E’ ancora in salita il percorso dei docenti impegnati quest’anno nei percorsi abilitanti. Anche l’ultimo giro di boa si sta rilevando più impegnativo del previsto, soprattutto per chi ha deciso o ha dovuto rivolgersi al Cifis (Centro formazione insegnanti Piemonte) dell’Università di Torino, sostenendo peraltro costi non indifferenti. Secondo i firmatari di una petizione rivolta al Presidente della Regione Valle d’Aosta e all’Assessore all’istruzione, gli insegnanti precari rischiano di subire una disparità di trattamento rispetto ai colleghi iscritti in altri atenei italiani.
Il motivo? L’Università di Torino non ha previsto una sessione dell’esame finale di abilitazione entro il 30 giugno 2025, data ultima per l’inserimento negli elenchi aggiuntivi della prima fascia delle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS). Le sessioni previste dal Cifis sono fissate tra il 30 giugno e il 18 luglio 2025 per i vincitori di concorso, e tra il 1° settembre e il 29 novembre per i restanti iscritti, tra cui i docenti precari.
La petizione sottolinea come il bando di ammissione non prevedesse alcuna indicazione su queste tempistiche e ricorda che altre università statali e telematiche hanno organizzato una prima sessione utile prima del termine di fine giugno. Una scelta che, secondo i docenti valdostani, potrebbe penalizzare ingiustamente coloro che hanno completato regolarmente le attività previste, costringendoli a rientrare nella seconda fascia GPS, riservata ai docenti non abilitati.
I firmatari chiedono quindi al Presidente della Regione e all’Assessore competente, in quanto membri del consiglio dell’Università della Valle d’Aosta (aderente al Cifis), di intervenire presso l’Università di Torino per sollecitare l’organizzazione di un appello straordinario tra il 27 e il 30 giugno, così da permettere ai docenti abilitandi di ottenere il titolo entro la scadenza utile per le GPS.
Accanto a questa richiesta, un’altra petizione denuncia anche altre criticità nel percorso abilitante: prove intermedie e valutazioni disciplinari non previste dal Dpcm del 4 agosto 2023 che regolamenta i percorsi abilitanti, e che inciderebbero sul voto finale. Un peso non previsto dalla normativa e che non si riscontra in altre università, dove gli studenti sono valutati unicamente sulla prova finale.
Altro punto critico riguarda la gestione del tirocinio, avviato con ritardo e regolato in modo disomogeneo. In alcuni casi, si richiede la frequenza del 100% di ore specifiche, in contrasto con la soglia del 70% prevista dalla normativa nazionale. Secondo i docenti, questo ha ulteriormente ostacolato la possibilità di completare il percorso e accedere all’esame finale entro giugno.
A oggi, la seconda petizione promossa online è stata sottoscritta da circa 300 insegnanti precari e chiede: la rimozione delle prove intermedie non previste dal decreto, o la loro trasformazione in esercitazioni non valutate né tracciate; l’applicazione uniforme del 70% di frequenza per tutte le componenti del tirocinio e il rispetto del principio di equità e legalità, per garantire pari condizioni agli abilitandi su scala nazionale.
Nei giorni scorsi la questione è finita anche in Consiglio regionale, con l’Assessore regionale Guichardaz che rispondendo ad una interrogazione del consigliere Claudio Restano di Rassemblement Valdotaine ha rassicurato i vincitori di concorso: “I Ministeri competenti hanno dato alle università indicazioni di privilegiare nella calendarizzazione degli esami finali i candidati vincitori di concorso iscritti ai percorsi da 30-36 Cfu ai fini dell’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento, entro e non oltre il 18 luglio 2025.” ha spiegato l’Assessore ” Al fine di facilitare, tra l’altro, la conciliazione fra esigenze lavorative ed esigenze formative, i Ministeri, attraverso una nota del 12 maggio, hanno disposto che le università potessero stabilire, attraverso appositi accordi, la possibilità di frequentare le didattiche disciplinari presso la sede universitaria più vicina alla sede di servizio del docente. Pertanto, in accordo con l’Università di Torino e con il Cifis, l’Università della Valle d’Aosta ha predisposto tutte le procedure amministrative e si è organizzata per mettere a disposizione le aule e le credenziali per accedere al wi-fi. Si segnala peraltro che le lezioni presso l’Università della Valle d’Aosta hanno già avuto inizio da un paio di settimane.”