Covid-19, l’estate della convivenza con il virus, sempre più endemico

28 Giugno 2022

“È un’estate diversa dalle ultime due, un’estate alla quale non eravamo abituati”. Così la dottoressa Silvia Magnani, Infettivologa e direttrice della Struttura di Malattie infettive dell’Usl, spiega questo strano periodo di convivenza con il Covid-19, quando cioè neanche la bella stagione ha “piegato” una curva di contagi come negli anni passati.

L’ultima variante in ordine di tempo, la Omicron 5, è molto più contagiosa delle altre ma ha anche sintomi più leggeri. I tratti sono quelli di una malattia endemica, quindi – da definizione – costantemente presente o molto frequente in una popolazione: “In questo momento il virus è un po’ come un’influenza, anche se molto più diffusivo e più insidioso, ma che convive con popolazione. È un periodo senza picchi ma con un numero costante di positivi, ma soprattutto non ha una periodicità come l’influenza, ed è proprio quello a renderlo insidioso”, aggiunge Magnani.

In ospedale la situazione è sotto controllo. I pazienti positivi ricoverati in Malattie infettive sono – a ieri, 27 giugno –, nove: “Tutti abbastanza in là con gli anni – spiega ancora l’infettivologa –, hanno quasi tutti oltre gli ottant’anni, alcuni sopra i novanta. Sono persone ricoverate con pochi sintomi respiratori ma che hanno bisogno di ossigeno e che non riescono a tornare a casa perché hanno una necessità assistenziale. Con il ricovero, anche di pochi giorni, si rompe un equilibrio delicato e la persona perde autonomia, aspettando che si negativizzati e che recuperi l’autosufficienza”.

L’alta età dei ricoverati, per Magnani, ha una spiegazione: “Oggi c’è una variante molto più diffusiva e tante persone fragili non hanno fatto la quarta dose. Basta poco. Le persone anziane diventando positive per colpa di una variante molto diffusiva, che quindi coinvolge e infetta tante persone, e si trovano a non respirare bene, ad avere necessità di ossigeno e di assistenza medica. Persone che hanno un equilibrio che magari si manteneva tra alti e bassi con una certa costanza e basta una piccola infezione, o un coronavirus che in questo momento non è così aggressivo ma incide sulle persone molto anziane e rompe un equilibrio”.

I “casi centauro”? Pochi

Rispetto a qualche mese fa, è invece diminuito il numero di “casi centauro”, ovvero chi arriva in una struttura sanitaria per ragioni varie e lì si scopre positivo: “Per entrare in ospedale ed essere ricoverato serve il tampone – dice Magnani –. A volte vengono scoperte delle persone casualmente positive. Se non hanno sintomi vengono ricoverate in stanze separate, in tutti i reparti ci sono posti chi è occasionalmente positivo, e curate per ciò per cui si sono presentati. Non sono molti, in questo momento, si parla di un paio di persone”.

L’estate del turismo

Se la curva dei contagi non si è mai davvero abbassata – i positivi attuali in Valle d’Aosta, stando ai dati ministeriali, sono 622 – una delle preoccupazioni per possibili picchi lo porta con sé il “fattore turismo”, che in Valle d’Aosta, negli anni, ha visto la popolazione anche triplicare.

Problema relativo, secondo la direttrice di Malattie infettive: “Non siamo impensieriti per questo – spiega –, perché in linea di massima il turista è in discreta salute. Impensierisce un po’ il turista magari un po’ avanti negli anni che sceglie la Valle per sfuggire ai grandi caldi e che se si infetta può perdere la propria autonomia. Ci sono però dei Piani di attuazione già pronti nel caso aumentino i ricoveri e con posti letto nuovi che si liberano. Perché bisogna prevedere casi non gravi ma che magari necessitano di una lieve di assistenza medica”.

E l’autunno?

Diversa la questione per l’autunno, la vera incognita di questo 2022: “Sicuramente ci saranno dei richiami di vaccino per i pazienti a rischio e immagino anche per il personale sanitario, con i vaccini aggiornati rispetto ai nuovi virus – aggiunge Magnani –. Moderna è già stato aggiornato, ed è efficace anche contro le altre varianti. Ma tutto dipende proprio dalla variante che circolerà. Se, come questa, è diffusiva ma meno aggressiva il quadro rimane tranquillo”.

Vaccino che, chiude la dirigente, “resta la protezione fondamentale perché rinforza la risposta immunitaria e rende più pronta quella dell’organismo all’infezione naturale. Se la variante resta diffusiva, sì, ma con pochi casi gravi è probabile che la vaccinazione sarà caldamente consigliata solamente alle persone fragili o agli operatori sanitari che sono più esposti al contagio”.

Exit mobile version