Ad Aosta un “bollettino del caldo” per tenere sotto controllo i rischi legati alle ondate di calore estive

L'estate del 2007 minaccia di essere ancora più calda di quella, oramai leggendaria, del 2003. Per questo motivo il Ministero della salute ha deciso di correre ai ripari, allestendo un piano operativo nazionale, ovvero un...
Società

L’estate del 2007 minaccia di essere ancora più calda di quella, oramai leggendaria, del 2003.
Per questo motivo il Ministero della salute ha deciso di correre ai ripari, allestendo un piano operativo nazionale, ovvero un insieme di misure che dovrebbero aiutare soprattutto le fasce più deboli della popolazione, come gli anziani, i bambini e le persone con patologie croniche, a sopportare l’ondata di calore in arrivo.
Anche la Valle d’Aosta è coinvolta: il piano prevede infatti che le linee guida siano concordate con comuni e regioni. Il piano si regge sulla collaborazione tra la protezione civile e i medici di medicina generale e operatori dei servizi sanitari.

In 17 città italiane, tra le quali Aosta, sarà attivato un sistema di allarme che, combinando diversi dati meteorologici con l’analisi statistica e storica della mortalità, sarà in grado di dichiarare ogni giorno, per il territorio considerato, la previsione del livello di rischio dovuto al calore per le successive 72 ore.
Grazie a questo ?bollettino?, cittadini, istituzioni e operatori potranno monitorare costantemente la situazione.

Ma anche la sezione regionale dell’associazione dei consumatori Adoc, ha deciso di intervenire, richiedendo l’attivazione di incentivi fiscali per l’acquisto di condizionatori e la messa a disposizione da parte dei comuni di servizi di assistenza con badanti.
?Chiediamo un impegno concreto e interventi specifici – ha affermato in una nota il presidente dell’associazione, Andrea Piccirilli – al Governo regionale, ai Comuni e in particolare alle società dell’energia elettrica, che potrebbero esentare dalle spese fisse mensili i soggetti a rischio che rientrano nella fascia di fragilità? individuata, come prevede il piano, dai medici di famiglia e dagli operatori dei servizi sociali.

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