Sono in totale 7 medici e 28 infermieri i professionisti che dalla serata di mercoledì 2 novembre hanno potuto ripristinare la propria posizione lavorativa dopo il provvedimento del Consiglio dei ministri che ha cancellato il vincolo la vaccinazione per i sanitari. Accanto a loro, a essere reintegrati ufficialmente e stabilmente a seguito del decadimento della loro sospensione datato martedì 1º novembre, sono stati anche 4 oss e altrettanti tecnici di radiologia, cui vanno a sommarsi i 20 amministrativi già antecedentemente sostituiti. Il dato è frutto di successivi riconteggi e accertamenti della cifra inizialmente ipotizzata da parte dell’Azienda Usl locale, oscillante attorno alla cinquantina di soggetti coinvolti.
I potenziali disagi sul fronte medico
Dopo la deliberazione da parte dell’Ordine dei medici della Valle d’Aosta, già dalla serata di ieri risultavano cessati i vincoli alla professione per i 7 dottori (2 dei quali dipendenti dell’Azienda Usl) sprovvisti di vaccinazione anti Covid-19 e relativa certificazione nonché aggiornate in merito alla cancellazione delle restrizioni le apposite anagrafi centralizzate nazionale ed europea.
“Non possiamo che assistere, in mancanza di specifiche motivazioni giuridiche che impediscano il rientro ai sanitari non vaccinati sul proprio posto di lavoro, al decorso di tale decreto, anche se posso ben comprendere i timori di pazienti fragili quali anziani, oncologici e immunodepressi circa la propria sicurezza – commenta Roberto Rosset, presidente dell’Ordine -. Esulando dalla sola sfera delle competenze, un’altra potenziale fonte di disagio è rappresentata dal vincolo per coloro che, pur non considerandosi del tutto conviti dell’efficacia del vaccino, avevano comunque provveduto a effettuarlo a relazionarsi nuovamente con il personale sanitario che invece lo aveva rifiutato”.
Il versante infermieristico
Non risulta dissimile nemmeno la situazione infermieri, che attualmente vede un totale di 28 persone pronte a tornare al lavoro e in attesa di un ricollocamento da parte dei propri datori, siano essi ospedali o privati.
“Dopo il reintegro sancito dal Governo, il testimone passa ora nelle mani delle Aziende sanitarie, alle quali spetterà il ruolo di valutare come, dove e quando esso effettivamente avverrà – precisa Paola Ascolese, presidente dell’Ordine degli infermieri della Valle d’Aosta -. Facciamo parte di un ente pubblico e, in quanto tali, non possiamo che seguire i dettami e le regole imposti dallo Stato anche per ciò che concerne una tematica delicata come quella dei vaccini”.
Una carenza soltanto in parte arginata
Alcuni dei 28 infermieri interessati dal provvedimento statale sono impiegati fuori Azienda o fuori regione, ciò che rende il loro rientro ben poco risolutivo e atto a colmare l’ampio gap dei circa 100 professionisti tuttora mancanti.
“La cifra dei 7 medici reintegrati fa riferimento al totale degli iscritti all’Ordine, comprendenti tanto coloro che esercitano all’interno dell’Azienda Usl e quali liberi professionisti tanto coloro che non esercitano poiché già pensionati o trasferiti – chiarifica Rosset -. Ciò implica che la latente e oramai ben conosciuta carenza di personale del comparto sanitario risulti arginata soltanto in parte poiché, come da dato nazionale, il 48% dei reintegrati non è impiegato a livello aziendale”.
Una risposta
non capisco come si faccia a provare “disagio” per persone che hanno la stessa infettivita’ (anzi forse pure minore) di un soggetto “vaccinato” (anche se vaccino non e’, e’ una terapia genica). Smettetela di mentire su questo aspetto della “pericolosita’ del non vaccinato”. E’ una menzogna. Non esistono studi in merito, tutte leggende alimentate dai giornalisti e alcuni virologi televisivi.