Aido VdA: è il momento delle espulsioni. Cacciato anche il Presidente del Volontariato valdostano

A denunciare "la vergogna" è lo stesso Latino, ex presidente dell'Aido VdA e oggi alla guida del Csv. L'ultima presidente di Aido Vda Paola Borgnino: "Ennesima forzatura del nazionale. Ci hanno restituito anche la volontà a donare".
Claudio Latino
Società

Arrivano come coda del Commissariamento, avvenuto nel dicembre del 2020, le espulsioni di alcuni storici volontari di Aido Valle d’Aosta, fra i quali si conta l’ex presidente Claudio Latino.  A denunciare “la vergogna” è lo stesso Latino, oggi alla guida del volontariato valdostano.

“In queste ore Aido Nazionale mi ha fatto recapitare, e la stessa sorte toccherà ai componenti dell’ultimo consiglio direttivo Aido Valle d Aosta, l’espulsione dall’Aido e la restituzione della mia iscrizione datata 1983” scrive in un post.
Lettera espulsione Latino Aido
Lettera espulsione Latino Aido
“Hanno così cercato di “neutralizzare” una storia, la nostra. Ma di certo non potranno cancellare le nostre conquiste, non potranno cancellare il mio piccolo contributo in Parlamento, insieme all’allora deputato Caveri, per la nascita della Legge italiana sulla Donazione e trapianto di organi, che ha portato il nostro Paese ai vertici in Europa, e a quello presso il Parlamento europeo per la nascita della Legge europea sulla Donazione, oggi splendida realtà”.
Latino, ricorda, “da un lato l’orgoglio di aver difeso fino all’ultimo la dignità e la specificità di ogni singolo Donatore valdostano con la schiena diritta e di aver contribuito, nel contempo, a costruire una Associazione sempre al vertice in Italia per numero di iscritti in rapporto alla popolazione”.

A essere espulsi, come scrive ancora Latino, saranno anche alcuni fra i fondatori di Aido Valle d’Aosta, come Odilla Stevanon e PierGiorgio Janin. “Per questi “eroi del nostro tempo” sale un profondo grido di vergogna”.

Il Commissariamento di Aido Valle d’Aosta, all’epoca guidato da Paola Borgnino, era arrivato il  13 dicembre del 2020, a causa dell’assenza, lamentata dal “nazionale” di gruppi provinciali e comunali sul territorio regionale, come previsto dallo Statuto.
Una decisione contestata dall’allora direttivo, che ha sempre provato a spiegare come l’assenza di gruppi comunali o provinciali, mai esistiti in Valle d’Aosta, fosse legata alle piccole dimensioni del territorio valdostano.
“Io non ho ancora ricevuto la lettera” racconta l’ultima presidente Paola Borgnino “ma l’espulsione ci era stata annunciata, che arrivassero però a restituirci anche la nostra manifestazione di volontà alla donazione, espressa tanti anni fa, la considero un’ennesima forzatura della gestione del nazionale”.
Borgnino racconta come ad oggi si sono succeduti tre commissari inviati dal nazionale che hanno cercato, senza riuscirci, di dare vita ai gruppi comunali. “Il territorio è piccolo e le persone sono impegnate in più associazioni di volontariato. Non è che noi non volevamo farle, è proprio che per la confermazione del territorio è impossible”.
Il pensiero di Borgnino va agli storici fondatori “a chi, come noi, ha dedicato tanto del suo tempo libero a questa associazione, che ora ti restituisce anche la volontà a donare. Ma davvero per avere due sezioni comunali era necessario smantellare tutta l’associazione locale?” 

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