Per i dati di adesione complessiva è presto. Ma, stando alle prime stime, in Valle d’Aosta, nella giornata di oggi – venerdì 17 novembre – sta scioperando circa il 50 per cento del comparto pubblico. Numeri più definiti, almeno ad ora, arrivano invece dall’adesione del personale di Poste italiane. Ad incrociare le braccia sono 24 uffici postali e 30 postini.
Intanto, fino alle 12 prosegue il presidio organizzato da Cgil e Uil, cui aderisce anche il Savt – qui nelle foto di Nicole Jocollé–, che ha radunato un centinaio di persone. “Qualcuno ha detto che non potevamo scioperare – ha detto Cristina Marchiaro, segretaria generale Filt Cgil VdA, con riferimento diretto al ministro dei Trasporti Matteo Salvini –. Peccato che questo signore abbia giurato sulla Costituzione, in cui c’è scritto che esiste un diritto allo sciopero”.
Questione ribadita dal segretario generale Savt Claudio Albertinelli: “Scioperiamo perché condividiamo molte preoccupazioni – ha detto riferendosi alla manovra finanziaria del governo Meloni –, soprattutto sulle questioni pensionistiche e sulla previdenza”.
“Ci hanno tacciato di voler scioperare per avere il weekend lungo – ha spiegato invece Maurilio Rosset, segretario Uil Poste, chiamando in causa anch’egli il ministro Salvini –. Però le Poste sono aperte. Ci si dimentica però che lo sciopero è un diritto e va salvaguardato. È lo strumento che ha permesso ai cittadini di poter vantare diritti anche quando non ce n’erano”.
Ridotto a quattro ore lo sciopero dei treni
16 novembre 2023
Si dimezza a quattro ore lo sciopero per il settore dei trasporti, indetto dalle Segreterie Nazionali delle Organizzazioni sindacali Filt-Cgil e Uiltrasporti n adesione ad uno sciopero delle rispettive Confederazioni per venerdì 17 novembre. Dalle 9 alle ore 13 saranno possibili ripercussioni, “seppur lievi”, su Frecce, Intercity e Regionali di Trenitalia. Dallo sciopero è escluso il personale di Trenitalia del Piemonte.
Gli effetti sulla circolazione, in termini di cancellazioni, limitazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine dello sciopero.
Trenitalia invita tutti i passeggeri a informarsi sui collegamenti e i servizi attivi, prima di intraprendere il viaggio, attraverso l’app Trenitalia, la sezione Infomobilità del sito web trenitalia.com, i canali social e web del Gruppo FS Italiane, il numero verde gratuito 800 89 20 21, oltre che nelle biglietterie e negli uffici assistenza delle stazioni ferroviarie, le self-service e le agenzie di viaggio convenzionate.
Per il trasporto pubblico locale invece lo sciopero sarà dalle 9 alle 12 e coinvolgerà il personale viaggiante, delle biglietterie e officine.
Il trasporto disabili viene comunque garantito intera prestazione ordinaria al 100%
“Adesso basta”, anche in Valle Cgil e Uil scioperano contro la manovra del governo Meloni
14 novembre 2023
“Adesso basta”, dicono, assieme, Cgil e Uil Valle d’Aosta. E lo dicono annunciando un doppio sciopero – indetto a livello nazionale – previsto per venerdì 17 novembre, quando incroceranno le braccia i settori del pubblico impiego, scuola e istruzione, trasporti e Poste italiane; e per venerdì 24 novembre.
Otto ore di sciopero – nel mezzo ci sarà una mattinata di volantinaggio, prevista per martedì 21 novembre – “a sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale – si legge nei volantini dei sindacati -, che non solo è possibile, ma necessaria e urgente”.
“Questo sciopero nasce per cambiare la proposta di legge di bilancio del governo da un lato – ha detto la segretaria generale Cgil Valle d’Aosta Vilma Gaillard -, dall’altro perché vengano prese in considerazione e tradotte in azioni le proposte unitarie dei sindacati, fatte già ai governi precedenti. Ma lo sciopero deriva da una mobilitazione cha nasce da tempo. Già l’anno scorso scioperammo per chiedere più attenzione al mondo del lavoro e dei lavoratori”.
Sulla doppia data Gaillard spiega: “Il comparto pubblico è quello maggiormente toccato da questo bilancio. Per questo c’è la volontà di rimarcare, con due giornate, questa disparità forte presente all’interno della manovra”.
Concetto ribadito da Ramira Bizzotto, segretaria generale Uil Valle d’Aosta: “Questa manovra continua a separare i mondi: pubblico, privato, giovani e precarietà. Accentua le diseguaglianze nei vari settori, non mette nessuna risorsa sui contratti. Non si recupera niente dall’inflazione che oggi viaggia a due cifre, ed è oltre il 20 per cento”.
Non solo: “Ma il governo ha fatto di meglio: una campagna populistica delle pensioni – aggiunge Bizzotto -. Dopo aver contestato per anni la Legge Fornero, come sindacati, possiamo dire che sia meno peggio rispetto alla nuova proposta. Servono politiche fiscali, ma in manovra non c’è una riga sull’evasione ed il recupero delle risorse. Non c’è niente sulla casa, mentre aumentano gli sfratti per morosità. Non abbiamo servizi adeguati per l’infanzia e la politica salariale è fallimentare. Niente neanche sulla famiglia, di cui ci si riempie la bocca”.
E in Valle d’Aosta?
Con il bilancio regionale in mano – l’audizione con i sindacati in piazza Deffeyes è in programma il 28 novembre -, il discorso ricade anche sulla situazione chez nous.
“Bisogna vedere se gli importi di spesa nel documento saranno poi reali – dice Gaillard -. Non come per la Sanità: che vede e ha visto investimenti ingenti e risultati non all’altezza. Già nel precedente bilancio era così. Così come per il mondo del commercio e del turismo. Serve rendere la Valle d’Aosta attrattiva anche per lavoratori e non solo per turisti, e questo è tutto da vedere”.
Bizzotto rincara: “Credo sia anche mancata una politica di sviluppo negli scorsi anni. Non sta me giudicare le scelte politiche, ma in Valle sono state poco lungimiranti. La regione oggi non è così appetibile, è sotto gli occhi di tutti: cantieri aperti e mai chiusi, progetti come il trenino di Cogne o l’École de neige mai andati a buon fine”.
Le richieste dei sindacati
Diverse le richieste che Cgil e Uil rivolgono al governo, su diversi settori. A partire dal lavoro, dove si evidenzia la necessità di aumentare stipendi e pensioni, rinnovare i contratti nazionali rafforzando il potere d’acquisto e detestando gli aumenti e di abbattere i divari che colpiscono le donne.
Per quanto riguarda il fisco, le parti sociali chiedono al governo una lotta più dura all’evasione fiscale, con la fine di sanatorie e condoni, ma anche di smettere di premiare settori economici con una propensione all’evasione fino al 70 per cento, istituendo l’indicizzazione automatica all’inflazione delle detrazioni da lavoro e da pensione. Non solo, perché sul tema Cgil e Uil chiedono anche di promuovere un fisco progressivo, dicendo “no” alla Flat tax, riportando al contempo – all’interno della base imponibile Irpef – tutti i redditi oggi esclusi e tassati separatamente con le aliquote più basse e tassare gli extraprofitti e le grandi ricchezze.
Lato giovani, i sindacati chiedono di favorire il lavoro stabile a tempo indeterminato, cancellare la precarietà, introdurre una pensione contributiva di garanzia, garantire il diritto allo studio con investimenti per servizi, alloggi e borse di studio.
Sulle pensioni, invece, Cgil e Uil si concentrano sull’approvazione di una “vera riforma” che superi la legge Monti-Fornero, e la richiesta di garantire la piena tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere.
Capitolo Stato sociale, per i sindaci è necessario difendere e rilanciare il Servizio sanitario regionale aumentando anche i livelli salariali, approvare un piano straordinario di assunzioni in sanità e in tutti i settori pubblici, finanziare leggi sulla non autosufficienza e disabilità, aumentare le risorse per il trasporto pubblico locale e rifinanziare il Fondo di sostegno agli affitti.
Riguardo le politiche per l’accoglienza le richieste parlano di abbandonare la “politica securitaria” a partire dalla cancellazione della legge Bossi-Fini e di tutti i recenti provvedimenti sull’immigrazione, definendo nuove politiche di accoglienza e integrazione dei migranti.
Sulle politiche industriali, invece, si chiede una nuova strategia e un nuovo intervento pubblico per affrontare “crisi vecchie e nuove”, puntare sulla transizione ambientale ed energetica, riconvertire e innovare il sistema produttivo governando i processi di digitalizzazione, difendere e incrementare la qualità e la quantità dell’occupazione a partire dal Mezzogiorno.
Una la richiesta che riguarda invece salute e sicurezza, ma scandita chiaramente: “investire in salute e sicurezza: basta morti sul lavoro!”.
Anche il Savt aderisce allo sciopero del 17 e 24 novembre
Dopo aver analizzato la manovra finanziaria in fase di approvazione, il Savt – il Syndicat Autonome Valdôtain des Travailleurs – ha deciso di partecipare alla proclamazione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil per i prossimi 17 e 24 novembre.
In particolare, il sindacato sottolinea in una nota come “non vi siano riposte convincenti in almeno quattro temi cardine: previdenza, sanità, risorse per i rinnovi dei contratti pubblici e fiscalità“.
“Sul tema previdenziale non è accettabile che si stia andando verso un ulteriore inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione, oltre che ad una diminuzione dell’assegno che verrà erogato – spiega ancora il Savt -. Il rischio è che le generazioni future versino i contributi per molti anni di lavoro, probabilmente troppi, per poi ritrovarsi con una pensione che non potrà soddisfare le loro esigenze di vita. Oltretutto, negli anni, i diversi Governi non hanno garantito le necessarie condizioni fiscali per fare crescere la fiducia e le adesioni alla previdenza complementare, pilastro che sta diventando sempre più fondamentale per il futuro”.
Restando in ambito previdenziale “è poi importante sottolineare come ancora una volta non vi sia la necessaria rivalutazione delle pensioni tenendo conto dell’aumento del costo della vita – si legge -. Anno dopo anno i pensionati stanno vedendo erodersi la loro capacità di spesa e sempre più persone si avvicinano alla soglia della povertà”.
Non solo: “Sulla sanità il Savt ritiene che debba esserci una visione complessiva diversa, economica e normativa, per salvare la sanità pubblica contro la palese volontà di ‘privatizzare’ un servizio fondamentale per tutta la popolazione”.
Critiche anche riguardo “il rinnovo dei contratti del pubblico impiego” per i quali “le risorse stanziate non sono sufficienti per dare le risposte attese in settori fondamentali come quello della sanità e dell’istruzione, consegnando le retribuzioni alla morsa inflazionistica senza tutelarne il potere di acquisto”. Su fiscalità e riduzione del cuneo fiscale, invece, “vi sono misure da una parte non strutturali, vedi la detassazione, e dall’altra poco efficaci come quella della revisione degli scaglioni Irpef. Quest’ultima, infatti, incide solo marginalmente sul reddito delle famiglie e rischia di vanificare lo stanziamento di preziose quote di bilancio che in realtà non risultano essere sufficienti. O si trovano maggiori risorse o forse sarebbe meglio destinarle e concentrarle su altri ambiti fondamentali come quello della previdenza.
2 risposte
Andiamo a scioperare, con buona pace di Salvini
17 novembre