Per i dati Agenas la performance del “Parini” è migliorata nel 2022

A rimanere con valutazioni basse sono la chirurgia oncologica e l’area gravidanza e parto. Sulla prima pesano i numeri bassi degli abitanti in regione e degli interventi. Sulla seconda il dato troppo alto di parti cesarei. L’area cardiocircolatoria raggiunge il punteggio massimo passando da “alto” a “molto alto”.
Sanità

L’analisi dei dati di performance dell’ospedale “Parini” riportati nel report Agenas sul Programma nazionale esiti del 2023 – riferito all’anno scorso – parla di un miglioramento rispetto al 2021.

Ma a pesare sugli indicatori di segno negativo – sei le aree cliniche analizzate: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare – è il combinato disposto tra il basso numero di abitanti della regione e il numero di alcuni interventi specifici, sotto soglia rispetto ai volumi che la relazione prende in considerazione.

A dirlo, in conferenza stampa, il direttore generale dell’Usl Massimo Uberti: “Questa fotografia Agenas ci restituisce un quadro in miglioramento dell’attività del 2022 rispetto a quella del 2021 – ha spiegato -. L’altro elemento significativo è che dei quattro singoli indicatori negativi interni alle aree, tre risultano negativi per i bassi numeri di patologia trattati e non per i risultati di salute che sono invece ottimali”.

Con qualche esempio, come “la mortalità zero a 30 giorni dopo un intervento di tumore al polmone, zero ricoveri dopo le protesi al ginocchio ed una percentuale di interventi di resezione entro 120 giorni da chirurgia conservativa per il tumore alla mammella che è la metà della media italiana”, ha aggiunto Uberti.

“Ciò che Agenas certifica in questi casi non è un problema di qualità o di efficienza del sistema – ha proseguito il direttore Usl -, ma il basso numero di casi trattati per quelle tre patologie la cui ragione è insita nella peculiarità demografica valdostana. Questo è e sarà un problema irrisolvibile in una regione che ha 124mila abitanti”.

Nel report le aree colorate – dal verde scuro per quelle con valutazione molto alta al rosse di quelle molto basse -, vedono primeggiare l’area cardiocircolatoria che raggiunge il punteggio massimo passando da “alto” a “molto alto”. Stesso risultato per nefrologia – che però nel 2021 non era tra gli indicatori presi in considerazione -, mentre migliora anche il settore nervoso che va da “basso” a “medio”. L’area respiratoria si mantiene a livello “alto” e l’area osteomuscolare a quello “medio”. In arancione – quindi con valutazionebassa” – rimangono la chirurgia oncologica e l’area gravidanza e parto.

Uberti cerca di chiarirne i contorni: “Nulla peggiora, qualcosa rimane uguale e qualcosa migliora. Siamo moderatamente contenti, ma sappiamo che abbiamo aree su cui lavorare. Per il tumore ai polmoni, quanti morti ci sono stati dopo 30 giorni dall’intervento sui 13 fatti? Zero. Idem per l’intervento conservativo per tumore alla mammella: abbiamo un valore della metà rispetto alla media nazionale. Anche se quest’anno ne abbiamo fatti molti più degli anni scorsi,132, il minimo per gli indicatori è 135. E questo abbassa la performance secondo Agenas”.

Troppi parti cesarei

Da sx: l'assessore alla Sanità Carlo Marzi ed il direttore generale Usl Massimo Uberti
Da sx: l’assessore alla Sanità Carlo Marzi ed il direttore generale Usl Massimo Uberti

Diverso è l’are gravidanza e parto: “Continuiamo ad essere troppo alti sulla percentuale dei cesarei. Siamo a 38 per cento, molto peggio rispetto alla media italiana. Questo ci fa diventare ‘arancioni’ per Agenas. I parti sono 735 parti, il numero minimo è 500 e quindi siamo ampiamente al di sopra. Sul volume andiamo bene, ma l’indicatore dice che facciamo troppi cesarei”.

Questione sulla quale lavorare: “Parte dei motivi di questo sovrautilizzo è geografica: siamo a qualche ora di distanza dalla prima rianimazione pediatrica. Per precauzione, in alcuni casi, correttamente il clinico decide di fare il cesareo. Ma molte mamme lo chiedono. È una scelta del clinico ma c’è anche una pressione, così come un’abitudine delle équipe. E su questo si deve lavorare”.

Con un obiettivo: “Se si cercano nel report gli altri ospedali, il problema è quello di non sforare il limite del 15 per cento di cesarei per chi fa meno di mille parti l’anno e del 25 per cento di chi fa di più. Noi dovremmo essere al 15 per cento, l’obiettivo è arrivare a quella cifra”.

La questione politica

I dati Agenas hanno avuto anche un riverbero politico, sfociato un “botta e risposta” tra Valle d’Aosta aperta e l’assessore alla Sanità Carlo Marzi. Lo stesso assessore oggi torna sulla questione.

Come avevamo anticipato, abbiamo atteso la pubblicazione ufficiale dei dati per esprimere valutazioni oggettive, con una visione certa e di insieme – ha detto Marzi -. Quello che emerge con evidenza è un miglioramento complessivo rispetto all’anno precedente sull’area ospedaliera, nella consapevolezza di dover ancora migliorare in diverse situazioni sulle quali stiamo lavorando insieme all’Azienda”.

Non solo: “Riguardo ad alcune specialità, i piccoli numeri della nostra realtà regionale si traducono in una lettura negativa di dati in realtà positivi della nostra Sanità. Resta però una priorità: mantenere alta l’attenzione su questo tema sia perché consente di leggere e anticipare problemi reali, sia perché aumentare l’attenzione ai dati consente di avere continua contezza dell’attività svolta dal Dipartimento e dall’azienda”.

Sulle liste 2022 della Cardiologia replica l’Usl: “Dati molto positivi, tra i migliori del Paese”

10 ottobre 2023

ospedale regionale Parini
ospedale regionale U. Parini

Nel botta e risposta tra Valle d’Aosta Aperta e l’assessore alla Sanità Carlo Marzi, si inserisce l’Azienda Usl. Oggetto del contendere, la segnalazione di un peggioramento della situazione delle liste di attesa per le cure cardiologiche in Valle fatta da Agenas – l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali –, e ripresa dal quotidiano cattolico Avvenire.

Oltre lo scontro politico, l’Azienda sanitaria spiega che “rispetto ai presunti dati negativi relativi alla cardiologia valdostana riportati la scorsa settimana da un organo di stampa nazionale e prontamente amplificati in sede locale, si informa che gli unici dati fonte Agenas relativi al 2022 per la Cardiologia valdostana sono invece molto positivi, tra i migliori del Paese”.

“In particolare – si legge nella nota Usl –, i dati indicano il rispetto del tempo di attesa per gli interventi posti in classe di priorità A (trenta giorni dalla data di prenotazione) nonché le percentuali di utilizzo della stessa classe come previsto dal Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa (PNGLA)”.

Non solo: “Tra gli indicatori disponibili c’è quello per l’Angioplastica coronarica (procedure ad alta complessità): la Valle d’Aosta è tra le prime tre regioni in Italia per rispetto dei tempi di attesa. La Struttura complessa di Cardiologia, diretta dal dottor Paolo Scacciatella, garantisce questa tipologia di interventi (i più urgenti) in una percentuale significativamente superiore alla media nazionale ed in miglioramento nel 2022 rispetto al 2021 (+ 5,06 per cento)”.

Anche per quanto riguarda le Coronarografie “la Valle d’Aosta garantisce gli interventi di classe A in una percentuale superiore alla media nazionale anche se in lievissimo peggioramento nella variazione 2021-2022 (- 0.9 per cento)”, mentre “il dato relativo al rispetto per le classe A degli standard per l’intera area cardio-vascolare complessivamente considerata vede un posizionamento migliore di quello medio Italiano ed un miglioramento, seppur lieve, nel 2022 rispetto all’anno precedente”, chiude l’Azienda.

“Il dato Agenas dà ragione del grande impegno portato avanti da tutta l’équipe cardiologica in questi anni – commenta invece il dottor Scacciatella –. Abbiamo sempre incrementato l’investimento professionale per migliorare le prestazioni e rispondere ai bisogni dei pazienti”.

Il “botta e risposta” tra Valle d’Aosta Aperta e l’assessore Marzi

7 Ottobre 2023 – di Christian Diémoz

Consiglio Regionale - Carlo Marzi
Consiglio Regionale – Carlo Marzi

Botta e risposta tra Valle d’Aosta Aperta e l’assessore Carlo Marzi. Se la formazione che raggruppa Area Democratica, Adu VdA e Movimento 5 stelle, negli scorsi giorni, aveva definito “intollerabile” che l’Assessore galleggi tra ‘alibi’ e risposte pressapochiste su una situazione sempre più disastrosa senza fare nulla o continuando ad incentivare la sanità privata o le esternalizzazioni”, la reazione del titolare del dicastero di via De Tillier non si è fatta attendere.

“Volendo cogliere positivamente l’ennesima comunicazione politica e partigiana, – ha detto l’assessore rivolgendosi a VdA Aperta – ci sentiamo solo di suggerire nuovamente un maggiore equilibrio rispetto all’immagine complessiva che loro dipingono della nostra sanità pubblica che, anche se sta vivendo un momento di generale difficoltà, resta una nostra eccellenza che ha bisogno di noi tutti, sia per essere sostenuta, sia per incentivare nuovi professionisti a venire a lavorare in Valle”.

In particolare, il movimento politico aveva sottolineato – traendo la notizia dal quotidiano Avvenire – “la denuncia di Agenas (l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali, ndr.) riguardo il peggioramento della situazione delle liste di attesa per le cure cardiologiche in Valle d’Aosta”. In particolare, aveva scritto Valle d’Aosta Aperta in un comunicato, “con un meno 17,7% di presa in carico dei pazienti forniamo la peggior performance di tutta Italia”.

Il movimento osservava quindi che “si sta creando un divario sempre più inaccettabile tra i lavoratori che pur lavorando fianco a fianco percepiscono stipendi diversi (a seconda se assunti dall’azienda sanitaria, dalle agenzie interinali o dalle cooperative) e i cittadini che possono permettersi di curarsi e quelli che non possono”.

Riguardo alla situazione delle liste di attesa del 2022, l’assessore Marzi precisa chetali dati saranno ufficialmente pubblicati entro la fine di ottobre e che solo allora sarà possibile fare valutazioni con una visione certa e di insieme proseguendo il lavoro intrapreso”. Peraltro, aggiunge l’assessore, il comunicato di VdA Aperta cita, “a tal proposito, un dato negativo su uno degli ambiti della nostra cardiologia, ma non fa cenno ad altri aspetti nei quali su questo vitale reparto ospedaliero siamo tra i migliori sia per numero sia per tempestività d’intervento”.

“Negli ultimi anni, infatti, – aggiunge Carlo Marzi – è cresciuta la mobilità sanitaria verso la Valle d’Aosta in questa specialità. Le esternalizzazioni sono praticate in tutta Italia e consentono di garantire i servizi di emergenza urgenza ai cittadini, di ridurre le liste di attesa e di migliorare la presa in carico dei pazienti: hanno durata temporanea e tetti di spesa definiti, che non sono a carico dei cittadini ma dell’azienda USL”.

“Stiamo in ogni caso già lavorando per contenere il ricorso ai servizi esternalizzati, – conclude Marzi – nell’ottica di valorizzare le esperienze professionali del personale del Servizio sanitario pubblico e di rendere maggiormente attrattive le opportunità di lavoro nella nostra Regione per i professionisti della sanità”. Quindi, l’appello finale: “chiediamo di dedicare maggiore attenzione alle cose positive che vengono fatte da chi lavora tutti i giorni, per la Sanità e dentro la Sanità, in un momento così difficile e delicato”.

La replica di VdA Aperta

I rappresentanti di Valle d'Aosta Aperta. Da sx: Pulz (Adu/Si), Tripodi (M5S) e Donzel (Ad)
I rappresentanti di Valle d’Aosta Aperta. Da sx: Pulz (Adu/Si), Tripodi (M5S) e Donzel (Ad)

Le parole dell’assessore Marzi non hanno convinto VdA Aperta che in una replica diffusa oggi, sabato 7 ottobre, osserva come “quei dati sono pubblicati su un giornale nazionale che molto probabilmente è più letto dei comunicati stampa di Valle d’Aosta Aperta e soprattutto non sono le nostre forze politiche, ma il personale sanitario che opera tutti i giorni che sta manifestando un dissenso rispetto ad una direzione poco attenta, ad un deficit di organico con gravi ripercussioni sulla continuità delle cure e ad una fuga di operatori per condizioni di stress psicofisico che continua ad esserci”.

Rispetto al passaggio di Marzi sul fatto che le esternalizzazioni, praticate in tutta Italia, sono a carico non dei cittadini, ma dell’Usl, VdA Aperta ribatte che “i soldi dell’Azienda, sono soldi dei cittadini e che purtroppo in Valle d’Aosta non si è pensato solo ad esternalizzare servizi di emergenza urgenza, ma di affidare a privati reparti di riabilitazione”. “Il grande risultato ieri annunciato della riapertura di alcuni posti di Neurologia – commenta il movimento politico – è stato ottenuto spostando e affidando i pazienti dell’RSA e UAP del JB Festaz alla Cooperativa che gestisce la struttura di Variney”.

VdA Aperta invita, infine, l’assessore ad “evitare di parlare di attacchi personali quando le critiche sono rivolte al suo operato nell’esercizio delle sue funzioni e dia risposte ai cittadini rispetto ai tempi di attesa e a cosa metterà dentro quei contenitori vecchi, nuovi o rattoppati”.

2 risposte

  1. Peccato io non riesca a prenotare una visita cardiologica da mesi perché non ci sono le “agende aperte”, che per esami di controllo i primi posti (da agosto) siano alla fine di dicembre. Non si vive di sola “urgenza”. Manca la prevenzione (tanto per cambiare).

  2. “non sono a carico dei cittadini ma dell’azienda USL”. Ma secondo l’Assessore che leggo aver studiato alla Bocconi, l’Usl i soldi da dove li prende, se non dai cittadini?

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