Report sull’assistenza sanitaria, Cgil: “Ennesimo segnale di allarme per la politica”
Il report di monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza relativo al 2021 che boccia la nostra regione è per Cgil “un segnale di forte negatività”.
“Questa istantanea della nostra regione, certificata dal Ministero della Salute, dovrebbe essere l’ennesimo segnale di allarme per la politica valdostana, – scrivono Fp e Spi Cgil – che invece di alimentare sterili polemiche, adducendo giustificazioni e tesi tortuose, dovrebbe ripensare a quale direzione intraprendere per invertire una condizione paradossale”.
Pur ricordando come la Valle d’Aosta abbia stanziato negli ultimi anni più risorse per la Sanità, il sindacato si domanda come avviene la spesa, “visto che gli investimenti fatti non vanno di pari passo con l’efficienza ed efficacia del servizio erogato alla popolazione”.
Per Cgil, infatti, la “sanità regionale è in una condizione di grave decadimento. Un Servizio Sanitario sempre meno rispondente ai bisogni dei cittadini, costretti – quando se lo possono permettere, pagando di tasca propria – a ricorrere sempre più massicciamente alle strutture private. Vengono così meno i principi costituzionali, che sanciscono come diritto fondamentale dei cittadini, quello della tutela della salute pubblica.”
Il sindacato rivendica “le nostre proposte, sollecitazioni e mobilitazioni” chiedendo “un rapido cambio di passo, affinché la situazione possa migliorare e la sanità possa tornare concretamente pubblica e per tutti, come sancito dalla nostra Costituzione.”
La bocciatura dell’assistenza sanitaria? Per l’Usl il problema sono gli indicatori
Valle d’Aosta maglia nera nell’assistenza sanitaria? No, secondo i vertici della sanità locale, che attribuiscono i risultati negativi conseguiti nel Report di monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza relativo al 2021 alla realtà particolare della Valle d’Aosta.
“I dati elaborati dal Ministero e integrati in indicatori standardizzati sono naturalmente utili, ma in alcuni casi non possono funzionare appieno applicati a realtà che si discostano di molto da parametri standard per quanto riguarda la conformazione del territorio, i numeri della popolazione e l’organizzazione dettata dalle possibilità dell’Autonomia. Serve un’ulteriore elaborazione per chiarire i risultati che, alla luce di un’analisi specifica, risultano sicuramente migliori” spiega il Direttore Generale dell’Usl, Massimo Uberti.
Prima di offrire spiegazioni e obiezioni alle tante “insufficienze” ricevute, l’Usl segnala un miglioramento, rispetto al passato, dei settori cardiologico, respiratorio e osteo muscolo articolare.
Venendo ai giudici negativi, Uberti guarda all’indicatore “Intervallo Allarme-target dei mezzi di soccorso” per ricordare come “il nostro territorio alpino ha delle peculiarità specifiche dove gli spostamenti sono più complessi”. Con nuove convenzioni firmate con i Volontari del Soccorso Anpas, Croce Rossa Italiana e Volontari del Soccorso della Valpelline, l’Usl spera di incrementare del 25% la copertura del territorio raggiungendo tempi di intervento più rapidi, elemento decisivo per le patologie tempo dipendenti”.
Altri valori sotto soglia sono il tasso di pazienti trattati in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) per intensità di cura e il numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale in rapporto alla popolazione residente, per tipologia di trattamento (intensità di cura). “Per entrambi i casi – evidenzia ancora Uberti – alla base c’è un problema di peculiarità organizzativa e di codifica di invio del dato. Per quanto riguarda gli ADI abbiamo risolto il problema nel 2022 con una forzatura informatica, ma il risultato non è ancora recepito nel Report 2022. In sostanza mancava nei calcoli l’Oss necessario, insieme all’infermiere, per poter parlare di interventi ADI, ma nella nostra Regione l’Oss sul territorio è gestito dalle Comunità montane”. “Stesso discorso, ma non ancora risolto – prosegue -, per quanto riguarda l’indicatore dei pazienti non autosufficienti in quanto le microcomunità regionali non sono scaricate nei flussi ministeriali come RSA, mentre di fatto lo sono. L’80% della residenzialità la realizziamo in queste strutture”.
In Area ospedaliera l’Usl giustifica l’indicatore negativo sulla quota di interventi per tumore maligno alla mammella eseguiti in reparti con volumi di attività superiore a 150 interventi annui. “Tutti gli indicatori legati ai volumi di attività ci penalizzano: avendo una popolazione di 124 mila abitanti non possiamo raggiungere i 150 casi annui richiesti” spiega Guido Giardini, direttore sanitario Usl -. Sulla quota di parti cesarei primari incide il fatto che la più vicina rianimazione pediatrica si trova a due ore di ambulanza”.
Nell’Area Prevenzione tra le criticità segnalate nel Report c’è la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per la prima dose di vaccino per ciclo base. “Ad un indagine approfondita, è stato rilevato che con l’invio dei dati di copertura vaccinale al 31/12/2021 (avvenuto nei primi mesi dello scorso anno) per la coorte di nascita 2019, anno a cui è riferita la copertura vaccinale insoddisfacente, il sistema ha calcolato un denominatore maggiorato rispetto alla reale situazione, includendo una serie di utenti fittizi (tipo paziente prova) – spiega Salvatore Bongiorno, Direttore della Struttura complessa Igiene e Sanità Pubblica -. Sentito in merito il Servizio informatico, si sono concordati i passaggi da effettuare per trovare soluzioni. Con le correzioni al denominatore, le coperture vaccinali per la coorte 2019 si attestano tra il 93,8 e il 94% per quanto riguarda la copertura vaccinale relativa al ciclo base (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Hib) e al 93,7% per quanto concerne la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per la 1° dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (MPR)”. Correzioni inviate dall’Usl al Ministero il 19 maggio scorso e che porterebbero il risultato valdostano sopra soglia.
Infine i vertici sanitari mettono in luce come la nostra regione si stia “allineando gradualmente alle griglie Lea nazionali, createsi in passato per sole Regioni finanziate dal Fondo sanitario nazionale e che, come alcune altre Regioni a Statuto Speciale, ha delle particolarità che vengono con difficoltà recepite a livello nazionale su indicatori costruiti negli anni per le Regioni ordinarie. ”
“Stamane questo rapporto che fa una fotografia sul 2021 della Sanità Regionale ha colpito tutti. – scrive l’Assessore regionale alla Sanità Carlo Marzi – È giusto quindi restituire un’analisi puntuale da parte dell’Azienda perché assieme al Direttore Generale e a tutto il personale del servizio sanitario regionale valdostano siamo consapevoli delle difficoltà che abbiamo affrontato ma con orgoglio e dedizione siamo impegnati a migliorarci collaborando tutti assieme”.
La Valle d’Aosta maglia nera nell’assistenza sanitaria
Cosa hanno in comune la Valle d’Aosta e la Calabria? Un sistema sanitario fra i peggiori d’Italia, almeno secondo il monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) attraverso il nuovo sistema di garanzia, appena pubblicato dal Ministero della Salute. Già perché la nostra regione, un tempo invidiata e portata ad esempio per la qualità dei servizi offerti, si trova invece nel 2021 a peggiorare gli indicatori e a conseguire una bella insufficienza nelle tre macro-aree in esame: prevenzione, ospedaliera, distrettuale (negli anni pre pandemia non raggiungeva la soglia soltanto nell’area distrettuale). Come detto a fare compagnia alla Valle d’Aosta c’è solo la Calabria, mentre altre regioni (Provincia Autonoma di Bolzano, Molise, Campania, Sicilia e Sardegna) presentano punteggi inferiori alla soglia in una o più macro-aree.
Le criticità valdostane
Sull’area Prevenzione collettiva e sanità pubblica per il 2021 il punteggio della Valle d’Aosta si ferma a 45,31 (esito positivo nel range 60-100) risultando sotto la soglia di adempienza. In particolare vengono segnalate criticità per gli indicatori Copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per ciclo base (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Hib); Copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per la 1° dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (MPR); Copertura delle principali attività di controllo per la contaminazione degli alimenti, con particolare riferimento alla ricerca di sostanze illecite, di residui di contaminanti, di farmaci, di fitofarmaci e di additivi negli alimenti di origine animale e vegetale.
Nella macro area Distrettuale la Valle d’Aosta arriva nel 2021 ad un punteggio di 49,31 (esito positivo nel range 60-100). I problemi più vengono rilevati per l’intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso; il tasso di pazienti trattati in assistenza domiciliare integrata per intensità di cura ; la percentuale di re-ricoveri tra 8 e 30 giorni in psichiatria; il numero deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative sul numero deceduti per causa di tumore; il n° di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale in rapporto alla popolazione residente, per tipologia di trattamento (intensità di cura).
Infine sull’area Ospedaliera la Valle d’Aosta si vede assegnare un 52,59 (esito positivo nel range 60-100). A determinare il “voto” sono fra l’altro i risultati negativi per la quota di interventi per tumore maligno della mammella eseguiti in reparti con volume di attività superiore a 150 (con 10% tolleranza) interventi annui; la proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni; la percentuale di parti cesarei primari in maternità di I livello o comunque con <1.000 parti e la percentuale parti cesarei primari in maternità di II livello o comunque con ≥ 1.000 parti.
“La lettura dei risultati dell’anno 2021 – scrive il Ministero – per le tre macro-aree di assistenza evidenzia, relativamente agli indicatori CORE, ancora diverse criticità attribuibili, in parte, all’evento pandemico; analogamente a quanto previsto per il 2020, considerata l’impossibilità di procedere con una valutazione che potesse essere disgiunta dagli effetti della pandemia, è stato stabilito che tutti gli indicatori del NSG (Nda nuovo sistema garanzia) fossero calcolati a scopo informativo sull’intera annualità 2021”.
Cos’è il nuovo sistema di garanzia
Il Sistema di Garanzia rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo assicura a tutti i cittadini italiani che l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) avvenga in condizioni di qualità, appropriatezza ed uniformità. Introdotto nel 2000, definisce un set di 88 indicatori distribuiti per macro-aree: 16 per la prevenzione collettiva e sanità pubblica; 33 per l’assistenza distrettuale; 24 per l’assistenza ospedaliera; 4 indicatori di contesto per la stima del bisogno sanitario; 1 indicatore di equità sociale; 10 indicatori per il monitoraggio e la valutazione dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA). Questi ultimi si riferiscono a 6 PDTA (broncopneumopatia cronica ostruttiva-BPCO, scompenso cardiaco, diabete, tumore della mammella nella donna, tumore del colon, tumore del retto) e consentono di monitorare e valutare il percorso diagnostico-terapeutico specifico per ciascuna delle patologie considerate.
All’interno del Sistema di Garanzia è individuato un sottoinsieme di indicatori, denominato CORE, da utilizzare per valutare sinteticamente l’erogazione dei LEA attraverso: 1. il confronto delle misure degli indicatori con delle misure di riferimento, tenuto conto dell’andamento temporale; 2. un punteggio per indicatore, secondo una scala definita di valori; 3. un risultato globale regionale che indica entro quale soglia deve ritenersi garantita l’erogazione dei Lea; 4. un risultato globale nazionale, che permette di monitorare il Paese nel tempo e di confrontarlo con altre realtà a livello internazionale.