Genio militare, di ulteriori Cpr, da realizzare in zone scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili. Attualmente sono nove quelli in funzione, mentre da dichiarazioni del Ministro dell’Interno Piantedosi la volontà è di andare a aprire altri dodici.
Nei giorni scorsi intervenendo in conferenza stampa di Giunta il Presidente della Regione Testolin aveva spiegato come i contatti con la presidenza del Consiglio “ci sono dei contatti che sono sostanzialmente settimanali per fare il punto della situazione, dove si chiedono le disponibilità, si valutano le opportunità di trasferimento e dove esplicitiamo che al momento i centri a nostra disponibilità sono completamente occupati, peraltro con un turnover interessante: quando ne escono, perché magari hanno le autorizzazioni o magari trovano lavoro o quant’altro, vengono reintegrati e per il momento la situazione non è modificata”.