Telemedicina, da maggio formazione per i professionisti della montagna

L’iniziativa, parte del più ampio progetto Interreg Italia-Svizzera “Cime”, è stata pensata come una serie di 8 moduli della durata oscillante tra i 30 minuti e i 40 minuti trattanti tematiche e patologie quali ipossia, ipotermia, traumatologia, cardiologia e neurologia.
Da sinistra Jean-Pierre Fosson, Alexandre Cotting, Yves Darbellay, Guido Giardini, Massimo Uberti e Arnaud Peytremann
Sanità

Debutteranno nel prossimo mese di maggio le prime attività di formazione online dedicate ai professionisti della montagna nell’ambito del progetto Interreg Italia-Svizzera “Cime” di cooperazione per l’innovazione della medicina sul territorio montano. La conferenza stampa di oggi, mercoledì 15 febbraio, ha visto riunito per un primo bilancio circa l’iniziativa il Comitato di pilotaggio transfrontaliero formato dall’Azienda Usl regionale nei panni di capofila, dalla locale Fondazione montagna sicura e, sul fronte svizzero, dal Groupe d’intervention médicale en montagne e dall’alta scuola di formazione HES-SO Valais/Wallis. L’obiettivo del programma è quello di sperimentare innovative soluzioni di telemedicina tra la Valle d’Aosta e il Cantone del Vallese a contrasto degli effetti dell’isolamento sulle patologie tempo dipendenti e, in modo particolare, nei casi in cui è complesso garantire la presenza fisica del medico e in cui i pazienti risultano distanti dai presidi ospedalieri.

I corsi

Dopo una preliminare campagna promozione che prenderà il via già dal prossimo aprile, durante la primavera esperti della montagna valdostani, piemontesi, lombardi e vallesiani potranno aderire a una serie di proposte educative di eccellenza totalmente gratuite proprio in vista della successiva estate turistica.

“Le principali tematiche e patologie trattate da docenti e medici esperti del settore saranno ipossia, ipotermia, traumatologia, cardiologia e neurologia, ciascuna analizzata durante 8 moduli della durata oscillante tra i 30 minuti e i 40 minuti – ha spiegato Jean-Pierre Fosson, segretario generale di Fondazione Montagna Sicura -. I corsi si svolgeranno completamente sulla piattaforma gratuita Moodle, che nei prossimi cinque anni speriamo di poter migliorare e implementare ulteriormente”.

Guide alpine, pisteurs, guide escursionistiche naturalistiche, maestri di sci e di sport emergenti potranno peraltro beneficiare di strumentazioni didattiche quali per esempio presentazioni PowerPoint sonorizzate bilingue, video con dialoghi guidati nei quali alcuni specialisti chiarifichino le modalità di presa in carico dei vari casi medici e video di animazione e approfondimento sulla tematica in chiave ludica; ciascuna delle sessioni di istruzione sarà poi seguita e conclusa da un finale quiz con domande valutate che ne attesti il superamento.

La telemedicina

Come ricordato dal direttore generale dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta, Massimo Uberti, dopo 15 anni di lavoro al fianco di partners transfrontalieri su esigenze e specificità dei pazienti di alta quota, la sanità valdostana necessita di aprirsi a nuove tecnologie e informatizzazione.

“Lo sviluppo della telemedicina ben si inserisce nei programmi di digitalizzazione della sanità nel post-Covid stabiliti dal PNRR – ha commentato il direttore sanitario dell’Ausl, Guido Giardini -. Per questo siamo tuttora impegnati nello stabilire protocolli comuni circa malattie acute che sorgono nell’ambiente montano quali mal di montagna, congelamenti, traumi, infarti e ictus, mettendo a punto di linee guida che permettano un trattamento rapido e mirato”.

La comunicazione

Parallelamente alla propria attività di scambio e formazione, il progetto “Cime” svolge una attività di comunicazione dedicata sia ai professionisti sia agli abitanti dei territori di quota: l’obiettivo, in tal senso, è quello di superare tutte le barriere che a oggi rendono la telemedicina scarsamente attrattiva o degna di fiducia da parte della popolazione investendo nello sviluppo tecnologico delle politiche sanitarie locali.

I partner svizzeri

Uno dei partner svizzeri del progetto “Cime” è il GRIMM, gruppo di intervento svizzero nato nel 1965 e oggi rappresentato da Arnaud Peytremann; esso si trova tuttora impegnato non soltanto in azioni di soccorso nelle zone di montagna ma anche nell’organizzazione di competizioni ed eventi sportivi, nella formazione teorica e pratica, in spedizioni e teleconsultazioni e nella ricerca e nello sviluppo di nuove frontiere mediche.

La voce della scuola di formazione HES-SO Valais/Wallis nel Comitato di pilotaggio transfrontaliero dell’iniziativa è stata invece portata da Alexandre Cotting, che ha voluto raccontare ai presenti il lavoro di creazione e successiva digitalizzazione di contenuti formativi specialistici dedicati agli esperti frequentatori delle cime svizzere.

“Attualmente ci troviamo in una fase di traduzione e registrazione video in imminente conclusione entro la fine di febbraio, la quale sarà seguita dalla effettiva costruzione della piattaforma nel mese di maggio e dalle prove concrete dedicate agli studenti nel mese di giugno – ha chiarificato l’uomo -. Pensiamo anche di implementare l’utilizzo di Telegram per interagire con i studenti andando a sviluppare un meccanismo di chat più integrato e personale”.

Come rammentato dalla guida di montagna Yves Darbellay, dopo l’approvazione in Commissione europea di nuovi progetti spalmati lungo tutto il 2023, “Cime” potrebbe ben presto godere di un post-progetto auspicabilmente allargabile su più ambiti differenti.

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