I cereali sono sinonimo di civiltà. Ovunque, quando si indaghi sui fenomeni che hanno condotto alla nascita delle prime società organizzate, occorre riconoscere il ruolo preminente rivestito dalla coltivazione di un cereale.
Solo la sicurezza degli approvvigionamenti garantita dalle pratiche della semina e raccolta e l’invenzione dei sistemi di stoccaggio hanno consentito alle società agricole di realizzare insediamenti di centinaia, di migliaia di abitanti: i primordi delle città.
Nel 2013, nel villaggio globale, il consumo di cereali sembra in crisi. Nel nostro Paese, il consumo di carboidrati si è ridotto dal 61% della quota calorica quotidiana complessiva dei primi anni ’60 al 49% del 2003. La tendenza attuale è verso un’ulteriore decrescita.
Di fronte all’incremento del numero di soggetti obesi e al preoccupante diffondersi delle malattie metaboliche riscontrato nei Paesi occidentali, hanno guadagnato la popolarità alcune diete che si basano sulla restrizione più o meno importante del consumo dei carboidrati e quindi dei cibi cerealicoli (dieta Zona, dieta Atkins, dieta Metabolica, dieta Tisanoreica, Evo Diet).
E’ questa la strada giusta? Davvero i cereali ci fanno ingrassare e ci fanno ammalare? Dobbiamo consumare più cibo animale? Tornare a comportarci come un qualunque essere vivente e raccogliere il cibo così come disponibile in natura senza interventi tecnologici?
Porsi tali interrogativi in questo periodo storico, all’alba di un’epoca di grandi trasformazioni a livello planetario, mi sembra particolarmente importante.
A mio avviso, non è sostenibile l’affermazione che i cereali debbano essere consumati solo in minima quantità perché sono entrati troppo recentemente a far parte della nostra alimentazione e perché il loro consumo implica un eccessivo introito di carboidrati. Perlomeno per questi motivi:
– il consumo di cibo animale non ha mai rappresentato una quota prevalente della nostra alimentazione, se non in condizioni estreme;
– il consumo di tuberi e di semi di piante selvatiche ha consentito di inserire i carboidrati complessi nella nostra alimentazione già a partire da diversi milioni di anni fa, adattando il nostro organismo a questa fonte energetica;
– i cereali che oggi consumiamo rappresentano la versione moderna di cereali e altri semi selvatici che l’uomo ha sempre consumato, sia pure in quantità inferiore a quella attuale, per molte migliaia di anni, prima dell’avvento dell’agricoltura.
Ritengo che eliminare i cereali dalla nostra alimentazione per passare ad un’alimentazione più ricca di proteine e di grassi sia oggettivamente un errore nutrizionale e non conduca ad un miglioramento della nostra qualità di vita.
Occorre ricordare alcuni assunti fondamentali, difficilmente contestabili:
– I carboidrati sono energia pulita;
– Il carburante preferito dalle nostre cellule è un carboidrato: il glucosio;
– Il surplus di carboidrati introdotti con la dieta può essere “stoccato” per le future carestie, nel fegato e nei muscoli;
– Il surplus di proteine, al contrario, è dannoso per l’organismo: non abbiamo possibilità di fare scorte di aminoacidi.
Ad un’analisi oggettiva, i cereali possono considerarsi dannosi solo:
– quando consumati in quantità eccessiva rispetto ai consumi energetici del soggetto;
– quando assunti esclusivamente in forma raffinata;
– quando si ecceda con il consumo di un solo cereale se questo appartiene ad una delle specie profondamente modificate in questi ultimi tempi dall’uomo (mi riferisco in particolare al mais e al grano);
– in caso di ipersensibilità individuale.
Ogni cereale è un universo. In ogni cereale c’è la storia, l’anima di un popolo, figlio della terra che lo ha cresciuto.
Per ogni giorno c’è un cereale, per ogni cereale tante virtù. Imparare a conoscerle significa imparare a trarne beneficio. Non è casuale che i cereali propriamente detti siano sette, così come sette sono i colori che compongono l’arcobaleno, sette toni si elevino di ottava in ottava, in cicli settennali percorra l’uomo il cammino della sua vita, sette giorni ritmino settimanalmente il tempo e sette pianeti gravitino nel cielo.
Le dietetiche orientali identificano cereali di sapore dolce, salato o amaro e spiegano mirabilmente come a questo sapore corrisponda uno specifico movimento energetico nel corpo umano; allo stesso modo esistono cereali di natura fresca, neutra o tiepida a seconda della loro capacità di donare o togliere calore all’organismo. Queste conoscenze possono consentire di individuare un cereale più adatto ad un diverso momento dell’anno, della settimana e addirittura dell’ora del giorno.
Ho realizzato una monografia per ognuno dei sette cereali e le offrirò a voi lettori della newsletter della Farmacia Dott. Nicola a partire dal prossimo numero per guidarvi ad una comprensione più profonda del valore di questi alimenti, così preziosi ed irrinunciabili per la salute umana.
Dott. Enrico Bernero
Farmacista e Naturopata
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