Dal 24 maggio 2021 è possibile visitare la mostra che vuole concentrare l’attenzione su una particolare tipologia di manufatti: i busti reliquiario, ovvero dei veri e propri ritratti in oreficeria, solitamente in rame o in argento dorato, sempre arricchiti da numerose pietre preziose e a volte anche dipinti. Una produzione specificatamente medievale che attraverso questa mostra vuole tornare a essere attuale e comprensibile. Per gli uomini dei secoli passati, poter venerare nella penombra delle chiese questi volti illuminati solo da candele o torce, doveva rappresentare un momento mistico importante e un’occasione di avvicinamento al sacro attraverso un rapporto quasi diretto. Era chiaro, infatti, che la presenza della reliquia internamente al reliquiario dava alle oreficerie un valore aggiunto, rendendole quasi vive agli occhi dei fedeli. Questi oggetti preziosi sono sopravvissuti nelle aree alpine, lontane geograficamente ed estranee rispetto ai grandi rivolgimenti artistici del Rinascimento e del Barocco. Possediamo quindi un patrimonio raro e assai significativo, che fino ad oggi non è mai stato affrontato in modo organico e che vede una prima sistemazione in questa mostra che si sviluppa su due sedi: a Palazzo Madama, con la curatela di Simonetta Castronovo, sono presentati i “volti del nord-ovest” provenienti principalmente dal Piemonte, mentre nel Museo del Tesoro della cattedrale di Aosta la mostra, a cura di Viviana Maria Vallet, si concentra sugli esemplari valdostani, messi a confronto con due esemplari svizzeri.
La mostra di Aosta, organizzata dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta, in collaborazione e con il supporto dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Aosta, presenta una galleria di busti-reliquiario, in metallo prezioso e legno policromo, realizzati in particolare tra XII e XVI secolo, fino ad arrivare alle copie ottocentesche dei grandi capolavori medievali. Nel Museo del Tesoro si possono ammirare alcuni pregevoli busti reliquiario, mentre nello scenografico quanto inedito spazio della Sagrestia monumentale della Cattedrale viene allestita la sezione didattica della mostra relativa ai restauri promossi in occasione della mostra. Il percorso è diviso in sezioni: le prime due offrono uno spaccato sui reliquiari a forma di bracci o cassette del territorio valdostano, mentre la terza sezione raggruppa i busti dipinti su metallo, tra cui la testa reliquiario della mandibola di san Giovanni Battista, un capolavoro assoluto del tesoro della cattedrale. La mostra prosegue con la sezione dedicata a san Grato, patrono della diocesi e vero fulcro della mostra, e alle sue repliche in metallo e legno nel corso dei secoli, mentre all’interno di una nuova teca, donata dal Rotary Club di Aosta, è stato posizionato San Giocondo, altro importante reliquiario della cattedrale che apre le porte ai busti cinquecenteschi. L’ultima sezione è dedicata alle opere della Collegiata dei Santi Pietro e Orso, databili tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, solitamente non visibili al pubblico.