Riequilibrare, progressivamente, la toponomastica della città di Aosta per quel che riguarda il genere. O, per meglio dire, cominciare a lavorare affinché “le prossime vie, aree verdi, rotonde, sentieri, piste ciclabili” siano intitolate “in percentuale maggiore a figure femminili, locali o nazionali, al fine di ridurre gradualmente l’attuale divario esistente”.
Il Consiglio comunale di Aosta ha infatti approvato questa mattina, 28 ottobre, un ordine del giorno presentato da Rinascimento Valle d’Aosta, per voce della consigliera Carla Roberta Balbis, che parte da un presupposto fattuale: dalla ricerca realizzata dall’Associazione Toponomastica Femminile dalla quale è emerso che la percentuale di intitolazioni femminili in Italia si aggira intorno al 3-5% – in prevalenza Madonne e Sante – mentre quelle maschili si attesta al 40% circa.
Questione ancor più evidente ad Aosta, dove su circa 267 tra strade, piazze e vie solo 3 sono intitolate a donne: via della Consolata, piazza Ducler e Via Vuillerminaz.
Ordine del giorno approvato a maggioranza – dopo una lunga discussione, e con l’apporto della maggioranza a firma di Sarah Burgay (Pcp), Giuliana Rosset (Uv) e Pietro Varisella (Av) –, che vede la soddisfazione del gruppo di minoranza che in una nota scrive: “Oggi in consiglio Comunale è accaduto qualcosa da tempo auspicato e che abbiamo molto gradito nella speranza che sia l’inizio di un percorso costruttivo e duraturo. Il gruppo di maggioranza ha sottoscritto un ordine del giorno voluto da Rinascimento e correttamente emendato seguendo mediazioni della maggioranza e da noi accettate nel più palese e sano spirito di collaborazione e condivisione e non solo nella becera contrapposizione che potrebbe caratterizzare il rapporto tra maggioranza e opposizione”.
“Non è un ordine del giorno che mira a cambiare e migliorare direttamente la qualità di vita dei cittadini, ma il segno di una attenzione importante nei confronti delle donne che non certo meno degli uomini hanno contribuito al crescere della nostra società in tutti gli ambiti”, chiude Rinascimento.
Ad astenersi sono Lega e Forza Italia. Il capogruppo del Carroccio Sergio Togni spiega la ratio: “Buona parte di premesse dell’ordine del giorno sono assolutamente condivisibili: la donna, nel corso dei secoli, per motivi sbagliati, non è stata adeguatamente valorizzata. Serve una parificazione perché la società è cambiata e inevitabilmente sempre più donne meritano e meriteranno ruoli importanti, piazze e statue. Lo strumento però non è adatto, non crea la parità di genere anzi ne sollecita una distinzione”.
Precisando che: “Siamo la forza politica che ha avuto la prima Presidente di Regione donna in Valle d’Aosta, il nostro Segretario regionale è una donna e vicino a me – riferendosi alla collega Sylvie Spirli – c’è la più votata della nostra lista, che è donna”.
“Riteniamo il tema centrale – spiega invece il forzista Paolo Laurencet motivando l’astensione –. Ci asteniamo perché abbiamo sentito dire che il lavoro è ancora tanto, e per ricordarvelo. Si è parlato di stereotipi e vorrei si andasse oltre. Tante iniziative nascono per superare i gap e ci auguriamo la stessa passione di oggi senza guardare da chi arriva un atto e facendo un passo in avanti”.