Violenza di genere, una formazione per la presa in carico delle vittime
L’Usl risponde al fenomeno, purtroppo in crescita, della violenza di genere implementando la formazione degli operatori in prima linea. Il Pronto soccorso del Parini di Aosta nel 2022 ha registrato 151 casi, la maggior parte dei quali (65) avvenuto in ambiente domestico a danno di donne italiane (108), con un’età media di 38 anni. Quindici le donne che hanno avuto bisogno di esser ricoverate, 3 quelle che hanno rifiutato il ricovero. I casi di violenza sessuale sono stati 5.
La speciale formazione attivata – Violenza di genere e maltrattamento domestico (compresi minori) con illustrazione del nuovo Protocollo aziendale – sta coinvolgendo dal 3 maggio scorso 150 persone fra operatori sanitari del Pronto Soccorso generale, Pronto soccorso ostetrico-ginecologico e Pronto soccorso pediatrico, poi operatori sanitari e soccorritori del 118, psicologi del Nucleo Psicologico d’Emergenza, assistenti sociali ospedalieri e regionali, ma anche forze dell’ordine. L’obiettivo è fornire loro strumenti indispensabili per una buona attività di accoglienza, di presa in carico, di rilevazione del rischio e di prevenzione.
“Il Pronto Soccorso è spesso il primo contatto per uscire dal vortice della violenza. Anche in considerazione del turnover di personale, sanitario ed infermieristico, sia della Medicina e Chirurgia D’accettazione e Urgenza sia della Ginecologia e Pediatria, è necessario dotare tutto il personale sanitario di queste Strutture delle conoscenze di base del fenomeno della violenza per un’efficace presa in carico delle vittime” dice il dottor Giardini.
Un momento della formazione sarà dedicata all’illustrazione del nuovo protocollo aziendale sulle vittime di violenza di genere, che comprende, oltre alle donne, i minori (età < 18 anni), anche vittime di violenza assistita (VA), e i soggetti di sesso maschile. “Nel nuovo protocollo sono stati delineati due percorsi di assistenza, che prescindono dal sesso e dal tipo di violenza: uno per le vittime in età adulta e l’altro per le vittime minorenni – spiega Antonia Billeci, dirigente medico della Medicina d’Urgenza e Accettazione e referente aziendale e regionale per la Violenza di Genere -. I percorsi garantiscono una adeguata presa in carico delle vittime a partire dal triage fino al loro accompagnamento-orientamento, se consenzienti, ai servizi pubblici dedicati presenti nel territorio. L’obiettivo è elaborare un progetto personalizzato di sostegno e di ascolto per la fuoriuscita dall’esperienza di violenza subita. Per raggiungerlo sono necessari capacità di ascolto, ma anche perizia nel raccogliere e repertare il materiale biologico e indumenti che costituiscono prove e l’attenzione ad apporre il giusto codice di intervento in modo da registrare con precisione il fenomeno”.
“Il protocollo promosso dall’Azienda Usl e oggetto di questo percorso formativo e informativo rappresenta un prezioso strumento di raccordo operativo. – aggiunge l’Assessore alla Sanità Carlo Marzi – Tale strumento si configura infatti come un importante tassello per una adeguata presa in carico delle donne lungo tutto il loro percorso, ovvero dal triage e fino alla dimissione, attraverso una stretta collaborazione, integrazione e sinergia fra i diversi soggetti delle rete che a vario titolo intervengono nella lotta e nel contrasto alla violenza sulle donne”.